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San Bonifacio

Lievito, passione e altre abilità: pandori e panettoni «speciali» nel forno solidale

Un giovane che scopre gli impasti, un imprenditore che ci mette il forno e tre associazioni: un’idea che può diventare impresa. Impegnati i ragazzi diversamente abili di tre realtà dell’Est veronese
In laboratorio I giovani artigiani del dolce con il prodotto pronto per essere infornato Diennefoto
In laboratorio I giovani artigiani del dolce con il prodotto pronto per essere infornato Diennefoto
Pandori e panettoni «speciali» nel forno solidale (Dienne)

Con le mani in pasta per misurarsi su nuove competenze, provare le proprie abilità e sostenere le realtà che per loro sono una seconda casa. Che la passione si chiami pandoro o panettone, per questo Natale al dolce della tradizione ci pensano i ragazzi diversamente abili di tre realtà dell’Est veronese.

Da alcune settimane, grazie alla generosa accoglienza di Diego Dovigo (che lungo la strada della Selva, a San Bonifacio, ha un forno di 600 metri quadrati) e all’estro di Emanuele Ambrosi (scopertosi talento dei lievitati) a gruppi di una decina per volta e con la presenza di alcuni operatori una cinquantina di pasticcieri improvvisati stanno realizzando giorno per giorno l’obiettivo di sfornare mille dolci.

«È un obiettivo che all’inizio sembrava impossibile ma grazie all’impegno dei ragazzi, che hanno rivelato entusiasmo e capacità sorprendenti, credo che andremo ben oltre quel numero». Parola di Emanuele Ambrosi, sambonifacese, 24 anni, studente di Economia e commercio al quale l’incontro con la pizza napoletana ha fatto scoprire una passione e un talento per i lievitati.

La scoperta

«La svolta è stata tre anni fa: dopo il lockdown vado a Napoli e scopro la pizza con la P maiuscola. Torno a casa, inizio a farla e viene sempre più buona, così finisco con l’appassionarmi al punto da investire mille euro in un’impastatrice. Si apre il mondo del lievito madre e a quel punto», racconta Anselmi, «mi dico che questa passione gratificante deve essere messa a frutto».

Emanuele si presenta quindi al bar Le delizie di Alice, quello avviato a settembre 2022, a Prova, da Giuseppina Stefanello per dare un’opportunità alla figlia Anna, affetta da sindrome di down, e ad altri ragazzi della Onlus Il Paese di Alice.

Tentativi

«Mi sono proposto per condurre un laboratorio con cui far fare ai ragazzi i dolci da servire al bar, ma quel giorno Giuseppina mi informa che il bar avrebbe chiuso. Non ci siamo persi d’animo», racconta Emanuele, «e dopo averne parlato con Stefania Solfa, presidente del Paese di Alice, a febbraio siamo partiti con un laboratorio. Ci è voluto poco per verificare le straordinarie risposte dei ragazzi e, condivisa l’esperienza, fatto il corso Haccp, eccoci qua».

Possibile grazie alla rete tra Il paese di Alice e Cpl servizi Onlus che, dopo aver strutturato l’attività come progetto, ha partecipato ad un bando di Itas assicurazioni ottenendo le risorse necessarie e un contributo del Comune.

Esperienza

Nella rete è entrata poi Crescere insieme Onlus e dietro l’angolo c’è anche Monteverde Onlus. Tutto possibile soprattutto grazie allo schivo Dovigo: «Ho detto sì subito... anche se solo successivamente ho scoperto che l’impegno è decisamente oltre le aspettative. Non è sempre facile conciliare questa attività con quella del forno ma gli occhi di questi ragazzi che brillano e le conquiste che fanno giorno per giorno ripaga di tutto», dice Dovigo.

Comodato gratuito (salvo la compartecipazione alle spese del gas) per due stagioni perché le mani in pasta i ragazzi torneranno a metterle anche per le colombe, a Pasqua.

Messi in campo alcuni correttivi al forno i ragazzi del mattino lavorano sull’impasto del panettone, nel pomeriggio poi si provvede alla glassatura. Una staffetta golosa che replica anche per il pandoro e che ha impegnato i ragazzi anche sulle focacce. Si sfornano pandori e panettoni e si pensa già alle colombe. Guardando anche al domani, alla possibilità di strutturare l’esperienza, renderla inserimento lavorativo. E Diego Dovigo, dietro a un «vedremo», riflette sull’avvicinarsi della pensione.

Paola dalli Cani

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