<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
I migliori anni

Valeria Marini: «Fiorello, un mito. Per lui mi alzerei alle 3 del mattino»

La showgirl: «Bongiorno, Baudo, Sordi: i miei maestri. Tornerei a lavorare con Chiambretti»
Primadonna - Romana, cagliaritana, Valeria nazionale: Marini sulla cresta dell'onda dagli anni '90
Primadonna - Romana, cagliaritana, Valeria nazionale: Marini sulla cresta dell'onda dagli anni '90
Primadonna - Romana, cagliaritana, Valeria nazionale: Marini sulla cresta dell'onda dagli anni '90
Primadonna - Romana, cagliaritana, Valeria nazionale: Marini sulla cresta dell'onda dagli anni '90

Showgirl? No, grazie. Primadonna? Sì, senza dubbio. Da abbondanti trent’anni ormai, Valeria Marini veleggia serena sopra le umane mode italiche, forte di un nome che è diventato un brand. Il suo iconico saluto «Baci stellari», per esempio, è tante cose insieme: una canzone, un video, una collezione di moda, una linea di gioielli. Merito indiscutibile, aver saputo far tesoro delle sue qualità in modo da fidelizzare un pubblico multigenerazionale.

In quest’autunno la Valeria nazionale è di casa nel Bresciano. Domenica scorsa a Castello Malvezzi (Brescia), ospite di Art Gourmet con l’amico Alfonso Signorini, il 12 novembre brillerà a Villa Mazzucchelli, in quel di Mazzano, per La Grande Bellezza, l’evento ideato e diretto da Cristian Raggi (imprenditore titolare di Raggi Lampadari ed eccellenza del Made in Italy), che riunirà volti noti del mondo dello spettacolo, della politica e dell’imprenditoria provenienti da tutta Italia. Marini e non solo, dunque: fra gli ospiti attesi il coreografo internazionale Garrison Rochelle, il regista Federico Moccia, rappresentanti politici nazionali di ogni schieramento e centinaia di invitati tra opere esposte e abiti in sfilata.

Soubrette, attrice, imprenditrice: così recita la sua pagina Wikipedia.

Pagina che vorrei cambiare.

Come si definirebbe oggi?
Lei cosa suggerisce?

Attrice, imprenditrice.
Sì. Io sono una donna di spettacolo, mi sono occupata poi di attività imprenditoriali che ruotavano intorno al mio personaggio. Le due cose vanno insieme, la seconda è una cornice, conseguenza della prima. Soubrette è termine antico, showgirl non mi rappresenta. Direi artista, come si definisce il mio mito Fiorello.

Da attrice ha appena fatto un figurone: al Festival di Taormina William Baldwin ha sottolineato che nel film «Billie’s Magicworld» lei era «l’unica a non sbagliare le battute».
In realtà, dico la verità, sul set non ci ho manco fatto caso: ero concentrata su quello che dovevo fare per farlo al meglio, tanto più che all’ultimo momento mi hanno cambiato alcune battute. Essendo un film di fantasia, con attori tutti di madrelingua inglese, io l’unica italiana, ho cercato di non sbagliare niente. A detta di William e di suo fratello Alec Baldwin, sono stata all’altezza. Sono contenta.

I varietà del Bagaglino, un successo incredibile. Serata Mondiale con Alba Parietti, un cult della tv anni ’90. Tutto questo però dopo tanta gavetta. Nata a Roma, cresciuta a Cagliari, dopo il liceo classico è partita dal teatro di prosa.
Esperienza fondamentale. Ho imparato tantissimo da un maestro come Mario Scaccia, recitando al suo fianco nella commedia di Neil Simon «I ragazzi irresistibili».

Nel ruolo di una cameriera ingenua e un po’ svampita. Centro pieno al primo colpo.
Poi è arrivata la televisione grazie a Ninni Pingitore, che mi ha dato fiducia. Ottenuta la grande popolarità sono tornata a teatro con «Nata ieri» di Patroni Griffi. E sono approdata a Sanremo.

Dove con Mike Bongiorno e Piero Chiambretti, nel ’97, ha dato vita a un’edizione celebre del Festival. Così come nel ’99 ha affiancato Pippo Baudo per «La canzone del secolo».
Lavorare con Mike e Pippo è stato incredibile. Mike faceva corsetta e saltelli dietro il palco per scaldarsi. Severo, ma con me fu un amore. Un giorno per sbaglio lo chiamai «Buongiorno»: non se la prese. Pippo dal canto suo è l’enciclopedia della tv, io preparavo le domande e lui le cambiava tutte ma non me la prendevo. Un monumento. Baudo, Chiambretti, Bongiorno sono tutti del segno zodiacale Gemelli. Come Alberto Sordi, che mi volle per il suo ultimo film.

Mostri sacri.
Sognavo fin da bambina di fare un film con Alberto Sordi. Quando mi chiamò pensai a uno scherzo, quando lo vidi per la prima volta non riuscivo a spiccicare parola. Poi abbiamo recitato e da lì per 2 anni siamo stati sempre insieme. Ero la sua cocca, l’ho conquistato, mi voleva vicino a lui e per 2 anni sono stata anche la donna più premiata d’Italia, al fianco suo e della sua collaboratrice Paola Comin. Non smetterò mai di dire grazie. Alberto era divertente e aveva un disegno preciso per la sua vita terrena: interpretare l’italiano in tutte le sue sfaccettature. Non soltanto ci è riuscito, ma è il simbolo dell’italianità. Era magico stare con lui. E non se n’è mai andato, coi suoi film è sempre presente.

Se fosse nata 20-30 anni prima, nel periodo d’oro della commedia italiana, cos’avrebbe fatto?
Me lo dice sempre anche mia madre. Vero, ma oggi c’è un risveglio della commedia al femminile: Paola Cortellesi è un esempio. Certo, te la devi costruire, devi trovare una storia. Mi hanno appena offerto una parte in una commedia di donne: una giovane influencer e una star poliedrica affermata, due mondi simili ma diversi che s’incontrano e si confrontano. La storia mi piace, sto valutando. Spero di girarla presto. Sto lavorando anche su un nuovo programma da un’idea spagnola. Voglio condurlo in porto.

La Spagna fa subito tornare in mente «Bambola» di Bigas Luna, con la famosa scena dell’anguilla.
Surreale, un’invenzione del regista alle 6 del mattino prima di girare: gli sembrava sexy anche se Jorge Perugorria, il protagonista maschile, era perplesso. Nessuno sa che la parte doveva essere di Javier Bardem, attore nato con Bigas, ma avevano discusso perché Javier aveva accettato una sitcom televisiva. Perugorria era stato candidato all’Oscar. Bravissimo. Io lo spagnolo lo parlo abbastanza bene e ci intendevamo perfettamente. Quell’anguilla in effetti puzzava. Ho girato senza respirare, è andata bene e alla fine Bambola ha sbancato battendo Mission Impossible: al Festival di Venezia a luci spente sembrava di stare allo stadio.

Ben altro profumo dalla pastasciutta che le cucina il suo vicino di casa Renato Zero, immagino.
Sì. Una sera Renato e Giorgio Panariello mi hanno cucinato dei favolosi spaghetti mantecati. Aver creato un rapporto con Renato è qualcosa di speciale. Ha carisma, è adorabile. Come Giorgio.

Se dovesse indicare una figura-chiave della sua vita?
Mia madre, una donna eccezionale. È il mio faro, la mia guida. Intelligente, molto colta, diversa da me perché più severa per molti aspetti, mentre io per carattere dimentico. Mi ha insegnato valori importanti come lealtà, sincerità, generosità e testardaggine: volere è potere. Sono un’ottimista, anche nei momenti difficili che ho avuto ho voluto trasformare le difficoltà in cose belle.

La grande fama accende i riflettori anche sui grandi amori, da Jovanotti a Vittorio Cecchi Gori.
Incontrai Jovanotti in un locale di Porto Rotondo in cui facevo la ragazza immagine: lui era il dj, eravamo giovanissimi. Meraviglioso, solare, giocoso, mi ha insegnato a guardare le stelle in cielo nella notte di San Lorenzo. Durò un anno.

Più lunga invece la relazione con Cecchi Gori. È rimasta al suo fianco anche durante le sue vicende giudiziarie, aiutandolo concretamente.
Mi aveva conquistato con un fascio di rose enorme. Meritava il mio aiuto, l’ho fatto col cuore. Se allora avesse seguito i miei consigli sarebbe ancora il Vittorio Cecchi Gori degli Oscar... Oggi lo dice anche lui, «Se ti avessi dato retta Valeria!». Non lo fece. Io ero solo una ragazzina, ma l’intuito femminile non sbaglia.

Ha fatto tante cose dal teatro al cinema, passando per la televisione. Oggi cosa vorrebbe fare e con chi vorrebbe lavorare?
Sogno un programma tutto mio. E un cortometraggio: ho già diretto il mio primo video, «Me gusta». Adesso sto preparando un nuovo pezzo musicale. Quanto ai colleghi, ritroverei volentieri Piero Chiambretti. Creativo, intelligente, fa sempre cose interessanti. È proprio divertente Piero. Mi piace Amadeus. E al 100 per 100 dico Fiorello: l’ho detto, lo adoro. Non ho dubbi, pur di lavorare con lui mi alzerei anche alle 3 del mattino.

Gian Paolo Laffranchi

Suggerimenti