Anche i paletti stradali hanno un’anima

Pensare che le cose che ci attorniano abbiano un’anima - scrive la Olga - ci aiuta a vivere, specie in questi tempi dominati dall’odio, dall’indifferenza e dalla rozzezza. Tempi in cui si ammazzano le fiabe perché ritenute omofobe, razziste e diseducative. In una di queste fredde mattine gli abitanti di Salita XX Settembre, a Veronetta, si sono chiesti chi avesse incappucciato i paletti stradali con colorate cuffiette di lana fatte all’uncinetto da mani sicuramente femminili e hanno ringraziato con un cartello. Un cuore semplice ha pensato di proteggerli dalla galaverna come fossero esseri viventi e in qualche modo, avendo un’utilità, lo sono. Immagino questa signora osservare i paletti nudi da dietro le tendine candide ed essere mossa da un sentimento di irrazionale pietà tanto da pensare a un gesto non declamato ma furtivo compiuto con lo scialle sulle spalle in una notte che la stretta via rendeva ancora più buia. Se fosse stata vista, temeva forse di essere scambiata per un’eccentrica, per un’esibizionista, peggio ancora per una matta. È un po’ come la beneficenza che pretende l’anonimato per chi dona, pena essere moralmente discutibile e smargiassa. Una persona che si prende a cuore le cose non può non amare il suo prossimo e la immagino buona e caritatevole, forse sola e bisognosa di avere lo stesso affetto di cui ha fatto oggetto degli inerti paletti. E mentre le fiabe vengono smantellate se ne inventa una innescando la rugiada degli intenerimenti, l’affabile solidarietà dei vicini di casa che, condividendone il gesto, si manifestano desiderosi di un mondo migliore che per ora è immaginabile solo nei piccoli e all’apparenza illogici slanci di un’anima poetica e solitaria. I vicini forse sanno chi è la donna che incappuccia i paletti, forse dietro le tende della sua finestra intravedono una candela accesa e sentono un profumo di mele cotte uscire dalla sua casa. È lei che dà un’anima alle cose.