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Gargnano

Malore in sala: muore a 48 anni lo chef gardesano Delaini

Conosciuto nell'Alto Garda, stava preparando le tavolate del suo ristorante. Crollato a terra, inutile il tentativo disperato di rianimarlo. Lunedì 28 novembre il funerale
Lo chef Marco Delaini, morto all'improvviso a 48 anni
Lo chef Marco Delaini, morto all'improvviso a 48 anni
Lo chef Marco Delaini, morto all'improvviso a 48 anni
Lo chef Marco Delaini, morto all'improvviso a 48 anni

È morto mentre si dedicava alla passione della sua vita diventata la sua professione. Marco Delaini, 48enne cuoco della trattoria Fornico, è stato ucciso da un improvviso malore mentre stava preparando, come ogni giorno da tanti anni, la sala del suo frequentatissimo ristorante nell’omonima frazione collinare di Gargnano, nell'Alto Garda.

Hanno tentato di strapparlo alla morte

L’altro giorno lo chef è crollato a terra all’improvviso perdendo conoscenza. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso e rianimazione degli operatori dei mezzi giunti nella frazione di Gargnano. I funerali si svolgeranno lunedì 28 novembre alle 15 nella chiesa di Pieve a Tremosine.

Lascia moglie e due figli

Una tragedia che ha sconvolto l’alto Garda. Marco, lascia la moglie Giada e i figli Lorenzo e Isac. Era conosciuto non solo per la sua attività ma anche per i suoi modi gentili e per il suo impegno in ambito sociale.

Una raccolta fondi per un'opera a suo nome

Non è quindi un caso se la raccolta fondi aperta immediatamente sabato in suo ricordo sulla piattaforma GoFundMe per partecipare al progetto di riqualificazione del teatro dell' oratorio di Pieve di Tremosine (integrandolo con l'acquisto di un nuovo sipario per il palco), dedicato a don Fausto Prandelli, parroco della sua infanzia, abbia già raggiunto e superato nel pomeriggio di domenica 27 novembre l’obiettivo di 3.000 euro.

«Dedicandogli quest'opera – affermano gli amici promotori dell’iniziativa - rimarrà ancor più vivo il suo ricordo nel luogo che lui amava e che siamo sicuri avrebbe voluto continuasse ad essere il centro di una comunità unita, attiva e solidale».

Luciano Scarpetta

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