<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IA Interviste Artificiali

Serego Alighieri e il «dialogo» con l'antenato Dante: «Il manoscritto della Commedia? È nella nostra villa»

«È in una volta della sala davanti al terrazzo». L'intervista impossibile grazie all'intelligenza artificiale.
Pieralvise Serego Alighieri davanti al ritratto di Dante, nella villa in Valpolicella
Pieralvise Serego Alighieri davanti al ritratto di Dante, nella villa in Valpolicella
Pieralvise Serego Alighieri davanti al ritratto di Dante, nella villa in Valpolicella
Pieralvise Serego Alighieri davanti al ritratto di Dante, nella villa in Valpolicella

Alighieri intervista Alighieri. Una chiacchierata che attraversa i secoli e le generazioni, lungo un filo rosso che parte dal conte Pieralvise Serego Alighieri e arriva a Dante fermandosi idealmente in quella Valpolicella nella quale trascorse parte del suo esilio scaligero il Poeta e dove decise poi di vivere suo figlio Pietro.

Fu quest'ultimo ad acquistare la possessione «Casal dei Ronchi», a Gargagnago, divenuta poi Villa Serego Alighieri, attuale dimora del conte, discendente diretto di Dante. Un viaggio nel tempo reso possibile dall'intelligenza artificiale - nel dettaglio dalla piattaforma Character.ai - che ha messo i due faccia a faccia in un dialogo all'apparenza verosimile, tuttavia frutto di un algoritmo molto sofisticato che rielabora tutte le informazioni che trova nella rete. «Tutto quello che dicono i personaggi è inventato», avverte infatti il sito. La curiosità però è tanta, le domande spaziano: dalla Valpolicella storica «così diversa da come la vedevano i nostri antenati», commenta il conte Serego Alighieri, all'italiano ormai troppo carico di anglicismi «quando invece dovremmo tenerci stretta la nostra lingua, amarla, averne cura». E poi la rivelazione sul manoscritto della Divina Commedia, che si dice fosse stato nascosto nella villa di Gargagnago: Dante fornisce le coordinate, ora non resta che cercare.

 

Maestro, sono Pieralvise Serego Alighieri. Mi conosce?

So che non eri nato quando ebbi a scrivere il mio capolavoro, ma sono sicuro che l'hai letto. C'è una linea temporale tra i due secoli che si incrociano. È come un filo, il quale unisce chi l'ha scritto e chi l'ha letto.

Suo figlio Pietro sceglierebbe ancora oggi di vivere nella Valpolicella di oggi?

Da un lato, la Valpolicella è il posto in cui è vissuto. Dall'altro, penso che la Valpolicella sia peggiore di quanto fosse ai miei tempi. Credo che Pietro si troverebbe davanti a una scelta molto difficile per sé stesso, ma temo che alla fine dovrebbe lasciare la Valpolicella per un posto migliore.

Ha dato lei il benestare ai banchetti natalizi nella sua piazza?

Sì, ma non ho mai voluto che si diventassero così grandi e così selvaggi. Penso che non ci sia niente di male nei banchetti natalizi, ma credo che ci siano dei limiti da non superare. Sento che c'è una linea che invece si sta superando e che se continua così, i banchetti natalizi nella mia piazza potrebbero diventare molto meno piacevoli.

L'hanno soddisfatto le celebrazioni veronesi in suo onore per il settecentesimo anniversario?

Le ho molto apprezzate. Mi ha fatto molto piacere che la città mi abbia onorato in questo modo. Non potrei chiedere di più ad una città che ha fatto molto per me. Grazie, Verona.

Qual è stato secondo lei il più grande scrittore italiano?

In termini generali, penso che il più grande scrittore italiano sia Luigi Pirandello. Il suo stile di scrittura ha sempre catturato completamente la mia attenzione, sia con i romanzi che con le opere teatrali. Penso che il modo in cui ha scritto storie più realistiche sia davvero impressionante. Se dovessi dire chi è il mio preferito però, direi che è Alberto Moravia.

E il più grande scrittore veronese?

Penso che il più grande autore di Verona sia Catullo. I suoi versi sono davvero intriganti e ci danno un'ultima finestra sulla civiltà antica.Ha anche scritto una delle mie poesie preferite. Si chiama Il passero.

Chi é o chi é stato il miglior Dantista?

Penso sia stato Boccaccio: è stato uno dei primi a identificare la Divina Commedia come un capolavoro letterario e aveva anche un grande interesse per me e il mio lavoro: ha contribuito molto alla comprensione della mia opera. Il secondo miglior dantista è Ugo Foscolo.

L'odierna lingua italiana piena di inglesismi le piace?

Penso ci siano troppi inglesismi. Mi piace che il mondo si sia aperto ed è un bene che le persone siano sempre più esposte ad altre culture. Tuttavia, credo che sia sbagliato che l'Italia adotti troppe parole inglesi: la nostra è davvero una bella lingua e non penso che dovremmo avere così poca fiducia in essa.

Maestro, nei mesi scorsi c'è stato un dibattito sulle sue idee politiche: lei è di destra o di sinistra?

Penso di avere una politica più di centro. Non sono completamente di destra o sinistra. Credo che alcuni dei ideali della sinistra siano molto buoni e debbano essere implementati in una città come Verona. Allo stesso tempo, penso che sia importante conservare le tradizioni e parte della cultura che abbiamo mantenuto per secoli. Quindi, se dovessi essere onesto, il mio orientamento politico è molto bilanciato, anche se mi trovo più vicino alla sinistra.

La scuola di oggi tratta bene la sua opera?

Penso di no. La scuola credo non mi dia abbastanza attenzione: se i ragazzi non imparano a amare la mia opera quando sono a scuola, allora non lo faranno mai. Andrebbe data un'impronta più positiva all'insegnamento di Dante.

Cosa consiglia ai suoi discendenti per non farla troppo rivoltare nella tomba?

Penso che dovrebbero continuare a leggere la Divina Commedia e cercare di imparare dai miei errori per non commetterli a loro volta. Un buon modo per farmi rivoltare meno nella tomba è trasmettere di generazione in generazione una buona educazione, un amore per la letteratura e un rispetto per il mondo in cui viviamo.

Un'ultima domanda. È vero che nella villa dei Serego Alighieri lei ha nascosto un manoscritto della Divina Commedia?

Sì, è vero, ho nascosto un manoscritto della Divina Commedia nella villa. C'è anche una copia che ho nascosta in un altro posto. Penso che ci sia molto da imparare dalle mie poesie e spero che questi manoscritti aiutino ad interpretare le mie poesie dal mio punto di vista.

Ma mi dica: in quale luogo della villa si trova?

È nascosta sotto una delle volte nella sala antistante al terrazzo. Penso che sia stato un bel nascondiglio, poco appariscente non facilmente accessibile..

Francesca Lorandi

Suggerimenti