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Bollicine gialloblù

Hellas, si sta smontando il giocattolo? Ora è una questione di credibilità

Gabriele Cioffi (Fotoexpress)
Gabriele Cioffi (Fotoexpress)
Gabriele Cioffi (Fotoexpress)
Gabriele Cioffi (Fotoexpress)

Mamma mia, che figuraccia. A pochi giorni dall’inizio del campionato l’Hellas rimedia una batosta che non ha uguali nella storia recente del club. Quattro a uno in casa contro il Bari, neopromossa in B, e addio Coppa Italia.

Tanta, troppa confusione. Non solo a livello tattico e tecnico ma anche dirigenziale. E, con ogni probabilità, questa disfatta clamorosa nasce proprio da lì, dalla confusione che regna nella stanza dei bottoni.

Il «caso Caprari» è l’esempio più eclatante, quello che in poco più di un mese ha fatto mettere in discussione la credibilità al nuovo direttore sportivo del Verona, Francesco Marroccu. Il 15 giugno scorso, al momento del suo insediamento in Via Olanda, aveva dichiarato «Tameze e Caprari sono incedibili». Sì, ho scritto bene, incedibili. Una presa di posizione riportata su tutti i giornali e i siti e ripresa da telecamere e microfoni. Sul vocabolario Treccani si legge «Incedibile, aggettivo. Che non può costituire oggetto di cessione, inalienabile, invedibile». Il 21 luglio, dopo un paio di settimane di voci e smentite, il Monza annuncia ufficialmente di aver acquistato Gianluca Caprari. Attenzione, il Monza, una neopromossa in A, una squadra che lotterà con l’Hellas per non retrocedere. Per carità il proprietario è il Cavalier Berlusconi e il dg Adriano Galliani, vecchia volpe del calcio italiano, ma non stiamo parlando di Real Madrid, Manchester o Bayern.

 

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Il diesse è corso ai ripari e, in un’intervista a L’Arena, ha puntualizzato che lui aveva detto «incedibili, se non arrivava un’offerta irrinunciabile». Allora due precisazioni. Se parli di «incedibile» - e non vuoi perdere la faccia - non può cedere nemmeno davanti a un’offerta di cento milioni di euro, se invece fai un passo indietro sarebbe bello sapere a quanto ammonta «l’offerta irrinunciabile» per far passare Caprari al Monza. Non si tratta di curiosità, nessuno vuole fare i conti in casa Setti ma una risposta precisa servirebbe a fare chiarezza.

Qui non si tratta solo di business e di risultati – su questo nulla da dire in dieci anni al timone dell’Hellas, Setti ne ha fatti sette in A – ma è una questione di credibilità, una credibilità che si conquista giorno dopo giorno. Anche perchè la cessione dei pezzi pregiati dell’Hellas - non solo Caprari ma anche due giovani come Casale e Cancellieri ... - e l’ipotesi che potrebbero andarsene anche Barak e Simeone, Ilic e Lazovic, rende ancora più amara la sconfitta di Coppa con il Bari e mina alla base la solidità di un gruppo che ha mostrato grande determinazione negli ultimi anni, primi tra tutti veterani che non hanno più punti di riferimento. In quest'ottica deve far riflettere il nervosismo di Faraoni espulso nel finale di partita con i galletti pugliesi.

 

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Tra l’altro, anche questo ormai è chiaro, non c’è più nemmeno un progetto tecnico alla base del lavoro di Marroccu visto che mister Cioffi ha sempre adottato il 3-5-2 e non il 3-4-3 che ha regalato grandi soddisfazioni negli anni scorsi. E non c’è nemmeno un’idea strategica a breve termine per dare continuità al lavoro fatto da Tony D’Amico con Juric prima e Tudor poi, in panchina.

Dunque questa è la domanda più importante: perchè si sta smontando il giocattolo? Perchè si smantella l’organico? Per raccogliere più soldi possibile in vista di momenti difficili oppure per accantonare un "tesoretto" e sparare gli ultimi colpi nella fase finale del mercato? Fra una settimana arriva il Napoli al Bentegodi, è arrivato il momento di dare delle risposte concrete a tutti quelli che amano l’Hellas. Quest'anno si giocherà un campionato strano, tra novembre e dicembre ci sarà una pausa per i campionati del mondo in Qatar e partire con il piede giusto diventa fondamentale. 

 

Mantovani Luca

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