<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Bici e monti

La via Flavia da Aquileia a Trieste: in viaggio fra il mare e la storia

75 chilometri lungo la via Flavia da Aquileia a Trieste, via Grado, Monfalcone e il sentiero Rilke. Due giorni a piedi, uno in bici
Il sentiero Rilke
Il sentiero Rilke
La via Flavia da Aquileia a Trieste

Ospiti del blog di Claudio Mafrici Bici e monti, ne approfittiamo per un inedito excursus marittimo, non senza qualche asperità e senza per altro lesinare panorami mozzafiato.

Vi portiamo lungo la via Flavia, con partenza da Aquileia e arrivo a Trieste. 75 chilometri (circa) totali, che si possono fare in due giorni di cammino o in un giorno in bici, lungo praticamente gli stessi identici percorsi. Il consiglio è di percorrere questo itinerario fra ottobre e aprile, perché molto esposto al sole e con pochi punti per abbeverarsi.

Qui trovate la traccia del percorso.

Cos'è la via Flavia?

La via Flavia è una via romana il cui principale artefice fu l'imperatore Vespasiano, nel primo secolo prima di Cristo. Partiva da Aquileia (città chiave della storia Romana, ne fu anche capitale) e arrivava fino in Dalmazia.

Un gruppo di appassionati di trekking negli ultimi anni ha tracciato un cammino che ne ripercorre lunghi tratti e che ne prende il nome: parte da Lazzaretto, nel comune di Muggia al confine con la Slovenia, e arriva ad Aquileia, lungo 115 chilometri e cinque tappe. È segnata con segnavia gialli.

Noi l'abbiamo percorso in senso opposto, con lo spettacolo di Trieste e del suo Golfo a indicarci la via per quasi tutto il tragitto.

 

Da Aquileia a Grado

Partenza dalla Basilica di Aquileia, dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato, la cui storia affonda nell'editto di Milano del 313 d.c e che è stata più volte ricostruita nel corso dei secoli.

Si abbandona Aquileia, centro patrimonio dell'Unesco e custode di preziosissimi segni della civiltà romana, e si imbocca la ciclopedonale diretta verso Grado, che costeggia l'ultima campagna prima del mare. Dopo circa sette/otto chilometri la ciclopedonale percorre lo spettacolare ponte che collega la terraferma a Grado e divide le province di Udine e Gorizia, al limitare della laguna.

In questo tratto la via Flavia coincide anche con il Cammino Celeste, un cammino che congiunge l'isola Barbana, nella laguna di Grado, con il Monte Lussari.

L'impagabile arrivo a Grado nel nostro caso ha coinciso con l'imponente alluvione che in quei giorni aveva mandato l'isola sott'acqua in diversi punti, tanto da aver bisogno di un passaggio per riuscire a guadare il centro. Le conseguenze di quella mareggiata ve le raccontiamo qui.

 

Da Grado a Monfalcone

Si costeggia il lungomare di Grado, con l'Adriatico che si apre immenso a sud-est e Trieste che fa da sfondo, circondata da montagne innevate.

Si rientra su via Monfalcone, dove la ciclabile è punteggiata da enormi comprensori turistici, prima di attraversare l'affascinante riserva di Valle Cavanata.

Si abbandona la strada principale per costeggiare il canale Averto (per chi vuole allungarla, ma costeggiare il mare, si può percorrere la Circondaria a Mare, o Strada del Caneo), prima di risalire in parallelo all'Isonzato, in piena campagna.

Dopo un paio di chilometri, i più brutti del percorso, sulla provinciale 19 (anche in questo caso si può evitare, ma allungando di 4-5 chilometri) si arriva finalmente ad attraversare il maestoso Isonzo, per poi prendere a destra verso La Cona e le Risorgive Schiavetti, le risorgive più a Nord del Mediterraneo: un dedalo di piccoli canali e fitta vegetazione sorprendente.

Quasi senza accorgersene, ci si ritrova nella zona industriale di Monfalcone, porto e cittadina operaia che fa da tappa per la notte per chi sta percorrendo la via Flavia a piedi. Siamo a metà del percorso.

 

Da Monfalcone al Sentiero Rilke

Da Monfalcone la via più breve verso Trieste sarebbe la statale 14. Ma lo spazio per bici e camminatori si esaurisce presto, quindi meglio aggiungere dislivello e chilometri ma allontanarsi dal traffico e immergersi fra i sentieri e la vegetazione del basso Carso, nella zona di Medeazza.

Passando di volta in volta sopra o sotto ferrovia e autostrada, si torna a lambire l'Adriatico all'altezza di Duino: imboccare il sentiero Rilke è un ottimo motivo per farlo.

Lungo due chilometri e mezzo, a picco sul mare, porta il viandante a Sistiana e porta il nome di Rainer Maria Rilke, celebre scrittore e poeta austriaco che, ospite al Castello di Duino all’inizio del Novecento, come già lo era stato Dante prima di lui, vi compose le sue “Elegie Duinesi”.

Dal Sentiero Rilke a Trieste passando per Miramare

Dopo qualche chilometro in cui la statale 14 offre riparo a due ruote e due piedi, meglio abbandonarla di nuovo, poco prima della Marina di Aurisina (il sentiero è segnato). Il percorso nel bosco, a pochi metri dalla ferrovia e a un paio di centinaia di metri di altezza, è particolarmente piacevole e se ne ridiscende solo, attraverso via del Pucino, all'altezza del porto di Grignano. 

È la porta d'accesso al parco e al castello di Miramare, capolavoro architettonico progettato dall'architetto austriaco Carl Junker e dimora prediletta di Elisabetta d'Austria, meglio conosciuta come Sissi nell'Ottocento. Non solo il castello, ma anche il parco è memorabile.

Da qui si prosegue sul lungomare fino a Barcola, costeggiando i "Topolini", i tipici bagni costruiti sulla banchina in cemento e affollati in estate dai triestini. A Barcola si rientra verso l'interno e, lungo una ciclabile, si arriva finalmente nella zona della stazione. Da qui, dopo aver ammirato il tramonto dal molo Audace, ecco finalmente l'iconica piazza Unità d'Italia, simbolo di Trieste e felice punto d'unione fra la civiltà mediterranea e quella asburgica.

Siete arrivati. Ora tenete semplicemente presente che Trieste è una delle città più ricche di osterie al mondo.

Riccardo Verzè

Suggerimenti