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Tinazzi Generation, la storia di famiglia sulle tavole delle feste

La famiglia Tinazzi
La famiglia Tinazzi
La famiglia Tinazzi
La famiglia Tinazzi

Storia, passione, cura del dettaglio e territorialità. Di fronte all’ardua scelta dei vini da abbinare al menù delle Feste, oltre alla qualità, gioca un grande ruolo anche la storia che con quei vini decidiamo di raccontare. Quella di Tinazzi, importante gruppo di cantine esteso tra Veneto e Puglia, è una bella storia di imprenditorialità all’italiana ed è strettamente legata a Gian Andrea Tinazzi, l’infaticabile titolare che ha trasformato l’azienda di famiglia da una realtà locale all’attuale gruppo che produce vini d’alta qualità, venduti in oltre 30 Paesi nel Mondo.

 

«In quest’anno difficile tutti noi attendiamo il Natale con speranza – afferma Gian Andrea Tinazzi –. Vogliamo essere vicini ai nostri clienti attraverso le storie che solo i vini del territorio riescono a raccontare. Per questo ci siamo impegnati personalmente nel creare una linea, la Tinazzi Generation, in cui la nostra famiglia si rispecchia a pieno».

 

Tra i vini Tinazzi da scegliere come abbinamento ai menù del periodo natalizio troviamo infatti la linea Tinazzi Generation, che celebra la famiglia Tinazzi con una selezione speciale di pregiati vini del Veneto – Amarone della Valpolicella e Valpolicella Ripasso Superiore – e della Puglia, con il Primitivo di Manduria. Andrea, Giorgio e Francesca Tinazzi hanno scelto i vini che li avrebbero rappresentati e firmato personalmente ogni bottiglia. I nomi dei vini (A50 – Amarone della Valpolicella Docg 2012, G77 – Valpolicella Superiore Ripasso Dop 2015, F79 – Primitivo di Manduria Dop 2017) sono formati dalle loro iniziali e dall’anno in cui sono nati.

 

Tra le etichette della linea un posto speciale è riservato al 1968/2018, l’Amarone della Valpolicella Docg 2015 prodotto in edizione limitata per il 50° anniversario del gruppo. Caratteristici ed esclusivi anche i vini della linea premium, tra cui troviamo il Salvego 2016, un Rosso Verona Igp il cui nome significa “selvatico” in dialetto veronese e si riferisce alle uve utilizzate per produrlo, coltivate nel pieno rispetto dell’ambiente e quindi vera espressione della natura “selvaggia”. Le uve vengono raccolte con qualche giorno di ritardo rispetto alle altre per permettere un leggero appassimento e concentrare lo zucchero.

 

Per il versante pugliese da provare il San Giorgio Torreserro Rosso Puglia Igp Passito 2016, una bottiglia che unisce la tradizione della vendemmia tardiva e le uve autoctone della Puglia: Primitivo, Negroamaro e Malvasia Nera, lasciate appassire sulle viti. Il risultato è un eccezionale Passito secco e corposo. Restando in Puglia, il prodotto di punta della produzione di Tinazzi è il Primitivo di Manduria Diodoro 2018. Dal colore rosso carico, presenta un bouquet ampio, articolato, dove spiccano frutti rossi maturi come ciliegia e prugna, con note speziate, in particolare cannella. Dal sapore caldo e avvolgente, con un finale intenso. Ideale se accompagnato a primi piatti robusti, carni arrosto e grigliate, selvaggina e formaggi di media stagionatura.

 

Tra i vini veneti spicca invece Il Valpolicella Ripasso Superiore Monterè 2018. Dal colore rosso carico e luminoso, al naso presenta una prevalenza di frutta rossa, dove spiccano prugna e amarena, sentori speziati e una lieve nota balsamica. Dal sapore deciso e dal tannino morbido e bilanciato, si abbina perfettamente a risotti autunnali (risotto ai funghi, al radicchio rosso o risotto al Tastasal), pasta e fagioli, vari piatti di carne arrosto o stufati e tradizionale carrelli di lesso con la “pearà” (salsa da contorno tipica della cucina povera veronese).

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