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Bici e Monti

Il Ponale, meraviglia gardesana senza tempo

Il sentiero del Ponale
Il sentiero del Ponale
Ponale, Meraviglia Gardesana

In questi giorni non sono proprio riuscito a fare il mio giro settimanale, e allora ne approfitto per parlare di una delle strade più incredibili mai costruite, che ho percorso davvero tantissime volte, e che dal 2 aprile riapre a ciclisti ed escursionisti dopo l’abituale chiusura invernale, necessaria per la manutenzione richiesta da un tracciato del genere. Si tratta della Ponale, che dopo essere stata per 140 anni l’unica via di collegamento fra Riva del Garda e la Val di Ledro, è diventata uno dei più spettacolari sentieri del mondo. Siamo sempre sul nostro lago, in quel lembo trentino dove la roccia precipita nelle acque del Benaco con vertiginose pareti, sulle quali i soldati hanno combattuto nel corso della Grande guerra, mentre oggi sentieri e mulattiere sono appannaggio di appassionati della montagna, a piedi e in bicicletta, e fanno di quest’area una delle capitali mondiali del turismo sportivo.

La bellezza della valle del Ponale non la scopro io. La strada è stata chiusa trent’anni fa, nel 1992, ed è ritornata fruibile dal 2004 come sentiero, dedicato a Giacomo Cis, l’imprenditore trentino che a metà dell’800 ne pagò i lavori di costruzione, creando un capolavoro ingegneristico che è entrato nella storia.

Il tracciato non è soltanto spettacolare: è unico! Ed è percorribile, come detto, sia a piedi che in bicicletta. Lungo 4,5 chilometri dalla riva del lago all’imbocco del tunnel della nuova strada di collegamento fra Riva e Biacesa, ha una pendenza moderata, perfetta per le biciclette (massimo 6 per cento). Ed è incredibilmente panoramico. Chi sale a piedi e chi pedala condivide la stessa strada, ma i due percorsi sono separati (anche se questa separazione non sempre viene rispettata), quindi in generale non ci sono problemi. Nei fine settimana viene però presa d’assalto e davvero molti escursionisti e ciclisti percorrono in salita e in discesa la Ponale, quindi è necessaria un po’ di attenzione. Va anche detto che molti si fermano all’altezza del Belvedere (bar e ristorante), mentre il tratto successivo è di solito meno trafficato. In ogni caso meglio tenere presente che dal 29 aprile al 1° maggio a Riva c’è il Bike Festival e quindi sulla Ponale il pienone - di tedeschi - è assicurato.

L’elevata frequentazione non cancella l’eccezionale valore paesaggistico e storico di questo itinerario, che è alla portata di tutti e che può essere prolungato a piacere verso Pregasina o il lago di Ledro.

Sulla Ponale si incontrano otto gallerie, la più lunga di 160 metri, scavate nella viva roccia. Ricordo di aver fatto a suo tempo la strada più volte sia in moto che in auto, e ogni volta che ora ci passo in bici mi stupisco di come si riuscisse a percorrerla a doppio senso.

L’itinerario parte dal lago, vicino alla centrale idroelettrica di Riva: limitate le possibilità di sosta (solo al mattino presto) ed elevato rischio di multe. Meglio quindi scaricare eventualmente le bici e proseguire per qualche centinaio di metri fino al parcheggio coperto a pagamento Monte Oro. A Riva purtroppo gli spazi gratuiti sono merce rara e sempre lontanissimi dal lago.

Si pedala o si cammina sulla Gardesana per qualche centinaio di metri fin quasi a una galleria, dove si sale bruscamente a destra per andare a imboccare il sentiero Giacomo Cis (sbarra). In leggera salita si possono subito ammirare splendidi panorami su Riva e sul Benaco incassato fra i monti; la stradina scavata nella roccia prosegue sopra la Gardesana fino alla prima galleria, dopo circa 400 metri. Ormai tutto da qui è spettacolare e nelle giornate limpide gli scorci sul Garda sono indimenticabili. Si arriva alla Tagliata del Ponale, l’impressionante forte corazzato austriaco che si sviluppa su cinque livelli sopra uno sperone roccioso, purtroppo non visitabile. La strada prosegue in dolce salita, sempre scavata nella roccia, supera una serie di gallerie e, sempre fra panorami incredibili, raggiunge l’imbocco della valle del torrente Ponale e il ristorante Belvedere.

Poco più avanti eccoci a un bivio ben segnalato su un tornante: a sinistra si scende al Belvedere del Ponte e da qui si può raggiungere l’altopiano di Pregasina lungo una strada altrettanto eccezionale, un po’ più ripida, che percorre il selvaggio versante ombroso della valle fino al paesino. Da qui si apre un grande ventaglio di escursioni, a piedi e in mtb, verso le cime dell’alto Garda, con il bivacco Segala, il monte Carone e la zona di passo Nota e Tremalzo.

La Ponale tiene invece la destra salendo le cosiddette «zette» per poi riprendere un andamento più rettilineo e, correndo sempre incassata fra le rocce della Rocchetta, arriva fino all’ultima galleria sbucando sulla nuova strada prima di Biacesa. È possibile proseguire fino al lago di Ledro su itinerario segnalato, ma con pendenze più sostenute. Nulla di impossibile, comunque. Ci sono tre tratti davvero ripidi ma chi è in bici può superarli a spinta.

E allora, usciti dalla Ponale si percorre la statale per circa 300 metri fino al bivio per Pregasina, si va a sinistra, si supera il ponte e si prende subito a destra una sterrata che inizia a risalire la valle. Il percorso è bellissimo, all’inizio ombroso e poi più soleggiato. Strappi a parte, la pista tocca i vari paesini fino a sbucare sul lago all’altezza delle famose palafitte di Ledro.

Da qui è possibile, in mountain bike, fare il giro del lago (per tutti, assolutamente meritevole), oppure salire alla Bocca dei Fortini e quindi a passo Nota e al mitico passo Tremalzo (molto impegnativo), oppure rientrare a Riva toccando il bivacco Segala, passo Guil e Bocca Larici (itinerario spettacolare ma tecnico in discesa). Sempre dal lago di Ledro, si può affrontare un altrettanto spettacolare itinerario che porta in Val di Concei e, su strada quasi tutta asfaltata, fino a malga Trat, e da qui alla Bocca omonima, vicina al rifugio Pernici, da dove è possibile affrontare una incredibile picchiata su Riva (itinerario massiccio per il dislivello, 1.600 metri, ma percorribile in giornata). L’alternativa di rientro più breve e semplice, che permette di fare altre foto e godersi ancora una volta i panorami indimenticabili del lago, è tornare lungo la Ponale. In ogni caso, nessuno resterà deluso.

 
Claudio Mafrici

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