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La posta della Olga

«Babbo Natale morto». Ma è il vestito

Tra gli indumenti sparsi malamente attorno a un contenitore della Caritas - scrive la Olga - c’è un vestito di Babbo Natale. Chi se n’è disfatto ha lasciato anche la barba ma non il berretto che avrà forse trattenuto per ricordare i giorni trascorsi a fare da richiamo davanti a un grande magazzino. O forse qualcuno, passando, l’avrà raccolto e se lo è portato a casa come cimelio. Fa tristezza vedere questo Babbo Natale sgonfiato tra i capi di abbigliamento destinati ai poveri ma con cui sembra invece che ci abbia giocato un branco di scimmie. Penso a chi potrebbe avere indossato questo rosso abito su cui si sono posate alcune foglie morte planate da un alberello. Probabilmente un disoccupato in cambio di qualche euro, un disperato che mai avrebbe pensato di travestirsi da Babbo Natale per procurare da mangiare a sé e alla propria famiglia oppure un fortunato che, avendo finalmente trovato un’occupazione, ha abbandonato la divisa del suo ex lavoro in modo che se ne servisse un altro bisognoso, magari innescando una staffetta solidale. Sennonché di Babbi Natale se ne vedono in giro molti meno che in passato e allora penso che quel vestito e quella barba possano essere il simbolo della crisi di una categoria che sta scomparendo, sia perché la presenza dei buoni vecchi fluentemente barbuti non è ritenuta più utile sia perché le adesioni sono poche e per niente entusiaste. In ogni caso fa pena e rabbia vedere tutta questa roba tirata fuori dal contenitore e sparpagliata sul ciglio della strada. La vista dei passanti sembra attirata solo dal vestito rosso e dalla barba bianca. E se un Babbo Natale al ritorno dal servizio se ne fosse disfatto nel buio, ripudiando un lavoro per il quale non si era mai ritenuto tagliato, forse l’ultimo Babbo Natale ancora in circolazione? Passa una mamma con una bambina. La mamma la strattona perché la bambina vuole fermarsi. «È Babbo Natale morto» dice la bambina e continua a guardarsi indietro anche se costretta a proseguire.

Silvino Gonzato

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