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Bici e Monti

Sulle Colme di Vignola fra ciaspole e scialpinismo

Sulle colme di Vignola

La neve è arrivata, anche in quantità non disprezzabili, fino a bassa quota. E quindi è ora di tirar fuori ciaspole e sci per non interrompere le passeggiate sui monti. Certo, fino agli anni ’90 l’escursionismo invernale era un’attività per pochi, ben attrezzati e appassionati, per la gran parte scialpinisti. Poi, con la riscoperta delle racchette da neve, le ciaspole, nulla è stato più come prima. Una vera rivoluzione.

E allora, ecco spuntare come funghi sentieri tracciati e battuti sulla neve e rifugi aperti anche a gennaio, pronti ad accogliere una clientela che prima non c’era. Vogliamo aggiungere anche le fat-bike, le bici con le maxi gomme? E gli slittini? E le passeggiate al chiaro di luna (con sosta in baita)? Anche lo scialpinismo è cambiato: in passato si cominciava in genere dopo le feste con le prime uscite preparatorie, per arrivare pronti a febbraio con l’apertura della stagione vera e propria, che si prolungava a volte fino a maggio ad alta quota. Oggi non è più così. Dopo la prima nevicata seria, anche in pieno autunno, un esercito di sciatori si mette in movimento alla ricerca della «polvere». E il rischio, concreto, di far fuori le solette sembra non spaventare più di tanto chi manifesta crisi di astinenza da neve e non vede l’ora di lasciare di nuovo il suo segno su un pendio immacolato.

Merce sempre rara, i pendii immacolati. Non so come, ma ogni volta c’è qualcuno che ti brucia sul tempo, e quando arrivi in cima e sei pronto a bloccare i talloni scopri che questo signor qualcuno è già passato e ha «macinato» il tuo vallone. Certo, questo può infastidire un purista della neve fresca ma non uno scialpinista della domenica come il sottoscritto, che si diverte ad uscire con le pelli ma non è un cacciatore di «powder». Che dalle nostre parti, peraltro, non è sempre frequente per via dell’esposizione, delle quote e delle temperature.

Comunque, per cominciare a scaldare i motori, sono andato a fare un giretto in una zona che amo e frequento in ogni stagione, quella della Polsa, sull’Altopiano di Brentonico, dove il rischio valanghe è di solito quasi inesistente (ma è comunque necessario avere il kit di autoassicurazione con Artva, pala e sonda). Questa uscita si può fare anche con le ciaspole, con il solito spirito del «chi si accontenta gode» caro anche a chi frequenta la Lessinia. Attenzione: con il nuovo anno il kit di sicurezza diverrà obbligatorio anche per i ciaspolatori, «in particolari ambienti innevati, laddove, per le condizioni nivometeorologiche, sussistano rischi di valanghe». Una formulazione indeterminata, visto che anche gli esperti fanno fatica a valutare i rischi. Francamente, non so come andrà a finire.

L’obiettivo è salire fino alle Colme di Vignola (1.583 m), all’arrivo dello skilift Momo (uno degli impianti più vecchi - e famosi - del Trentino, azionato ancora oggi da un motore diesel). Il classico punto di partenza è il parcheggio vicino al campeggio della Polsa. Si va a sinistra, a lato della stradina-pista di discesa, badando quindi agli sciatori. Dopo circa 300 metri, sopra il camp o di calcio, si prosegue in salita sulla stradina, che è poi il sentiero estivo, usato occasionalmente anche dagli sciatori. Si sale in leggera pendenza fino al citato skilift Momo e si prosegue poi, sempre a sinistra, aggirando malga Vignola, fino al passo, dove il panorama si apre verso la Lessinia, mentre dall’altra parte Rovereto, il monte Stivo e la Val d’Adige sono una presenza costante.

Il passo della Vignola è sempre battuto dal vento, che spazza, accumula e modella la neve quasi senza tregua. Si va ora a destra risalendo il pendio, a seconda dell’innevamento, fino ai cartelli che indicano la cima, peraltro facilmente individuabile grazie all’impianto di risalita che ci sta sopra.

Dal parcheggio si impiega meno di un’ora e mezza. Il panorama da lassù si allarga al Gruppo di Brenta e alla Presanella, oltre naturalmente alla catena del Baldo, al Carega, al Pasubio, al Cornetto di Folgaria e al Bondone. La discesa con le ciaspole si effettua a lato della pista di sci che arriva a baita Montagnola. Quindi, con attenzione, vista la presenza degli sciatori, si costeggia la pista Belvedere ritornando verso il campeggio. Chi è salito alle Colme con gli sci può seguire il primo tratto della pista e poi, a destra, imboccare un vallone sempre con ottima neve, che scende all’arrivo dello skilift (e qui fine dei giochi). L’alternativa è a sinistra, fino a un cocuzzolo che si affaccia sul demanio sciistico della Polsa.

Con attenzione, a seconda dell’innevamento, si scende il vasto pendio traversando poi verso sinistra sopra un boschetto fino a imboccare un vallone che si abbassa fino a malga Susine. Chi vuole, da qui può ripellare (itinerario non sempre tracciato) salendo nel bosco verso il Postemon (antenne) e poi rientrare verso la Polsa sfiorando malga Pravech.

Claudio Mafrici

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