<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
il ristorante di mezzane

Bacco d’Oro, a tavola con E.T.: «Dal premio Oscar ai Cugini di campagna, cinquant’anni di ricordi stellari»

Fra i clienti famosi della trattoria Carlo Rambaldi: il premio Oscar disegnò il suo extraterrestre su un tovagliolo per farsi riconoscere
Da sinistra Elios e Mario Zara, Tecla Lonardi e Martina Elponti FOTO PECORA
Da sinistra Elios e Mario Zara, Tecla Lonardi e Martina Elponti FOTO PECORA
Da sinistra Elios e Mario Zara, Tecla Lonardi e Martina Elponti FOTO PECORA
Da sinistra Elios e Mario Zara, Tecla Lonardi e Martina Elponti FOTO PECORA

Quando, nel 2003, il ferrarese Carlo Rambaldi si avvicinò al bancone, Mario Zara non riconobbe il vincitore di tre Oscar a Hollywood. Finché il maestro internazionale degli effetti speciali non disegnò su un tovagliolo il dito alzato al cielo per indicare dov’era la casa dell’extraterrestre E.T. che fu dimenticato sulla terra dai compagni di viaggio, che tre bambini protessero dagli scienziati e che fu, all’ultimo, ripreso dalla sua navicella.

Quindi, il cliente completò la sagoma di E.T.: il protagonista, realizzato dallo stesso Rambaldi, del film di fantascienza diretto nel 1982 dall’americano Steven Spielberg. I due, nel 1977, avevano già lavorato all’altrettanto celebre pellicola sugli alieni: «Incontri ravvicinati del terzo tipo».

L’abilità delle mani

Il titolare del Bacco d’Oro, per compensare la dimenticanza, accompagnò Rambaldi al tavolo, mostrandogli, anch’egli con la mano non il cielo ma un bel piatto di tortellini. Dosare gli ingredienti, tirare la pasta col mattarello, necessitavano di tanta manualità, tanta quanta quella per modellare con la gomma e animare con la meccanica e l’elettronica un extraterrestre. La sfoglina era Tecla Lonardi, la madre di Zara. Tutt’ora, a 86 anni, controlla quotidianamente che la pasta fresca, prima di essere farcita, sia stesa a dovere. Sempre che non farcisca qualche raviolo con la punta delle dita.

Leggi anche
4 Ristoranti nella Valpolicella (allargata): vince il Ristorante Le Cedrare

L'avventura, restando stavolta con i piedi a Mezzane, anziché per aria, cominciò a Pasqua del 1974, giusto 50 anni fa. «La famiglia di mio padre, Elios, era proprietaria del Bue d’Oro, a Valeggio. Il ristorante si trovava davanti al mercato del bestiame, da cui il nome», racconta Zara, «Un giorno, papà e mamma, portarono me e mia sorella Caterina qui nella vallata, per avviare una nuova attività. C’era bisogno, però, di una nome altrettanto identificabile. A Mezzane eravamo circondati dai vigneti. Bacco era la divinità del vino. Dunque, Bacco d’Oro. Mio padre ebbe davvero inventiva. Non da meno di Rambaldi, seppure il suo fosse un altro mestiere».

Sommelier pioniere

Il novantatreenne, che ancora abbina bottiglie a pietanze, fu uno dei primi sommelier di Verona, ora capitale mondiale del vino.

Nel 1975, invece, si presentarono all’ingresso del Bacco d’Oro i Cugini di Campagna. Chi altri, in quei luoghi agresti in cui villeggiò la nobiltà scaligera. Il popolarissimo complesso musicale, dalle originali quanto vistose capigliature, già cantava «Anima Mia» con quelle voci in falsetto che valsero loro 50 milioni di copie vendute.

«A differenza di Rambaldi, capii subito chi erano», dice Zara. Nonostante gli artisti soltanto nel 2023 si siano esibiti per la prima volta sul palco del teatro Ariston al Festival di Sanremo. La fotografia del gruppo è un’altra delle nostalgiche icone che impreziosiscono la settecentesca villa padronale.

Oggi, Zara e la moglie Martina Elponti, entrambi sommelier, gestiscono il ristorante con i figli Matilde, studentessa di lingue straniere all’Università, ed Elios, che frequenta la scuola alberghiera. «Elios studia in omaggio al nonno, perché nati entrambi il 4 agosto», conclude Zara.

Stefano Caniato

Suggerimenti