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Da Punta San Vigilio al ponte tibetano di Crero

Il ponte tibetano di Crero è lungo quasi 35 metri
Il ponte tibetano di Crero è lungo quasi 35 metri
Da punta san Vigilio al ponte tibetano (Mafrici)

 Il monte Baldo non è solo la Valdritta o il Telegrafo. Se per salire sulle creste ci vuole allenamento, almeno un po’, e con la neve e il ghiaccio anche esperienza e attrezzatura, ai suoi piedi, invece, si può andare in tutte le stagioni, anche in mountain bike, in una full immersion di panorami sul lago davvero spettacolari.

Un terreno ideale per quell’«escursionismo orizzontale» (che poi orizzontale lo è solo in parte) che va tanto di moda (pensiamo al boom della Via Francigena) e che alla base del Baldo si può affrontare sfruttando il bellissimo asse del Percorso del Pellegrino, che da Punta San Vigilio ci porta fino a Malcesine. Un altro dei tanti tesori escursionistici del Veronese, purtroppo (io dico: per fortuna) meno noti e apprezzati.

Si tratta dell’antico tracciato del pellegrinaggio verso la Terrasanta, che in questo tratto seguiva a mezzavia la costa del Garda. Non a caso lungo il percorso si trovano bellissimi borghi (Campo naturalmente, ma anche Ca’ Tronconi, Pai di Sopra, Crero), che da soli meritano la passeggiata. E antiche chiesette che si affacciano sul lago con eccezionali scorci sul fiordo del lago che verso arrivano alle Dolomiti di Brenta.

Inoltre, considerata la vicinanza con la Gardesana, che corre in riva al lago, è un gioco da ragazzi partire da Garda, arrivare a Punta San Vigilio e da qui imboccare il sentiero che sale verso il monte Brè e poi il Luppia e rimanere poi in quota fino a quando si è stanchi, per poi scendere a un paese, prendere l’autobus Atv e tornare a Garda.

Escursionismo d’altri tempi? Per niente. Basta avere un po’ di tempo a disposizione. Questa «bassa via del Garda» è stata in qualche modo rilanciata anche grazie al ponte tibetano realizzato tra Crero e Pai di Sopra nel 2019, divenuto naturalmente un’attrazione turistica.

Lungo quasi 35 metri, supera la profonda spaccatura della Val Valzana a un’altezza di 42 metri. Si raggiunge facilmente con una breve camminata da Crero, la frazione montana di Torri da dove si può anche partire se ci si limita al ponte (costoso parcheggio a pagamento). Io ho seguito solo in parte il Percorso del Pellegrino tra Punta San Vigilio e Pai di Sopra, deviando a destra (località Càrpane, cartello) sul sentiero che aggira monti Bré e Are e sale sul Luppia; itinerario più faticoso ma che merita di più a mio parere (mentre il Percorso del Pellegrino scorre più in basso, per Loncrino e Coi).

Sono circa tre ore e mezza di camminata tranquilla, con un tratto asfaltato per l’attraversamento di Albisano, di fatto non evitabile. Chi vuole, può partire da Garda, percorrere la spiaggia fino a Punta San Vigilio e poi salire alla Gardesana. Chi vuole invece arrivare in auto fino a qui, può parcheggiare (attenzione, fuori stagione parcheggi chiusi) e poi, attraversata la sr 249, salire fra gli olivi fino ad innestarsi su via Castei, la strada dei graffiti.

Si può salire a sinistra arrivando in breve a un punto panoramico che domina Punta San Vigilio, quindi la stradina diventa sentiero che sale nel bosco fin sopra il Brancolino, e da qui a destra si raggiunge il bivio di Càrpane. Fin qui si può arrivare anche partendo dall’imbocco di via Castei, che si stacca dalla Gardesana qualche centinaio di metri prima della Punta (segnalazioni) arrivando da Garda.

Chi vuol partire da qui imbocca la selciata (divieto di parcheggio) e arriva quasi subito a un bivio (segnalazioni) dove tiene la destra e, salendo ripidamente nel bosco su asfalto, raggiunge l’incrocio di sentieri di Càrpane. Per vedere i graffiti si va a destra e poco sopra si arriva alla Roccia delle Griselle e, più sopra, alla Roccia dei Cavalieri.

I graffiti del Luppia, scoperti nel 1964, interessano in realtà tutto il versante ai piedi del Baldo fino a San Zeno di Montagna, ma ne sono stati catalogati anche sopra Crero e fino a Malcesine. Sono state trovate più di 250 rocce per circa tremila figure. I graffiti più antichi risalgono all’Età del Bronzo. Un altro gioiello veronese poco conosciuto.

Il tracciato diretto per il Luppia, va subito detto, è tutt’altro che ben segnalato e bisogna andare un po’ a intuito: quindi, visitati i graffiti, si può proseguire fino a incrociare di nuovo il sentiero per la cima. Oppure si torna al bivio di Càrpane dove si prende una traccia a destra (occasionali bolli arancioni) che sale ripidamente fra i roccioni scivolosi, con altri graffiti, e con nuovi scorci sul lago, fino a scollinare a poca distanza dagli oliveti del Fondo Brè.

Il sentiero sempre nel bosco, frequentato più dai cinghiali che dagli escursionisti, raggiunge il crinale che si affaccia verso Garda (bellissimi scorci sul golfo e la Rocca). Seguendo sempre i segni arancioni e qualche freccia rossa, si sale adesso senza troppa fatica verso la groppa del Luppia (413 m), dove il panorama è limitato dalla vegetazione. Il sentiero scende in direzione nord fino a una stradina, che si abbassa fino alla località La Sorte, dove inizia l’asfalto per Albisano.

Si arriva alla rotonda di via Volpara, dove si segue la strada principale (via Oliveti). Conviene restare sulla strada principale per andare ad ammirare il lago dal celebrato belvedere della parrocchiale del paese. Si prosegue verso nord lungo la strada (via Monte Baldo) per un lungo tratto fino a un bivio segnalato dove si ritrovano i segni biancorossi e l’indicazione per Crero.

Ora, senza possibilità di errore, si segue la stradina fino a un residence e poi, finalmente su sterrato, si prosegue con vari saliscendi, costeggiando un altro residence, fino a ritrovare il Percorso del Pellegrino. Il sentiero in alcuni punti, specie sopra Crero, presenta alcuni punti con pietre smosse che richiedono molta attenzione se si è scelto di percorrere il tracciato in mtb.

Si arriva a un altro liscione con graffiti, da dove si scende decisamente verso Crero. Il borgo, quasi del tutto recuperato, è uno splendido balcone sul lago, con la chiesetta di San Siro che è senza dubbio un luogo del cuore. Accompagnati dai favolosi panorami sul lago e sulle montagne della costa bresciana, con il Pizzocolo che svetta con le sue lunghe creste, e verso nord fino alle Dolomiti di Brenta, si percorre il sentiero per il ponte tibetano, che si raggiunge in una quindicina di minuti da Crero, con discese e risalite. Fatte le foto di rito (il ponte oscilla un po’), si passa sull’altro lato della Val Valzana iniziando la ripida discesa che ci porta in una ventina di minuti a Pai di Sotto.

Claudio Mafrici (claudio.mafrici@larena.it)

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