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Guida Michelin 2024

Nel cielo gourmet di Verona brillano sette chef stellati. Novità il «Nin» di Brenzone

Gli ispettori della celebre Rossa hanno premiato la cucina creativa che lo chef friulano Terry Giacomello propone sul Garda
Terry Giacomello - Premiato con una stella il "Nin" aperto lo scorso aprile dallo chef friulano
Terry Giacomello - Premiato con una stella il "Nin" aperto lo scorso aprile dallo chef friulano
Terry Giacomello - Premiato con una stella il "Nin" aperto lo scorso aprile dallo chef friulano
Terry Giacomello - Premiato con una stella il "Nin" aperto lo scorso aprile dallo chef friulano

Nella provincia di Verona brilla una nuova stella Michelin. È quella conquistata dal ristorante «Nin» di Brenzone sul Garda e dal suo chef Terry Giacomello, classe 1969, friulano di Montereale Valcellina. Il concept del locale - «Nin» in friulano significa bambino - nasce nella primavera di quest’anno all'interno del Park Hotel Belfiore con il preciso intento di costruire uno spazio nello spazio, una sorta di bolla dotata di identità propria con una sala affacciata sul Lago di Garda.

L’annuncio

La cerimonia per la presentazione della guida Michelin 2024, svoltasi ieri pomeriggio, 14 novembre, al teatro Grande di Brescia, quest’anno non ha riservato particolari scossoni nel Veronese. E alle sei riconferme si è aggiunta un’altra medaglia: quella del «Nin».

Giacomello nasce tra le pentole e i fornelli della locanda di famiglia. Una volta completati gli studi all’istituto alberghiero, inizia l’attività di cuoco che lo vedrà impegnato in alcune delle cucine più importanti del mondo: da El Bulli di Ferran Adrià al Mugaritz di Andoni Luis Aduriz, dal Noma di René Redzepi ad altri templi dell’alta cucina.

Poi il ritorno in Italia, in Alta Badia, a Milano e all’«Inkiostro» di Parma dove ottiene la sua prima stella Michelin.

Piatti futuristi

La sua è una cucina molto tecnica, unica, futurista, che spazia tra varie discipline, utilizzando prodotti tipici e preparazioni della tradizione riviste in chiave innovativa.

Gli ispettori della mitica «Rossa» che hanno deciso di premiare la sua arte di lui dicono che «ha preso spunto dai suoi viaggi in giro per il mondo per comporre il menu NIN, per poi tornare idealmente in Italia con l’altro percorso denominato Classici».

«La sua cucina è un mix di tecnica moderna e reminiscenze classiche, creatività e innovazione», aggiungono, «la sala al primo piano si affaccia sul lago di Garda, ma solo pochi fortunati hanno il privilegio di avere un tavolo con vista: meglio prenotare con anticipo». Tra i piatti più apprezzati il salmerino di lago con gazpacho di avocado, succo di oliva e olio alle bucce di mandarino bruciato, piatto in cui acidità e dolcezza sono perfettamente equilibrate grazie anche alle note profumate del mandarino.

Le «Stelle» nel Veronese

La nuova stella nella nostra provincia non è una novità. Lo scorso anno a ricevere l’ambito riconoscimento, riconfermato in questa edizione, era stata la brigata di «Famiglia Rana», il ristorante di Oppeano guidato dallo chef partenopeo Giuseppe D’Aquino. Mantengono la loro stella anche «Oseleta», a Cavaion Veronese, con lo chef Marco Marras, «Vecchia Malcesine» a Malcesine, del patron Leandro Luppi, e «Amistà» a Corrubbio di Negarine con lo chef Mattia Bianchi. Complessivamente le stelle fuori dalla città sono ben cinque con il «Nin».

Verona città

A tenere alto il nome di Verona città ci pensano come da tradizione lo chef blasonato Giancarlo Perbellini con le due stelle di «Casa Perbellini – 12 Apostoli» e la stella de «Il Desco» dello chef Matteo Rizzo.

In totale, le stelle luccicano in sette locali scaligeri: sei ristoranti con una stella e uno con due. Complessivamente il Veneto può vantare un ristorante tre stelle Michelin, «Le Calandre» a Rubano (Padova) guidato dallo chef Massimiliano Alajmo, quattro ristoranti con due stelle e 27 monostellati.

A livello nazionale la guida più prestigiosa nel mondo della ristorazione ha premiato quest’anno ben 395 locali: 342 ristoranti con una stella, 40 bistellati e 13 tristellati, tra cui spiccano due novità. L’onore è toccato a Norbert Niederkofler, già tristellato, per la sua nuova avventura all’«Atelier Moessmer» a Brunico (Bolzano) e al «Quattro passi» di Nerano (Napoli) dello chef Fabrizio Mellino.

Francesco Scuderi

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