Col controllo di vicinato, già in atto in due circoscrizioni e che diventerà operativo anche in altre - scrive la Olga - mi dovrei sentire più sicura, anzi, per usare un termine in uso e in abuso, mi dovrei percepire più sicura tanto da lasciare spalancata la porta d’entrata anche di notte. Dovrebbero percepirsi più sicuri anche i condòmini del palazzo in cui abito ma non posso saperlo perché da tempo non ci si parla più e, al massimo, quando non se ne può fare a meno, ci si saluta con un grugnito. Siamo in piena discordia e dopo le assemblee per il superbonus la situazione è degenerata al punto che, per esempio, il capomastro della scala A, il lattoniere della scala B e le rispettive mogli se le sono suonate in ascensore. Ci sono più tensioni in un condominio che tra i Paesi balcanici e se, come si dice, l’armonia tra i condòmini è alla base della buona riuscita del controllo di vicinato, nutro delle perplessità. Al momento più di controllo del vicinato, nel mio condominio vige il controllo del vicino, ci si spia, si orecchia alle porte, ci si apposta in cantina col sospetto che il condòmino della cantina accanto ci immagazzini refurtiva, ci si rubano i salami (tutti più o meno abbiamo qualche salame appeso in cantina): una volta, quando si andava d’accordo, si adottava un porco a distanza e ognuno riceveva la propria quota suina sotto forma di insaccati. Perfino i bambini partecipano al gioco perverso della calunnia, sempre che di calunnia si tratti: ieri, nel piccolo parco che abbiamo davanti ho sentito il figlio del bancario dire alla figlia del falegname che il cavalier Marandèla della scala B spaccia droga e che ne ha la cantina piena. Di certo il figlio del bancario l’ha sentito dire in casa. Non metterei le mani sul fuoco per nessuno dei condòmini tranne che per el Marandèla che mi aiuta sempre a portare su la spesa quando il mio Gino è al bareto, e mi vorrebbe anche entrare in casa ma io gli dico di no perché poi avrebbero conferma le ciàcole che già peraltro circolano. Considerato che il clima nel nostro condominio è questo e che, per quanto ne so (e ne so abbastanza) non è diverso da quello degli altri palazzi vicini, penso che il controllo di vicinato che presuppone intesa e collaborazione per il fine comune di mettere al riparo le nostre case e il territorio da ladri e farabutti in genere, da queste parti sia per ora di impossibile applicazione. Il progetto prevede che di tanto in tanto ci si suoni il campanello a vicenda «Va tuto ben, g’avìo i ladri in casa? Ò sentìo un rumor…». «L’è sta me marì, l’è pien de aria». Io e il mio Gino possiamo contare solo sul Marandèla. Ho parlato col parroco, don Addolorato, il quale mi ha detto che verrà lui con l’acqua benedetta a tentare di riportare la pace e la cordialità. «El próa - gli ho detto - ma no ghe verzarà nessùn. Se mai, el spiansarà i muri da fora».