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Sul Piz Olda in mtb, lo spettacolo vale la fatica

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Verso il Piz Olda tra scenari mozzafiato
Verso il Piz Olda tra scenari mozzafiato
Bici & Monti: sul Piz Olda

La Valcamonica non finisce mai di sorprendere: è una miniera di itinerari e regala paesaggi e ambienti di grande suggestione. Diciamo che, per fortuna, è ancora relativamente poco nota! Siamo di nuovo in provincia di Brescia. L’obiettivo è il Piz Olda, una cima di 2.511 metri che, con il gemello Pian della Regina (2.628 m), che si può concatenare per cresta, costituisce forse il balcone più spettacolare sulla vetta dell’Adamello, raggiungibile senza difficoltà da un normale escursionista nel periodo estivo.

Sull’Olda si arriva anche in mountain bike. La partenza è da Cevo, paesino della Valsaviore molto apprezzato per la posizione panoramica e la sua bella pineta (dove si parcheggia). Da qui (siamo a 1.100 metri) si segue la stradina in parte selciata che sale ripida fino ai Fienili Musna, poco sopra quota 1.500 metri, raggiunge la località Ghisella e quindi malga Corti (1.816 m), ideale punto per una sosta (è l’unico punto di appoggio). Da qui si raggiunge faticosamente il tratto finale della salita sul sentiero 93, che si inerpica verso il Dos del Curù (sito archeologico dell’Età del Ferro, V secolo a.C.) fino all’imbocco del vallone che separa il Piz Olda e il Pian della Regina e dove i percorsi si separano. Chi punta al secondo sale a destra fino alla sella fra le due cime e arriva in vetta superando un ripido canale, comunque non difficile.

Chi va all’Olda si sposta verso sinistra seguendo lo stradello militare che si stringe e diventa sentiero, sempre ben percorribile tranne in un paio di punti, attraversando a lungo il pendio erboso (attenzione alla festuca, molto scivolosa) fino a che, con alcune svolte, raggiunge la cresta rocciosa ed erbosa. Un ultimo strappo ci porta sulla vetta, che regala un eccezionale panorama sulle montagne camune, in particolare Re di Castello, Pizzo Badile e Concarena, e su quelle orobiche, con il gruppo del Bernina a chiudere l’orizzonte verso nord-ovest. Poi naturalmente c’è sua maestà l’Adamello, con le vicine piramidi del Corno Miller e di Cima Plem. Proseguendo in cresta, come detto, si può scendere alla sella fra le due cime e risalire al Pian della Regina. Considerato il dislivello accumulato (1.400 per il Piz Olda) e i tempi (circa 4 ore dalla pineta), ci si può anche accontentare. Discesa come la salita.

 

IN BICI. Come al solito, ecco anche la proposta per gli amanti della mtb, in questo caso molto ghiotta perché l’Olda in bici è davvero uno spettacolo, visto che è quasi tutto pedalabile e solo l’ultimissimo tratto obbliga a spingere o a portare la bici. Quella di salire con la mtb è ormai una possibilità alternativa o complementare al classico escursionismo e, con il dovuto rispetto per chi cammina, è praticata quasi ovunque. Potremmo definirla la versione estiva dello scialpinismo (dura salita e divertente discesa). L’importante è vivere la montagna!

La salita al Piz Olda (all’inizio piuttosto ripida) è comune al percorso escursionistico fino ai Fienili Musna. Da qui, però, invece di puntare verso malga Corti, si prosegue a sinistra sulla vecchia strada militare che con lunghissimi traversi risale i prati del Dosso Paret, toccando malga Aret e malga Paret, supera quota 2.000 al Dos del Curù, fino ad entrare nel citato vallone fra le due cime sul quale sbuca il sentiero 93 per il Pian della Regina. Tenendo a sinistra (siamo poco sopra quota 2.200 m) si prosegue lungo la mulattiera che si stringe e presenta un paio di passaggi delicati (specie per chi ha una e-bike). Poi il sentiero ritorna ad essere più ampio e sale a tornanti verso la cima, ma pochi riescono a pedalarlo.

Da quota 2.400 bisogna sicuramente spingere (o portare) la bici. Ma il premio che regala questa cima è davvero speciale. Discesa come la salita, facile e scorrevole dopo i primi 200 metri di dislivello. In alternativa, quando si è nel vallone fra le due cime, se dotati di una bici enduro full e di buone capacità, si può scendere verso malga Corti (sentiero impegnativo) e da qui imboccare il bellissimo Brunacci Flow, un trail comunque per esperti che ci fa planare sulla pineta di Cevo.

Claudio Mafrici (claudio.mafrici@larena.it)

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