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La posta della Olga

C’è un mostro che scava voragini

Dovremmo aver fatto l’abitudine alle voragini che si aprono improvvisamente nelle nostre strade - scrive la Olga - ma questo non vuol dire che la cosa non sia preoccupante. Sei anni fa un cedimento, come quello verificatosi ieri all’incrocio tra via San Giacomo e via Polveriera Vecchia, per poco non ha inghiottito il Papà del Gnoco e il suo Bacanal. Nel baratro è finito un automobilista straniero che ha fatto da involontaria cavia ma non ricordo che il Comune lo abbia per questo premiato con qualche medaglietta. Cosa dobbiamo immaginare che ci sia sotto le nostre strade? Fasci di tubi per l’acqua e il gas, cavi in fibra ottica, condotte fognarie, questo si sa. Ma come dice il mio Gino, c’è qualche mostro che rósega, che scava gallerie, che smòrsega i tubi, altrimenti non si spiega il fatto che ci siano continue perdite di acqua e che Acque Veronesi buchi quasi ogni giorno l’asfalto per tappare le falle. Anche qualche giorno fa, in via Nicolodi, uno zampillo gagliardo e rinfrescante ha dato vita a un torrentello al margine della strada. Bello a vedersi se non fosse che il contabile di Acque Veronesi che fa la somma degli sprechi ha dovuto allungare la lista. Con tutta l’acqua che perdiamo potremmo dissetare il Sahel. Così ho sentito dire. Gli zampilli non fanno paura, ma sapere che all’improvviso l’auto sulla quale stiamo viaggiando potrebbe sprofondare in una voragine, direzione centro della Terra, non è un’allegra prospettiva. Non è che tocchi a tutti, tanto che la probabilità che ciò accada è comunque di molto inferiore a quella di imbroccare un sei al superenalotto, ma a qualcuno potrebbe toccare. E allora, se è vera la supposizione del mio Gino, e se la rete sotterranea di tubi è stata posata a regola d’arte, bisognerà stanare il mostro (o i mostri) responsabile degli sconquassi che avvengono sotto l’asfalto delle nostre strade. Ci sarà bisogno di una squadra speciale ben addestrata ad affrontare l’ignoto.

Silvino Gonzato

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