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Carta, penna e ... calcolatrice. L'Europa è una questione matematica

Mister Tudor (Fotoexpress)
Mister Tudor (Fotoexpress)
Mister Tudor (Fotoexpress)
Mister Tudor (Fotoexpress)

Carta, penna e ... calcolatrice. La partita con la Roma diventa una sfida per l'Europa e basta qualche numero per capirlo. L’Hellas ha raccolto 36 punti nelle prime 25 partite e viaggia alla media di 1,44 punti a partita ma se prendiamo in considerazione solo la gestione Tudor - che ha preso in mano la squadra alla quarta giornata dopo le tre sconfitte di mister Di Francesco - si vede che i gialloblù viaggiano dunque con una media di 1,63 punti a partita.

Quindi, secondo una proiezione matematica, procedendo allo stesso ritmo il Verona potrebbe chiudere con 54 punti in classifica, nel primo caso, oppure 62 nell’ipotesi migliore. Alla fine del campionato scorso la Roma si qualificò alla Conference League chiudendo al settimo posto la stagione regolare proprio con 62 punti, quindi tutto può succedere da qui al 22 maggio con 13 partite ancora da giocare e 39 punti in palio.

Tra l’altro anche quest’anno si potrebbe ripetere una situazione simile a quella dell’anno scorso con quattro squadre in Champions dal primo al quarto posto e due in Europa League ma un posto va di diritto a chi vince la Coppa Italia e, in questo momento, tre delle quattro semifinaliste sono squadre che occupano le prime posizioni della classifica con vista sulla Champions, quindi la «griglia» delle partecipanti alle competizioni continentali.

Solo un’illusione? Può essere ma sognare non costa nulla e questo Verona per quello che ha fatto vedere anche contro le grandi del campionato può giocarsela con tutti, anche domani pomeriggio con i giallorossi di Super Mou.

D’altronde con una salvezza già in archivio meglio alzare subito l’asticella piuttosto di affrontare le ultime partite con pochi stimoli e zero entusiasmo com’è successo nelle due stagioni di Juric. L’Europa è un traguardo inarrivabile? Proviamo a individuare altri obiettivi.

Il primo? Arrivare nella parte sinistra della classifica, quindi tra le prime dieci, con la possibilità di introitare qualche soldo in più nella ripartizione dei diritti televisivi, visto che una percentuale tiene conto anche della graduatoria finale. Un salto di qualità importante per una società che tre anni fa era in B, dopo qualche stagione in altalena.

Il secondo obiettivo? Superare quota 54, il record di punti in Serie A da quando Maurizio Setti è alla guida del Verona. L’Hellas ci riuscì nel 2014 con Mandorlini in panchina, la squadra di Juric ci ha provato ma non s’è nemmeno avvicinata al top, Tudor viaggia in media ma non deve perdere il ritmo per toccare o superare quel punteggio. Può essere uno stimolo in più per tutti, dirigenti, tecnici e giocatori.

Dalla squadra al singolo. Dai tempi di Luca Toni non c’è un attaccante gialloblù sul podio dei bomber, il «Cholito» Simeone ha le polveri bagnate da qualche settimana ma ha già messo a segno dodici gol e occupa il terzo posto nella classifica cannonieri. Con l’aiuto dei compagni, può tornare in scia di Immobile e Vlahovic. Deve solo sboccarsi, magari già domani all’Olimpico.

Luca Mantovani

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