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VINO. La Cantina di Montecchia ha rinnovato etichette e logo riprendendo il disegno della casa dei Tessari di 120 anni fa

Ca’ Rugate, il nuovo look delle origini

L'azienda di Montecchia vista dall'alto
L'azienda di Montecchia vista dall'alto
L'azienda di Montecchia vista dall'alto
L'azienda di Montecchia vista dall'alto

«Nel 2019 la cantina di Ca' Rugate si è rifatta il look: abbiamo rivisto etichette, logo e intera immagine, coordinandola e tornando alle origini, con il disegno della casa natale di 120 anni fa, affiancata a un albero di ciliegie, simbolo della zona, e con la sigla CR»: Michele Tessari illustra la nuova immagine adottata per rappresentare la sua azienda di Montecchia di Crosara, che produce 750mila bottiglie all'anno tra Soave, Valpolicella e Lessini Durello con 90 ettari di proprietà a conduzione biologica. Annualmente sono prodotte anche 3.500 bottiglie di Bucciato, il Soave classico superiore Docg che Ca' Rugate è tornata a produrre a distanza di 12 vendemmie: 100% Garganega vinificata come nella tradizione, cioè con la fermentazione delle uve bianche sulle proprie bucce in serbatoi di acciaio inox e affinate in botti di ceramica per 8 mesi.

 

«È lo scambio gassoso che fa la differenza in questo affinamento», spiega Tessari, «perché, mentre il legno delle botti cede i tannini, la ceramica regola lo scambio con l'esterno in maniera più blanda. L'artigiano di Vado Ligure a cui mi sono rivolto, che originariamente faceva orci per l'industria olearia, ora produce al 75% per il mondo del vino». Attualmente diverse tipologie di vino sono affinate in ceramica. Intanto il Soave classico Monte Fiorentine 2017, proveniente dai vigneti del Monte Fiorentine a Nord del colle Rugate, a Brognoligo di Monteforte d'Alpone, ha ottenuto anche quest'anno i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Il fatturato di Ca' Rugate è 5,1 milioni, per il 50% dal mercato nazionale («per scelta, perché se non ci siamo a casa nostra non possiamo andare a portare il vino nel mondo») e l'altro 50% dalle esportazioni in 45 Paesi, in primis Norvegia, Svizzera e Giappone; con una presenza in Cina, «mercato molto promettente se affrontato con i giusti interlocutori».

 

La cantina di Montecchia, ultimata nel 2002 ma su cui sono stati effettuati interventi fino al 2010 e oltre, ha richiesto un investimento di circa 5 milioni, compreso il wine shop inaugurato lo scorso dicembre.L'enoturismo, sviluppato anche grazie al Museo del vino (esposizione di 150 strumenti usati dalla famiglia Tessari) e alla Fattoria didattica, attira ogni anno 6.000 visitatori: «Assieme a quello di Bolca e a quello etnografico di Roncà», spiega Tessari, «il nostro enomuseo è fra i tre siti di interesse regionale riconosciuti dalla Regione Veneto». E tra le novità dell'azienda c'è anche la produzione della mostarda d'uva, a tiratura limitata.

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Laura Zanoni

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