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Vertice governo-regioni

Via libera al piano vaccini anti-Covid in Italia: si parte ai primi di gennaio

AGGIORNAMENTO ORE 13 - VIA LIBERA AL PIANO VACCINI. La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al piano vaccini presentato dal Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri e nei primi giorni di gennaio partirà la vaccinazione di massa. Secondo quanto si apprende, oggi stesso il Commissario invierà alle regioni una sorta di 'libretto delle istruzioni' per il vaccino ed entro la settimana tutte le indicazioni per la procedura di somministrazione.

Verranno consegnate il 90% delle richiede di dosi avanzata dalle Regioni e questo perché è stato stimato che non si vaccinerà il 100% del personale sanitario previsto.

I primi italiani saranno vaccinati contro il Covid già subito dopo Natale e prima dell'inizio del 2021 se l'Ema nella riunione in programma il 21 dicembre darà il via libera al farmaco della Pfizer. È questo, secondo quanto si apprende, l'ultimo timing emerso nel corso della riunione tra il governo e le Regioni che ha dato il via libera al piano dei vaccini e che domani sarà sottoposto formalmente alla Conferenza Stato-Regioni. Nelle prossime ore verrà definito il numero di persone alle quali somministrare il vaccino nel giorno simbolico, lo stesso in tutta Europa, sulla base delle quantità che Pfizer sarà in grado di consegnare. 

«Rispetto alle valutazioni che avevamo fatto, saremo pronti a partire con alcuni giorni di anticipo con la somministrazione delle prime dosi di vaccino» ha confermato il ministro della Salute Roberto Speranza, sottolineando quindi l'importanza di «essere pronti con i piani regionali».

 

ORE 12 - ZAIA: «SERVE ZONA ROSSA PER NATALE». Servono misure da zona rossa per tutte le feste di Natale, almeno fino alla Befana. È quanto avrebbe chiesto, secondo quanto si apprende, il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso della riunione tra governo e Regioni; una posizione condivisa dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e da quello della Salute Roberto Speranza e dai rappresentanti di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise e Marche. «Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, se non le fa il governo le facciamo noi - ha detto Zaia - Se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con un plateau troppo alto».

 

ORE 9 - AL VIA IL VERTICE GOVERNO-REGIONI. Nuova stretta alle misure di Natale e Capodanno e piano vaccini sul tavolo dell'esecutivo. È iniziata attorno alle 9 la riunione tra il governo e le Regioni, convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, per chiudere e confrontarsi in vista delle imminenti festività. Partecipano in videoconferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza e il commissario straordinario all'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri.

 

A quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte si aggiornerà con i capi delegazione delle forze di maggioranza per decidere della nuova stretta alle 12.30.

 

GOVERNO DIVISO. Conte ha dato per scontato qualche «ritocchino» alla stretta natalizia, per inasprirla di più. Ma i ministri Pd e Leu continuano a spingere per chiusure da «zona rossa» in occasione delle festività, mentre più prudenti sarebbero i rappresentanti di M5s e Iv. Emerge intanto qualche preoccupazione nella maggioranza anche per la riapertura delle scuole il 7 gennaio: il timore è che i dati epidemiologici possano consigliare un ritorno in classe degli studenti delle superiori più graduale di quanto immaginato e anche su questo ci si dovrebbe confrontare nei prossimi giorni.

«Dalle giornate prefestive in poi, fino al 6/7 è più utile per tutti chiudere il più possibile. Penso che, terminata la fase di zonizzazione, è necessario poi chiudere il più possibile con un colore unico. Se la domanda è si fa il cenone di Natale? La mia risposta è no, dal mio punto di vista. Ipotizzare assembramenti è folle. Ipotizzare il cenone oltre i conviventi è una cosa sbagliata», aveva detto ieri sera il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, intervenendo a DiMartedì, su La7.

 

IL CTS.  Nel pomeriggio di ieri la riunione del Comitato tecnico scientifico, chiamato a fornire indicazioni all'esecutivo, è stata segnata da un confronto serrato. «Alla fine abbiamo raggiunto un accordo su un'indicazione, è necessario inasprire le misure di controllo della pandemia. Lockdown totale? È un'indicazione che nessuno si è sentito di dare», aveva detto Agostino Miozzo, coordinatore del Cts.

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