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La conca dei Baitone, nel regno del granito

Lo spuntone di granito vicino al rifugio Tonolini con il lago del Baitone (Mafrici)
Lo spuntone di granito vicino al rifugio Tonolini con il lago del Baitone (Mafrici)
Conca del Baitone (Mafrici)

Torniamo in Adamello per un bellissimo itinerario escursionistico che tocca tre rifugi, e che può essere allungato a piacere, e rendendolo più impegnativo, raggiungendo un impervio passo a quasi 2.900 metri di quota. È un giro che si fa solo a piedi e che richiede una giornata intera. Al centro della nostra attenzione c’è la Conca del Baitone, una delle zone più frequentate dell’Adamello per la presenza di rifugi, di tanti laghi e di vette importanti, ben oltre quota tremila, ma non particolarmente difficili. La zona è inoltre attraversata dal Sentiero 1, cioè l’Alta via dell’Adamello, che collega in 4-5 giorni il lago della Vacca e il rifugio Garibaldi.

Un ambiente meraviglioso in ogni stagione

L’ambiente adamellino è sempre fantastico, anche in una stagione estiva siccitosa come quella che sta andando in archivio, ma in annate normali trovare neve è una eventualità tutt’altro che remota.

La partenza è quella classicissima dal Ponte del Guat (1.528 m), in Val Malga, che si raggiunge in auto da Malonno o, meglio, da Sonico. Siamo nella bresciana Valcamonica, nel cuore granitico di questa catena che è ingiustamente meno conosciuta rispetto ad altre ma che regala paesaggi ed emozioni da alta montagna, in ambiente spesso severo e, tutto sommato, poco frequentato. Aggiungiamoci i laghi che si incontrano sul percorso, che rendono questo anello anche molto fotografato.

Torrente, mulattiera e salita nella pineta: si parte

Parcheggiata l’auto, si parte su asfalto raggiungendo in breve la vicina malga Premassone (altro parcheggio). Si supera il torrente e si sale in direzione del rifugio Gnutti, ma dopo duecento metri si va a sinistra su una evidente mulattiera che sale nel bosco in direzione del rifugio Baitone. La salita è regolare ma piuttosto faticosa, prima nella pineta e poi sui ripidi prati che precedono il lago artificiale del Baitone. Il sentiero è sempre evidente, ma non molla mai. Poco a poco il panorama si allarga, in particolare verso la Val Miller. Superati alcuni edifici di servizio, un tempo utilizzati dal personale che lavorava nei soprastanti impianti idroelettrici, si traversano i pascoli a lunghi tornanti e si raggiunge un bivio poco sotto la muraglia della diga, resa famosa dagli stambecchi che, sfidando la forza di gravità, si muovono incredibilmente sulle piccole sporgenze della parete quasi verticale alla ricerca degli affioramenti salini di nitrato di potassio, il cosiddetto salnitro.

Si taglia per i pratoni sotto Cima Bompià fino ai piedi del Tonolini

Al bivio si tiene la sinistra (a destra si passa sotto la diga e si raggiunge il rifugio Baitone in 10 minuti, a 2.281 m), si sale sul bordo del lago (poco meno di 2 ore dal Ponte del Guat), che poi si costeggia a lungo tagliando i pratoni sotto la Cima di Bompià fino al piede dello zoccolo roccioso sul quale è collocato il rifugio Franco Tonolini. Volendo, si può andare a incrociare il sentiero che, sulla sponda opposta arriva dal rifugio Baitone. Si risale così l’ultimo pendio, con alcuni brevi tratti attrezzati, fino a sbucare sopra il gradino glaciale che ospita il bel lago Rotondo e il rifugio (2.467 m, un’ora scarsa dal lago del Baitone).

L'imponente castello di granito e la vista sui laghi: una panorama indimenticabile

La conca del Tonolini, sorvegliata dall’alto dall’imponente castello di granito del Corno Baitone (3.330 m), è costellata di laghetti, i più famosi dei quali sono i laghi Gelati, che da soli meritano l’escursione. Altri itinerari, per escursionisti esperti, sono quelli che salgono al Corno delle Granate (3.104 m) e al citato Corno Baitone (3.330 m), autentico re della zona, una delle cime più importanti dell’intero gruppo dell’Adamello. Altra spettacolare piramide che si può raggiungere dalla Conca del Baitone è la Cima Plem (3.182 m), dalla quale il panorama sull’Adamello è indimenticabile.

Doppia scelta per la strada del ritorno: a ciascuno il suo

E allora, dal Tonolini è possibile tornare indietro sull’altra sponda del lago lungo il Sentiero 1, toccare il rifugio Baitone e poi traversare fino al rifugio Gnutti.

Oppure, con maggiore dislivello e impegno, seguire il Sentiero 1 oltre il lago Rotondo in direzione del passo Premassone e quindi prendere a destra (bivio segnalato) e risalire a zigzag il selvaggio vallone, ripido e attrezzato nell’ultimo tratto, che porta in due ore al passo del Cristallo (2.890 m). Da qui si scende con cautela fra i massi di granito fino al bivio con il sentiero che sale sull’Adamello, sopra il Pantano del Miller; andando a destra, si cala velocemente al rifugio Gnutti. Questa variante, fatta in giornata, richiede parecchio impegno e buona gestione dei tempi (siamo sulle 9 ore).

Il passo del Gatto, una stretta cengia suggestiva e facilmente affrontabile

Se invece si scende al rifugio Baitone le cose si fanno più semplici ma non meno interessanti, visto che bisogna attraversare il passo del Gatto, una stretta cengia ben protetta e non difficile, ma in bella esposizione, che permette di tagliare tutto il pendio che scende dal Corno del Lago e arrivare al Gnutti. Siamo sull’Alta via dell’Adamello, il sentiero è ottimamente tracciato e, dopo aver perso quota (180 metri di dislivello) rispetto ai quasi 2.300 metri del Baitone, traversa su un percorso della Grande guerra, in ambiente molto suggestivo, con numerosi, facili tratti attrezzati. Il passo del Gatto (2.104 m) è il punto più basso e spettacolare di questa traversata. Il tracciato, che richiede solo un po’ di attenzione, risale poi in direzione del rifugio fra costoloni rocciosi e ripidi prati fino ad affacciarsi sulla conca del Miller, con il suo lago e il bianco rifugio Serafino Gnutti (2.166 m), che controlla il vallone glaciale sopra il quale si erge l’imponente mole del Corno Miller (3.372 m), e che si abbassa verso i Corni di Cevo passando dai tremila del Corno Remulo e della Cima Prudenzini. Tanta roba.

Lasciato a sinistra il Sentiero 1 che aggira il lago e va a risalire il «coster» fino al passo Miller (2.818 m), si tocca il rifugio e, in un paio d’ore, si scende fino alla macchina, attraversando prima gli estesi pascoli e poi le ripide e faticose (anche in discesa) Scale del Miller, che si abbassano fino a malga Frino e quindi al Ponte del Guat. Il giro «basso» richiede circa sette ore di cammino.

 

Claudio Mafrici
claudio.mafrici@larena.it

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