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Tullen, il «tetto» delle altre Odle

Il primo sole illumina le cime delle Odle
Il primo sole illumina le cime delle Odle
Il Tullen, l'altra Odle (Mafrici)

La Val di Funes è sicuramente una delle più belle valli dolomitiche. Siamo nel super turistico Alto Adige, ma qui non ci sono impianti di risalita e quindi, anche in alta stagione, non si vede mai folla che si accalca, come avviene invece nella parallela Val Gardena. Da queste parti è nato Reinhold Messner, mito dell’alpinismo, e la valle è senza dubbio meravigliosa, in particolare d’autunno, e offre bellissime passeggiate anche con le ciaspole, ora che la neve è arrivata (io ci sono andato lo scorso ottobre).

Panorama dominato dalle Odle

Il panorama è dominato dalle Odle, gli «Aghi», con la Furchetta e il Sass Rigais che dominano la lunga cresta dolomitica dall’alto dei loro tremila metri e calamitano l’attenzione di tutti. Difficile non farsi incantare da questa valle, che è rimasta comunque molto legata alle sue tradizioni pur facendo la piega al turismo per questioni di bottega.

Lassù tutti o quasi ci vanno per vedere le Odle (iconica l’immagine della chiesetta di Santa Maddalena con lo sfondo delle cime e i prati così verdi che sembrano colorati), per salire alle varie malghe, aperte fino a novembre, oppure per raggiungere l’antico rifugio Genova e collegarsi sull’altro versante agli itinerari del Sass de Putia.

Odle di Eores

Ma in Val di Funes c’è anche una catena di montagne meno note, che hanno sempre le Odle nel nome ma con una piccola aggiunta: si tratta delle Odle di Eores (in tedesco Aferer Geisler), che prendono il nome da un paesino che fa parte del Comune di Bressanone, Eores appunto, e viste dal lato brissinese in effetti offrono un bel colpo d’occhio, con la lunga catena di cime che sembra la groppa di un animale preistorico. Dalla Val di Funes, invece, queste Odle di Eores sono decisamente meno appariscenti, «minori» rispetto alle celeberrime dirimpettaie. Aggiungiamoci che la roccia, pur essendo dolomitica, è di cattiva qualità e non ci sono quindi grandi pareti (non c’è trippa per gli arrampicatori). Il risultato è il minore affollamento e una frequentazione più tranquilla.

In compenso queste montagne sono un vero paradiso per gli escursionisti, con in più un’Alta via attrezzata, non difficile, intitolata a Günther Messner, il fratello di Reinhold, morto sul Nanga Parbat. La cima più elevata è il Tullen (2.665 m) e merita proprio un giretto per il grande panorama che si apprezza dalla vetta. I sentieri sono tenuti in maniera incredibile, sembra che qualcuno li abbia sistemati un attimo prima del tuo passaggio. Inoltre, queste montagne sono davvero interessanti e suggestive, ricche di spunti geologici e con fiori rari nel periodo estivo.

Partenza da malga Zennes

Il classico punto di partenza è il parcheggio a pagamento di malga Zannes (Zanser Alm, 1.686 m), che si raggiunge in auto percorrendo tutta la valle (ma c’è anche un servizio bus). Questo è il punto più trafficato delle montagne di Funes. Ma basta salire per una manciata di minuti per ritrovarsi su sentieri solitari e tutti, come dicevo, tenuti benissimo. Si sale seguendo le indicazioni del sentiero 25 Herrensteig, si supera un bel ponticello sul torrente Kaserill, poi si costeggia in alto il corso d’acqua fino a un bivio a circa 1.850 metri dove si va decisamente a sinistra imboccando il Sentiero dei signori alto (più sotto corre quello basso) con l’indicazione per il Tullen.

I principi del Tirolo

I signori sono i principi del Tirolo, un tempo proprietari di queste valli, e spesso in lotta con il vescovo di Bressanone. Dal bivio la salita nel bosco è diretta, quindi piuttosto ripida, ma il sentiero è sempre agevole. Poco a poco iniziano a spuntare fra i rami degli abeti le cime delle Odle, il panorama si allarga e una volta superato il limite della vegetazione la spettacolare catena si mostra in tutta la sua magnificenza.

Si traversa lungamente sul sentiero, ora più stretto ma sempre ben tracciato, fino ai pascoli della cosiddetta Kofelalm, passando ai piedi di fasce rocciose e suggestivi pinnacoli. Arrivati a un nuovo bivio si va a destra sempre su pascoli andando ad innestarsi sull’Alta via Messner. Si passa ai piedi dell’imponente scoglio dolomitico della Lavina Bianca in una dolce valletta che sale gradualmente fino a un valico. Se ci giriamo possiamo ammirare bellissimi colpi d’occhio sulla Val di Funes, mentre verso nord appare l’immenso altopiano della Plose.

Ancora un tratto in salita e il sentiero si va ad affacciare sulla valle ai piedi della catena delle Odle di Eores. Finalmente possiamo vedere la nostra meta, il Tullen con la sua croce, e il sentiero da percorrere, molto evidente. Ci si abbassa fra prati e ghiaie in ambiente suggestivo, quindi il sentiero torna a salire gradualmente. La cima non è lontana.

L'imponente ghiaione e il tratto dirupato

Si traversa l’imponente ghiaione che scende dalle pendici del Tullen, ammirando di nuovo le Odle sull’altro versante, davvero magnifiche. Si sale ancora fino a un bivio, dove si va a sinistra per salire il tratto più impegnativo del tracciato. Proseguendo sul sentiero principale si va ad affrontare invece l’Alta via Messner, attrezzata (serve il kit da ferrata) che percorre tutta la cresta fino al rifugio Genova (e da lì si rientra a malga Zannes).

Per raggiungere la cima si affronta un tratto dirupato della cresta, con tratti attrezzati con cavetto, facili ma leggermente esposti. Superato il tratto più delicato si arriva in vetta. Panorama immenso, giustamente celebrato, che merita la fatica spesa per salire fino a qui (circa 2 ore e mezza, mille metri di dislivello): oltre alle Odle, il ciclopico corno del Sass de Putia, e poi il Puez, Fanes, più in là il Catinaccio, buona parte della catena di confine con l’Austria, e poi lontano l’occhio arriva al Cevedale e al Brenta. Dalla cima si può ammirare anche tutta la cresta delle Odle di Eores, sulla quale corre il sentiero Messner. Si rientra dal sentiero percorso all’andata.

 

Claudio Mafrici

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