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Aperta a Veronetta negli anni '50

«Troppe spese e la concorrenza degli ipermercati», chiude la storica pescheria Da Paolo

Pesce fresco. Ivana Zattoni all’interno della pescheria-friggitoria di via XX Settembre (MARCHIORI)
Pesce fresco. Ivana Zattoni all’interno della pescheria-friggitoria di via XX Settembre (MARCHIORI)
Pescheria storica a Veronetta (Noro)

La pescheria Da Paolo, bottega storica di Veronetta, chiude i battenti. E con lei si dissolve un altro tassello della città di ieri. La storia della pescheria Da Paolo, una delle prime ad aprire in città, inizia negli anni ’50 con Paolo Zari e il suo banco del pesce in piazzetta Santa Toscana. Anno dopo anno, il pescato di giornata che arriva fresco dalle barche dei pescatori di Chioggia e che Paolo si procura il mattino prima dell’alba all’ingrosso di Basso Acquar e talvolta spingendosi fino ai porti, diventa punto di riferimento per una clientela sempre più ampia.

Al suo fianco, da sempre, la moglie Adriana Pineda, e successivamente i tre figli: Nino, Renzo e Vittoriano. L’attività prende casa negli anni ’60 in via XX Settembre, prima al civico 142 e poi al 130, dove è rimasta fino all’epilogo di questi giorni. Alla vendita del pesce fresco si aggiunge il reparto gastronomia, dai sughi al profumo di mare per condire pasta e risotti, al pasticcio alla celebre frittura di pesce. Circa vent’anni fa, un ulteriore passaggio di generazione.

Gli inizi. Paolo Zari al suo banco del pesce in piazzetta Santa Toscana
Gli inizi. Paolo Zari al suo banco del pesce in piazzetta Santa Toscana

Renzo rileva l’attività dai suoi fratelli e lo “scettro“ nel giro di poco passa a Federica Zari: è lei a ricevere con orgoglio nel 2014, dalle mani dell’allora sindaco Flavio Tosi, la targa di Bottega storica. Da quando è mancato papà Renzo, infatti, sono state Federica e mamma Ivana a mandare avanti con passione e professionalità la pescheria. «Sono stati anni belli, seppur decisamente intensi. il rapporto con le persone, con i clienti è molto appagante, ci mancherà», spiegano le due donne che in questi giorni stanno sbaraccando il negozio, smaltendo gli oli e portando via gli ultimi frigoriferi, il vecchio bancone, in un via vai di clienti e amici che passano per un saluto e qualche ricordo.

Il lavoro, nei decenni, è molto cambiato ma continua a essere molto impegnativo anche se il pesce ora arriva direttamente in negozio e il ghiaccio su cui poggia si forma a pochi passi, nella macchina posta nel retrobottega. Un bel salto di qualità da quando veniva preso alla ghiacciaia – nella cupola della stazione frigorifera, prossima sede di Eataly – degli ex Magazzini Generali.

«Lo trasportavamo in grandi blocchi che poi dovevamo sminuzzare con una pesante mazzetta», ricorda Ivana che in pescheria ha iniziato a lavorare nel ’69. «Ricordo un viaggio a Chioggia con nonno Paolo per assicurarsi il pescato migliore appena sbarcato dai pescherecci», aggiunge Federica. Visto da via XX Settembre, anche il volto della città e di Veronetta in oltre mezzo secolo è decisamente cambiato.

A pesare, e ad essersi ulteriormente aggravato negli ultimi tre-quattro anni, il traffico intenso, la mancanza di parcheggio. Questo e i costi alle stelle, oltre alla concorrenza sempre più pressante della grande distribuzione e degli ipermercati, hanno portato Federica e Ivana a prendere la decisione di chiudere bottega. «Le spese si sono fatte troppo onerose. Tra affitto e bollette (una delle ultime era di 3mila 500 euro, uno sproposito), i ricavi si assottigliano sempre di più», spiegano Federica, che ha già trovato un altro impiego, e Ivana, che ora non vede l’ora di godersi un po’ di meritato riposto e i nipoti. «Sono 13 anni che non vado in vacanza. È arrivata l’ora», commenta Ivana, senza però riuscire a nascondere del tutto la commozione.
 

Ilaria Noro

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