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Bollicine gialloblù

Il re è nudo e l'Hellas è ultimo in classifica

Disperazione nei volti dei giocatori dell'Hellas
Disperazione nei volti dei giocatori dell'Hellas
Disperazione nei volti dei giocatori dell'Hellas
Disperazione nei volti dei giocatori dell'Hellas

Il tempo delle illusioni è finito e ha lasciato il posto alla triste realtà. Sono bastate dodici giornate di campionato per far crollare una roccaforte troppo fragile, fatta di finti alibi e di povere giustificazioni. Il re è nudo e l'Hellas è ultimo in classifica. "Sì, va beh, c'è ancora il tempo per recuperare", "Ci sono tre squadre più scarse del Verona", "Questo è un campionato strano e chissà cosa succederà dopo il Mondiale", ripetono i soliti ottimisti. Chissà, nessuno ha la sfera di cristallo ma i numeri sono impietosi. Cinque punti in dodici gare - con questa media sarebbero meno di 16 alla fine del campionato - sette sconfitte consecutive, undici gol fatti e ventiquattro subiti, grazie alla peggior difesa del campionato.

 

La campagna di acquisti e "svendite"

Sicuramente sono analisi che farà anche la società e, a questo punto, servirebbe un esame di coscienza e pensare agli errori fatti in estate. Mai come quest'anno i tifosi gialloblù hanno assistito a una campagna di acquisti e "svendite". Sono arrivate troppe "scommesse", giocatori a parametro zero, stranieri sconosciuti e non ancora pronti per il campionato italiano. Sono stati lasciati andare pezzi pregiati che avevano fatto la differenza nell'ultimo torneo.

Ci possono stare Casale e Cancellieri che hanno creato valore aggiunto per le casse del Verona ma perchè cedere in blocco Caprari, Simeone e Barak senza sostituti allo stesso livello? Chi potrebbe segnare i quaranta gol che mancano? O anche trenta? Henry e Lasagna? Djuric e Kallon? Ma quello che fa male è la sensazione che si respira, l'idea che il supermercato Hellas sia sempre aperto, a prezzi bassi, tanto prima o poi l'Hellas abbasserà le pretese perchè ha bisogno di vendere.

Un esempio? Il Sassuolo ha ceduto Raspadori al Napoli per 35 milioni di euro, poco meno di quanto ha incassato il Verona per Simeone, Barak e Caprari tutti insieme, considerando tra l'altro che il Cholito era stato riscattato per una decina di milioni. Volete dirmi che Raspadori è più forte di Simeone? Un altro esempio? L'Udinese ha venduto Udogie al Tottenham per trenta milioni di euro però gioca un altro anno in Friuli. Perchè l'Hellas non segue questa strada?

 

Le mosse della società

In attesa di risposte - il presidente Setti per il momento non parla mentre il diesse Marroccu ha parlato anche troppo in estate e quindi ora preferisce star zitto - il club di Via Olanda già cambiato un allenatore e ha fatto un'altra scommessa. Ha esonerato Cioffi - d'altronde quando si affida una squadra senza una chiara progettualità tecnica e tattica a un mister che ha collezionato una ventina di panchine in A difficile pretendere di più - e ha chiamato un tecnico giovane, magari molto preparato, come Bocchetti per riportare a galla una scialuppa che sta affondando.

L'ex terzino ha portato tanto entusiasmo, qualche idea "rubacchiata" negli anni scorsi a Juric e Tudor, grande determinazione ma deve fare i conti con una squadra che fa quello che può, limitata tecnicamente, svuotata psicologicamente, in ritardo dal punto di vista fisico. Basta rivedere i troppi gol incassati nei minuti finali. Solo un cambiamento di rotta può far ripartire la squadra.

 

Un cambiamento di rotta

Innanzitutto pensare al presente e cercare di portare a casa qualche punto nelle prossime tre partite prima della sosta per il Mondiale - anche se Monza in trasferta, Juve e Spezia in casa non sono impegni all'acqua di rose - per non finire troppo staccati dalla quartultima. In secondo luogo rivedere tutta la preparazione durante i due mesi di sosta e mettere ossigeno nei polmoni dei gialloblù, visto che non saranno molti quelli convocati in Qatar.

Infine, intervenire sul mercato di riparazione con almeno tre o quattro acquisti mirati, due in attacco e due in difesa innanzitutto, e farlo con idee chiare sull'idea di gioco che deve avere la squadra. La prima parte del campionato ha confermato che quando si gioca d'azzardo qualche volta si vince ma spesso e volentieri si perde.

Luca Mantovani

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