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Botti e vesòti da tutelare Mèio se i spussa de vin

Si discute - scrive la Olga - sulle botti a mo’ di tavolini all’esterno di osterie, bar e ristoranti. Vicenza e Rovigo le hanno vietate nelle aree vincolate dalle Belle Arti, come se il vino non fosse una Bella Arte. Verona no perché manca ancora una normativa sugli arredi dei plateatici. Nella città del vino e del Vinitaly, se si vuole che tradizione, vocazione e affinità traspaiano anche attraverso oggetti simbolici, botti e vesòti non dovrebbero essere proscritti, sempre che siano collocati nei luoghi deputati, non, per esempio, fuori dalle profumerie o dalle farmacie dove, tra l’altro, non avrebbero alcuna funzione. Non esistendo una normativa nemmeno sulla foggia dei tavolini dei plateatici, credo che ogni titolare di locale li possa scegliere come vuole, fermo restando che la legge vieta le forme oscene o che richiamino simbologie fasciste. Botti e vesòti (botte di dimensioni più contenute) non ledono né la morale né evocano tempi estromessi dalla Storia. Sulla loro liceità non si discute, si può discutere semmai se siano stati costruiti appositamente come arredo o se siano usciti da qualche cantina intrisi di quella sana spussa de vin che è marchio d’origine e di autenticità. Il mio Gino, prima di sedersi a una botte, l’annusa come fanno i cani con le mie gambe. Io mi vergogno ma lui persevera e mentre l’annusa, la picchietta con le nocche per saggiarne l’eventuale sonorità profonda prima di emettere la sentenza. A Vicenza e a Rovigo pare che le abbiano bandite non solo per una questione estetica ma anche perché qualche maturlàn le faceva rotolare lungo la strada rievocando nella mente di chi mastica un po’ di Storia il supplizio di Attilio Regolo. La botte è anche Diogene che l’aveva eletta a dimora, come ricorda il filosofo Strusa che però le preferisce il camper. L’unico accorgimento che adotterei nel caso in cui a Verona botti e vesòti non fossero vietati da una futura regolamentazione è che, per evitare rotolamenti, le strade su cui si affacciano i locali che se ne servono come tavolini siano perfettamente piane. Per il resto a me non dispiacciono e se penso alla miseria di quei tavolini di plastica di certi bar con careghe della stessa materia, ben vengano botti e vesòti. E farei un monumento anche a Noè imbriàgo nella sua vigna.

Silvino Gonzato

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