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Almeno lasciate il Chianti alla Toscana

Rieccoli - scrive la Olga - quelli della causa giusta e dei metodi sbagliati. Stavolta, seduti sull’asfalto di circonvallazione Oriani col loro armamentario di striscioni di protesta, hanno bloccato il traffico di una strada che nelle ore di punta è già di per sé congestionata per la vicinanza del cantierone filoviario. La scena è la stessa che da tempo si ripete in tutta Italia. Ragazzi e ragazze di Ultima Generazione si allacciano a cerniera da una parte all’altra della strada fino a quando gli automobilisti, colmi di bile, non li spostano come sacchi di patate. La loro sacrosanta ossessione è il clima impazzito, i governi che non fanno abbastanza per contrastarlo, i ritardi nel risarcire i danni alle popolazioni disastrate. Siamo tutti d’accordo, ma ci saranno pure altri modi di protestare che non siano quelli di rompere le scatole negando ai cittadini di penultima o di quintultima generazione il diritto di usare le strade per andare a lavorare o dove cacchio vogliono o di deturpare i monumenti come è successo a Firenze, a Milano e in altre città. Non hanno capito o non vogliono capire questi pischelli che, così facendo, non raccolgono certo simpatie, che non otterranno mai la solidarietà di chi per colpa loro si presenta tardi al lavoro o a un appuntamento importante o semplicemente si mette in strada per andare dove gli pare? C’è chi odia i semafori, che pur fanno il loro dovere di regolare il traffico, figurarsi con quale sentimento viene accolto chi, invocando cose che la gente non gli può dare, la punisce per colpe che non ha. E allora non si può che condividere quanto dice el ragionier Dolimàn il quale sostiene che «i vol solo far casìn». Per curiosità ho letto il comunicato che i cinque pischelli hanno diramato dopo la manifestazione di protesta. Dice, tra l’altro, che quest’estate un nubifragio, conseguenza ovviamente del cambiamento climatico, ha compromesso in Veneto la produzione del Chianti. «Gino! Ma el Chianti no i le fa in Toscana?» ho urlato da una stanza all’altra a mio marito. «Me par de sì, anca se, quando se trata de vini, par mi l’uno el val l’altro» mi ha risposto. Anche questo pressappochismo non giova all’Ultima Generazione che, essendo appunto l’ultima, dovrebbe avere imparato qualcosa dalle precedenti. Good Morning San Zen ha intervistato uno degli automobilisti bloccati dai manifestanti e la risposta è stata una raffica di bip, il segnale acustico che si usa in radio e televisione per coprire le parolacce e gli insulti anche ai parenti prossimi, fenomeno di transfert in base al quale, secondo il filosofo Strusa, si colpisce in alto per colpire in basso. Insomma, se volevano fare incetta di consensi, i cinque ultimamente generati non hanno sfondato. Ma se per loro vale solo il gesto, costi quel che costi, possono dirsi soddisfatti di avere infastidito un bel po’ di gente.

Silvino Gonzato

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