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A tavola

Dieci piatti tipici veronesi, dall'antipasto al dolce

Dieci piatti tipici di Verona e provincia
La fiera del bollito con le pearà
La fiera del bollito con le pearà
La fiera del bollito con le pearà
La fiera del bollito con le pearà

Nella città di Giulietta e Romeo è facile innamorarsi ed essere ricambiati a livello gustativo da alcuni piatti tipici che hanno fatto la storia di Verona e provincia, portando la sua reputazione golosa ben oltre l’Adige e il Lago di Garda. Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. L'elenco parte dagli antipasti e arriva al dolce.

 

  • Antipasto con soppressa e giardiniera

La nostra provincia, da Roncà alla Valpolicella, vanta una rinomata produzione di soppressa (che al confine nel Vicentino diventa sopressa), con o senza aglio, che si scioglie sulla polenta calda o si abbina al pan biscotto. Fa parte della succulenta famiglia anche la stortina, un salamino presidio Slow Food prodotto tra Nogara e Cerea.  Da provare con conserve di verdure sottaceto fatte in casa.

  • Risotto all’Amarone o al Recioto

Cucinati con i vini passiti Docg della Valpolicella, questi due primi piatti conquistano anche i palati più scettici. La loro cremosità e dolcezza si consacra con una spolverata di grana. Se poi li proponete in abbinamento con i vini con cui vengono realizzati, il matrimonio enogastronomico sarà felice.

 

  • Risotto all’isolana

Risotto all’isolana
Risotto all’isolana

La Fiera del Riso a Isola della Scala incorona da sempre questo piatto contadino, che sposa riso vialone nano veronese igp con carni di vitello e lombata. Viene insaporito con aromi come cannella e rosmarino. Un primo completo a livello nutrizionale e nutriente, che non lascia mai indifferenti.

  •  Tortellini di Valeggio

La lavorazione dei tortellini di Valeggio
La lavorazione dei tortellini di Valeggio

La festa con la maxi-tavolata sul ponte visconteo si svolge a giugno ma per fortuna si possono gustare per tutto l’anno questi gioielli di sottile pasta all’uovo con un cuore di carne delicata, conditi con burro fuso. Sono detti ‘nodi d’amore’, in omaggio a una leggenda dedicata a un soldato e a una ninfa che nel 1300 sfuggirono ai loro persecutori gettandosi nel fiume Mincio, lasciando un fazzoletto annodato.

  • Gnocchi e gnocchi di malga

Antonio Menegazzi, detto El Pipi, prepara con Graziella Tinazzi i "gnochi sbatui" (o gnocchi di malga) al Rifugio Revolto in occasione di una festa degli alpinisti veronesi
Antonio Menegazzi, detto El Pipi, prepara con Graziella Tinazzi i "gnochi sbatui" (o gnocchi di malga) al Rifugio Revolto in occasione di una festa degli alpinisti veronesi

Papà del Gnoco li dispensa simbolicamente a Carnevale, ma dal quartiere di San Zeno alla Lessinia, ogni occasione è buona per gustarli. E se in città sono proposti con le patate e in rosso, sulle nostre montagne gli gnocchi sbatui di malga, a base di farina, o con fioretta di ricotta, stuzzicano con burro, salvia e ricotta affumicata. Oggi sono noti come gnocchi della Lessinia.

  • Bigoli con le sarde

Tra le innumerevoli specialità del Lago di Garda questi ‘spaghettoni’ preparati in casa e conditi con il sugo di sardèle sono una specialità che dai venerdì di Quaresima si è estesa a tutto l’anno. Merito anche della superficie ruvida di questa pasta e della bontà dei nostri pesci di lago messi sotto sale, coniugati all’olio extravergine di oliva del territorio.

  • Lesso con la pearà

Lesso con la pearà
Lesso con la pearà

È un piatto delle feste e invernale di lunga tradizione, che trae la sua ‘veronesità’ dalla salsa pearà, a base di pangrattato, midollo di bue, brodo e, soprattutto, pepe. Tanto è entrata nel DNA di città e provincia che ogni famiglia ha coniato la sua ricetta, a partire dagli stessi ingredienti, e la propone in più occasioni. Per i veronesi doc, infatti, la sua bontà abbraccia tutto l’anno. Si sposa non solo con la carne bollita e la lingua, a cui regala una eccellente sapidità, ma anche con il cotechino.

  • Pastissada de caval

Un piatto tradizionale: «pastissada de caval» con polenta
Un piatto tradizionale: «pastissada de caval» con polenta

Chi ama Verona intercetta subito nell’aria di certe corti in centro i profumi di cipolla, pomodoro e vino rosso di questa specialità a base di carne equina. La leggenda racconta che lo stracotto fu ideato dai veronesi dopo aver ricevuto da re Teodorico i cavalli che perirono nella battaglia contro Odoacre. Oggi si serve con polenta calda, come piatto unico.

  • I dolcetti: sfogliatine di Villafranca e baci di Giulietta e Romeo

Difficile resistere agli strati di fragrante pastasfoglia, che profuma di burro e presenta una crosticina di zucchero croccante della specialità ideata nel 1870 da Giovanni Fantoni. Tonde e friabili, le sfogliatine oggi sono proposte con orgoglio dalle pasticcerie di Villafranca, ex cittadina del quadrilatero austriaco.

Sul ‘fronte’ veronese, in cui palpita la tragedia di William Shakespeare, da provare i morbidi biscotti al cacao e chiari con mandorle e nocciole, farciti con crema.

  •  Pandoro

Il pandoro, il tipico dolce di Natale
Il pandoro, il tipico dolce di Natale

Impossibile scindere il Natale dal dolce che ha proiettato il fascino di Verona sulle tavole di tutto il mondo. Questo lievitato soffice e con la base a otto punte fu ideato e brevettato da Domenico Melegatti nel 1894, su disegno del pittore Angelo Dall’Oca Bianca.       Qualcuno fa risalire la sua ricetta al Nadalin, di origini trecentesche. In ogni caso oggi i due dolci presentano caratteristiche gustative ben distinte.

 

Monica Sommacampagna

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