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La storia di Claudia e Giulia Benazzoli

Capitane d'azienda nel nome del padre: «Ha lasciato un vuoto, ma non ci siamo arrese»

Fulvio Benazzoli con le figlie Claudia e Giulia
Fulvio Benazzoli con le figlie Claudia e Giulia
Fulvio Benazzoli con le figlie Claudia e Giulia
Fulvio Benazzoli con le figlie Claudia e Giulia

Si firmano e si fanno conoscere con l’hashtag #madebywomen, sono le sorelle Claudia e Giulia Benazzoli, dell’omonima azienda vinicola con sede a Pastrengo.

Si lasciano alle spalle un anno complesso, Claudia e Giulia, che ha visto la scomparsa improvvisa di papà Fulvio, consigliere per anni del consorzio del Bardolino. Fu lui a prendere il posto del nonno, fondatore dell’azienda, trasferendosi nella zona del lago di Garda negli anni ’70 e iniziando a costruire la cantina.

«Il vuoto lasciato da papà è stato pesante, per noi e per la denominazione», racconta Claudia, che ricorda però come Fulvio avesse lasciato già da anni un ampio margine di libertà alle figlie nella reimpostazione e riorganizzazione dell’azienda, facendo progressivamente transitare la storica attività di vendita di vino all’ingrosso all’imbottigliamento e a una forte attenzione ai moderni strumenti di marketing. «Lo scorso autunno abbiamo dovuto affrontare la prima vendemmia da sole, e abbiamo vinificato 7mila quintali di uva. Non è stata certo una passeggiata, senza il nostro pilastro dietro le spalle, ma ce l’abbiamo fatta proprio grazie a papà, che ci aveva permesso già da anni di sperimentare e di muoverci in autonomia».

Valorizzando più che mai personalità e visione del mondo al femminile. «Abbiamo scelto di raccontare i nostri vini con un linguaggio che sottolinei l’importanza di essere donne. Questo non significa produrre un vino “da donne“ ma piuttosto, superando gli stereotipi, presentare un vino “fatto da donne“, made by women. Un vino che sa essere forte, gentile, sensuale, valorizzato dalle etichette create da Stefano Torregrossa».

I numeri L’azienda produce 60mila bottiglie all’anno e il 70% delle vendite, attraverso piccoli importatori che distribuiscono esclusivamente sul mercato ho.re.ca., è orientato sui mercati esteri: Usa, Canada, Australia, Irlanda, Belgio, Olanda, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Danimarca e Finlandia. L’azienda si trova fisicamente a cavallo tra due denominazioni, con 29 ettari nel comune di Pastrengo e due ettari in zona Monte di Sant’Ambrogio, a 495 metri di altezza, nella Valpolicella classica. Il 70% della produzione si focalizza sul Bardolino, ma il vino di punta resta il Valpolicella Ripasso, che vede ora in commercio l’annata 2019. «Si tratta del vino che ci ha fatto conoscere in questi ultimi anni, un ripasso tradizionale. Il complimento migliore è quando i clienti ci dicono: sa proprio di ripasso».

I social L’azienda si lascia alle spalle un anno che ha visto comunque un grande incremento di vendite. Il merito va, in questo caso, anche al grande investimento delle sorelle Benazzoli sulla comunicazione social: «Dall’inizio della pandemia a oggi contiamo tanti nuovi clienti che ci hanno conosciuto attraverso il nostro profilo Instagram, che ci ha permesso di incrementare le vendite online. Abbiamo ricevuto visite di persone che prima, anche senza conoscerci ancora, avevano comprato in rete i nostri vini». E a clienti e visitatori viene ricordata l’importanza del rispetto dell’ambiente, con la consegna di una cartolina che fornisce indicazioni su come riciclare la bottiglia e le sue diverse parti, invitando alla raccolta differenziata e al riutilizzo dei materiali all’insegna della creatività..

Silvia Allegri

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