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CASTELNUOVO DEL GARDA

Giovanna Tantini festeggia vent'anni di vendemmie e presenta il suo Bardolino di «sottozona»

«Ci metto la faccia»: non tutti possono dirlo rispetto a un vino. Giovanna Tantini lo ha fatto: la produttrice di Castelnuovo del Garda ha festeggiato le prime venti vendemmie rappresentando l’evoluzione produttiva del suo Bardolino in un’etichetta che riporta una sua immagine in primo piano. Un volto di ragazza, quando era «titubante e insicura», racconta. Ma metterci la faccia vuole dire soprattutto costruirsi una solida identità e crederci anche quando più nessuno ci crede. A una denominazione che per anni ha faticato. «Ci sono voluti questi 20 anni per evolvermi come persona e anche come azienda, in un mercato spesso ostico. Ma non sono mai stata sola: il gruppo di lavoro, di cui fa parte anche mio marito, è rimasto lo stesso dall’inizio».

 

Vent’anni di attività, in vigna e in cantina, Giovanna li ha festeggiati con una degustazione verticale di Bardolino, dall’annata 2013 alla 2020, fino a «La Rocca», prima annata di Bardolino di sottozona, dopo l’approvazione dello scorso anno. Colpisce la straordinaria longevità del prodotto, che è il risultato di un’accurata selezione della materia prima; ma l’azienda produce anche un Chiaretto elegante, e poi altri due vini che portano i nomi dei figli, Ettore e Greta, Igt Rosso Veronese a dominanza di Corvina come il Bardolino. Giovanna si è anche dedicata alla produzione di un bianco Custoza doc, e di un rosso fresco da Corvina in purezza, il «Ma.gi.co».

 

La produzione complessiva è di quasi 45mila bottiglie annue, e il mercato internazionale, l’80 per cento, sta dando soddisfazioni: dagli Stati Uniti al Canada all’Inghilterra fino al Lussemburgo, ma «nel mirino» ci sono ora Germania e Giappone. La determinazione è sempre stata quella di fare un Bardolino elegante e longevo, «affidandomi a chi, fuori dal territorio, potesse guardare la produzione con occhi nuovi», dice Giovanna. «L’incontro con gli enologi Attilio Pagli e Laura Zuddas e con l’agronomo Roberto Abate, l’impegno in vigna anche su pratiche sostenibili, le esperienze con diversi uvaggi fino alla scelta del 90% di Corvina, il coinvolgimento nelle attività del Consorzio per la valorizzazione del territorio mi hanno fatta arrivare al 2022», sintetizza, «tutto mantenendo la coerenza con il prodotto da cui ero partita: l’idea di freschezza». Giovanna è stata una delle pioniere del «rinascimento» del Bardolino, e l’azienda è cresciuta «rimanendo fedele alle caratteristiche dei vini che la rappresentano, non seguendo le mode. Sono una vignaiola Fivi», conclude, «legata alla produzione con uve proprie. Nel vino si leggono la terra, il microclima, ma anche le persone e la loro crescita collettiva».

Laura Zanoni

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