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Bici e Monti

Da Ponte Pietra a Madonna della Corona, un pellegrinaggio fra Lessinia e Baldo

Il tratto da Fosse a Peri
Il tratto da Fosse a Peri
Dalla Madonna del Terraglio a Madonna della Corona (foto Verzè)

Dalla Madonna del Terraglio, in città, alla Madonna della Corona, sul monte Baldo, lungo l’itinerario che percorrevano gli studenti e gli educatori dell’Istituto Don Nicola Mazza, che ha sede proprio nell’antico rione di Santo Stefano, a due passi dal Ponte Pietra e dal Teatro Romano.

Un pellegrinaggio di grande respiro, che dalla città si sviluppa sulla dorsale collinare che, dalle Torricelle, raggiunge l’alta Valpolicella e la Lessinia, per poi calare in Val d’Adige e risalire quindi al santuario e a Spiazzi: 47 chilometri abbondanti, 1.600 metri di dislivello, 11-12 ore di cammino.

L’itinerario è uno dei dieci «cammini» storici che raggiungono la Corona, sicuramente il più interessante (ma non il più breve) per chi parte dalla città. L’occasione dell’Anno giubilare mariano per i 500 anni del santuario, che si è appena aperto, rende ancora più significativa questa escursione, percorribile praticamente tutto l’anno a patto di avere un buon allenamento. Perchè comunque i chilometri alla fine si fanno sentire, e l’ultimo tratto da Brentino, sul Sentiero della Speranza, quasi tutto a scalini, è piuttosto faticoso.

Se lo si vuole percorrere in giornata - è quello che ho fatto io, con i miei colleghi Enrico, Riccardo e Paolo -, l’appuntamento per forza di cose dev’essere prima dell’alba, diciamo alle ore 5.30. E, partendo col buio, è meglio portarsi una pila frontale.

 

Si risale tutta via Marsala, fra le belle abitazioni della Valdonega, fino a un cancello con segnaletica «Allacciante», dove ci si innesta sulla rete dei sentieri delle colline veronesi. Si sale nel bosco fino alla Fontana di Sommavalle, quindi si prosegue sempre in salita fino a sbucare di fronte a Villa Fraccaroli, in via Santa Giuliana. Da qui si prende via Bonuzzo Sant’Anna, si passa accanto alla terza torricella e si prosegue su asfalto fra splendide ville, diretti ai Gaspari (segnaletica biancorossa).

 

 

All’incrocio con via Ronchi si prende via San Vincenzo che sale ancora fino al crinale che si affaccia sulla Valpantena. Si prosegue su via Gaspari, che alterna ambienti più aperti a tratti nel bosco, fino al capitello dei Gaspari. Qui si tiene la destra e si entra nel bosco, percorrendo un suggestivo tratto su un sentiero roccioso che sembra la schiena di un gigante. Sempre seguendo i segni biancorossi si prosegue fino a sbucare sull’asfalto in località Casevecchie, dove si scende a sinistra nella valletta e si torna nel bosco seguendo il tracciato segnalato che scorre sopra Montecchio.

 

 

Fra campi e boschetti si raggiunge la località Il Dondolo. Si prosegue passando per Case Antolini, quindi si prosegue su asfalto, alternando tratti nel bosco sul sentiero europeo E5. Si percorre il bellissimo crinale del Monte Comun e, toccando la località Saline e poi Fiamene, si raggiunge in discesa la Croce dello Schioppo.

Da qui, per arrivare a Fosse, non resta che percorrere la strada provinciale 12, che tocca Corrubio, passa sopra Vaggimal e arriva a Sant’Anna d’Alfaedo (prima del paese deviazione a destra per evitare il lungo tornante di Cona). Quella della strada è la via più breve, ma certo non la più bella e sicura, a causa del traffico. Prestando molta attenzione alle auto, si prosegue fino a Fosse, punto più alto dell’escursione (945 m), che si raggiunge fra mezzogiorno e l’una, giusto in tempo per uno spuntino.

Quindi si scende verso la Val d’Adige prendendo la stradina segnalata che dal paese, appena dopo il bivio per Breonio, scende alla località Michelazzi. Seguendo la stradina, che poi si trasforma in un sentiero, si costeggia il crinale con vista sul Corno d’Aquilio fino al Corno di Semalo (920 m), dove il sentiero va a destra e scende verso Peri.

 

 

Si attraversa più volte la provinciale Peri-Fosse, facendo attenzione ai brevi ma delicati tratti attrezzati che permettono di mettere piede sull’asfalto. La discesa prosegue a tratti ripida, si supera una stazione di pompaggio di Acque Veronesi, fino a quando, ormai arrivati sopra Peri, si attraversa per l’ennesima volta la strada e si risale a sinistra (segni biancorossi) fino al punto in cui si ritrova il sentierino che ci deposita in centro al paese.

Da Peri si attraversa la statale del Brennero e si scende a destra (sottopasso) fino al ponte sull’Adige. Ora siamo a Rivalta. Si costeggia la strada provinciale, si passa sopra l’autostrada e quindi si prende la pista ciclabile del Sole che, lungo il canale Biffis, ci accompagna fin quasi al bivio per Brentino.

 

 

Raggiunto il paese e la fontana all’imbocco della scalinata del Sentiero della Speranza, dopo una meritata sosta si affronta il tratto finale del pellegrinaggio, quello più suggestivo e faticoso. Abbiamo davanti a noi circa 650 metri di dislivello, su largo sentiero scalinato, che sale a un punto panoramico (croce) e prosegue poi fino alla spettacolare scala scavata nella roccia che permette di superare la parete rocciosa che sbarra l’accesso al santuario. Superato il bivio per Malga Orsa e il ponte tibetano, si prosegue in salita fino ai piedi del santuario. Un’ultima teoria di scale e, finalmente, eccoci al santuario della Madonna della Corona, in posizione incredibile, aggrappato alla parete a strapiombo, con fantastica vista sulla Val d’Adige, celebre luogo di spiritualità, fra i più visitati in Europa.

 

 

Per il rientro, è opportuno lasciare un’auto a Spiazzi, che si raggiunge risalendo le ultime scale (o la stradina, servizio navetta).

Claudio Mafrici

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