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Il lago della Vacca e il tour del Blumone

Bici in spalla fra i massi sul sentiero numero 1 dell'Adamello (Mafrici)
Bici in spalla fra i massi sul sentiero numero 1 dell'Adamello (Mafrici)
Il lago della Vacca e il tour del Blumone (Manfrici)

Il lago della Vacca è una delle mete più frequentate delle Prealpi Bresciane. Immerso in un mondo di granito, questo specchio d’acqua è una perla fra le immense pietraie che chiudono a sud la catena dell’Adamello. Arrivare lassù in mountain bike, a oltre 2.300 metri, potrebbe sembrare assolutamente proibitivo, e un pochino lo è, ma è fattibile senza essere dei mostri. Chi ha spirito di sacrificio può allungare la fatica proseguendo fino al passo del Termine per godersi una discesa spettacolare su una mulattiera della Grande guerra e compiere così il periplo del Cornone di Blumone, lo scuro gigante alto 2.850 metri, che domina il lago e che si vede chiaramente anche dal Veronese, specie d’inverno quando la sua mole solitaria si staglia imbiancata all’orizzonte.

Per salire alla Vacca si parte dalla località Gaver (1.500 m), in alta valle del Caffaro, che si raggiunge dal lago d’Idro per Bagolino. Il Gaver è una grande piana che si stende ai piedi del Cornone, molto frequentata dagli escursionisti ma anche dai camperisti oltre che dai villeggianti, con il vicino torrente che invita a mettere le bevande in fresca prima di un bel picnic. E’ anche una bella meta per lo sci di fondo ed è ideale punto di partenza per splendidi itinerari di scialpinismo. Si parcheggia per comodità al Blumon Break, classico punto di ritrovo per chi frequenta queste montagne.

Si parte in sella alla mtb in direzione del Goletto di Cadino, su comoda strada asfaltata, mai ripida, frequentatissima dai motociclisti diretti al passo Crocedomini. Il Goletto è a poco meno di 2.000 metri ed è la porta d’accesso alla Val Cadino, il grande pascolo al confine fra Valsabbia e Valcamonica patria del formaggio Silter, concorrente camuno del celebre e costoso Bagoss che si produce proprio al Gaver.

Messi da parte gli spunti culinari, si pedala dopo il Goletto per alcune centinaia di metri fino a incrociare una sterrata sulla destra, poco prima della Malga Cadino della Banca (parcheggio). Qui, dopo un primo tratto agevole, cominciano le fatiche, e qualche tratto a spinta, che ci permettono di raggiungere il monolito di bianchissimo calcare della Corna Bianca, ai cui piedi si cammina su sabbia finissima, un vero e proprio talco da spiaggia maldiviana.

Dalla Corna si prosegue ancora un po’ in sella fino a un primo strappo che si fa a spinta, oltre il quale inizia la bella mulattiera della Guerra, sistemata non troppi anni fa, che permette soprattutto a chi ha una bici elettrica di pedalare fino al passo della Vacca, dal quale si raggiunge l’omonimo lago, a 2.358 metri, non prima di aver ammirato il caratteristico roccione della Vacca - appunto - che dà il nome alla zona. A sinistra ci si affaccia sulla Valfredda, che permette un bellissimo itinerario fino alla località Bazena, dominati dalla mole dell’altro gigante della valle, il monte Frerone (2.673 m), che elevandosi in una zona geologica “di contatto“ presenta una incredibile varietà di rocce. Noi andiamo al lago e quindi saliamo brevemente al rifugio Tita Secchi per una opportuna sosta. Fin qui due ore. Chi vuole può rientrare dalla via di salita affrontando una divertente discesa priva di difficoltà tecniche.

Chi invece punta al periplo del Cornone di Blumone, che magnetizza l’attenzione con la sua ciclopica mole di scuro granito, deve ora affrontare la parte più faticosa del tour, ovvero la salita al passo del Blumone, lungo il Sentiero 1 dell’Adamello, l’alta via escursionistica che corre sui crinali della Valcamonica da Bazena fino al rifugio Garibaldi, ai piedi della parete Nord dell’Adamello.
Questo tratto obbliga a spingere e poi a portare la bici in spalla visto che l’antica mulattiera in alcuni tratti si riduce a pietraia pura. Trecento metri di dislivello sudati ed eccoci al passo, punto di partenza per la salita alla cima del Blumone.

Noi proseguiamo sul Sentiero 1 affrontando un tratto a pedalabilità quasi zero, che sale e scende in ambiente davvero selvaggio. Si spinge e si porta la bici passando accanto a trincee e postazioni della Grande guerra per circa un’ora e mezza, con i panorami che compensano abbondantemente la fatica, mai eccessiva comunque, fino a raggiungere un incrocio di sentieri ai piedi del monte Listino e della catena della Monocola, dove si lascia il Numero 1 (che punta verso il passo Brescia e il rifugio Maria e Franco) per iniziare la bellissima discesa sulla mulattiera militare che si abbassa fino al passo del Termine (2.335 m). Questo tratto è davvero entusiasmante. Arrivati al passo, dove sorgeva un villaggio militare, si taglia a destra sotto le rocce della Cima di Blumone (2.566 m) su sentiero sempre molto bello.

Il paesaggio adesso è cambiato e i pascoli si sono sostituiti al granito. Si arriva così al Casinello di Blumone, a circa 2.000 metri (bivacco), caratterizzato da una presa d’acqua con cascata, dove comincia la discesa a tratti molto tecnica che ci riporterà al Gaver. Scendere a piedi non è un disonore, se si vuole evitare qualche brutto volo. Ci si abbassa poco a poco fino al sottostante torrente, quindi attraverso il bosco si raggiunge una mulattiera che ci fa atterrare nel fondovalle, poco prima del rifugio Nikolajewka, da dove su comoda sterrata si ritorna al Blumon Break. Il giro completo richiede circa sei ore. Necessaria una buona mountain bike biammortizzata con escursione generosa e ottima capacità di guida.

Claudio Mafrici
claudio.mafrici@larena.it

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