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All'isola si va a piedi E i osèi volano bassi

Raggiungere un'isola a piedi, senza remare o veleggiare - scrive la Olga - è sempre stato il sogno di capitan Gianni da Montorio, marinaio in pensione. L’impresa gli è stata possibile grazie alla siccità che ha abbassato le acque del Garda. L’isola, non più isola ma temporaneamente ed eccezionalmente penisola, è quella di San Biagio, davanti a Manerba, detta anche Isola dei Conigli, meta di pellegrinaggi impensabili fino a qualche giorno fa. Capitan Gianni è l’unico del bareto che ami l’acqua anche se a tavola vi preferisce un buon goto di vino ed è per questo che nessun avventore lo ha seguito e, anzi, si sono burlati di lui quando ha annunciato che si sarebbe cimentato nella poco ardimentosa, date le circostanze, ma da sempre vagheggiata avventura di attraccare a un'isola con le scarpe invece che con un natante. Lo avrei seguito io col mio zainetto da gita alla Madonna della Corona se non fosse che tutta quell'acqua intorno mi avrebbe messo paura. E poi metti che da un momento all'altro un improvviso diluvio non previsto dai meteorologi, come è successo per quello universale, avesse ingrossato il lago, altro che Titanic! Ho esternato le mie preoccupazioni al mio Gino il quale non solo non si sarebbe associato all’impresa ma mi avrebbe legato a una gamba della tola se avessi manifestato l’intenzione di partire col capitan Gianni, anche per una questione di gelosia, credo. La "suta" che continua a imperversare stravolge il panorama: trasforma le isole in penisole, i fiumi in autostrade sassose, i torrenti in mulattiere. Il cugino del ragionier Dolimàn, el Doli- món, dice che a Venezia le gondole grattano il fondo. Ma, a parte il panorama, questa "suta" la sento sulla pelle, mi irrita, sento la polvere tra i denti, màstego sabbia del Sahara. Tutto il corpo ne risente, òci aridi, cavéi duri e pesanti come crini de cavàl. El Vacamòra si lamenta che dalle tette delle sue vacche esca latte condensato e che le galline facciano i óvi co' la sgussa carolà. Guardo fuori dalla finestra, il mio osservatorio meteorologico: il cielo è grigio ma gnanca 'na gossa, eppure i òsei che vola bassi dovrebbero annunciare pioggia. «Iè solo strachi» mi fa il mio Gino.

Silvino Gonzato

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