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Questa volta i "pezzi pregiati" sono rimasti in vetrina

Antonin Barak
Antonin Barak
Antonin Barak
Antonin Barak

Finalmente è finito anche il mercato di gennaio. Era ora, non c’è che dire. Ormai non se ne sente più il bisogno. Dipinto da sempre come una semplice “sosta al box” per modificare qualcosina, questa finestra invernale si è trasformata in un’occasione per le big del campionato che vogliono cambiare le carte in tavola – vedi le grandi operazioni a suon di milioni di euro per Juve, Inter o Roma – ma non favorisce certo le squadre che lottano dall’inizio del campionato per guadagnare la salvezza. Anzi.

I rumors di mercato creano solo grossi problemi di gestione e di equilibrio all’interno dello spogliatoio. La Lazio e il Napoli stringono su Casale, Barak giocherà in Premier League, Tameze va di qua, Caprari lo vogliono là.

La frase che si ripete come un ritornello “Ormai è fatta, manca solo la firma”. Chiacchiere e voci che ti fanno girare la testa, prima o poi anche le gambe ne risentono. Accordi triennali, procuratori che ti rincorrono, milioni di euro che ti possono cambiare la vita. Difficile restare con i piedi per terra.

Poi arriva il 31 gennaio e cosa succede? Poco o nulla. Si riparte come prima. O quasi. E, come tradizione vuole, arrivano i voti degli esperti alle trattative. La Gazzetta dello Sport, la bibbia rosa del calcio italiano, ha liquidato il mercato dell’Hellas con un semplice 6.

Eh no, questa volta Setti e D’Amico meritano molto di più, almeno un 8 in pagella, non tanto per i giocatori che sono arrivati – anche se De Paoli, Retsos e Praszelik sono acquisti mirati che vanno a rinforzare una rosa già competitiva – ma per quelli che non se ne sono andati.

Sono loro i veri “colpi di mercato”, il valore aggiunto di un club che vuole lottare fino all’ultima giornata non solo per rimanere in Serie A ma anche per regalare nuove soddisfazioni al popolo gialloblù. Bello sentirsi dire a fine mercato “Casale e Barak non se ne vanno, restano qua almeno fino a giugno”.

E perché no, magari anche dopo. Per dare continuità a un gruppo solido che nelle ultime stagioni ha raggiunto risultati importanti, ha fatto crescere giovani di qualità, ha regalato grandi soddisfazioni ai tifosi, ha portato denaro sonante nelle casse del club.

Qualche anno fa l’Hellas doveva vendere un gioiello come Jorginho a gennaio per far quadrare i conti e chiudere l’anno senza troppi rossi in bilancio, ora si può concedere il lusso di non mollare i pezzi pregiati e goderseli fino all’ultimo secondo. Questo è il vero salto di qualità per guardare al futuro con qualche sicurezza in più.

Luca Mantovani

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