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Italia

La patatina come un'ostia: «È blasfemo». E Amica Chips ritira lo spot

«La nostra famiglia, che ha fondato e dirige tutt'oggi l'azienda, non ha mai inteso deridere il senso profondo dell'eucaristia in quanto cattolica e credente»
Alcuni frame dello spot pubblicitario del noto marchio snack ritenuto blasfemo
Alcuni frame dello spot pubblicitario del noto marchio snack ritenuto blasfemo
Alcuni frame dello spot pubblicitario del noto marchio snack ritenuto blasfemo
Alcuni frame dello spot pubblicitario del noto marchio snack ritenuto blasfemo

12 aprile: Amica Chips ritira lo spot contestato

I cattolici che si sono sentiti offesi hanno vinto. Amica Chips, azienda castiglionese, ritirerà lo spot contestato. Come aveva chiesto il Popolo della famiglia, circolo di Mantova. In una nota Amica Chips spiega di non aver avuto alcuna volontà di «offendere le convinzioni morali, civili e religiose» degli spettatori.

L’azienda reagisce così alle polemiche sollevate dallo spot intitolato “Il divino quotidiano“, in cui una patatina viene somministrata al posto di un'ostia durante una funzione religiosa, sottolineando che la campagna, già bloccata dall'Istituto di autodisciplina pubblicitaria, non andrà più in onda.

«Non crediamo sia questa la sede per entrare nel merito dello spot, anche in ragione del fatto che lo Iap, Istituto di autodisciplina pubblicitaria, ha già notificato ingiunzione di desistenza alla sua diffusione e confidiamo che in un confronto sereno e costruttivo con detto organo si possa trovare una soluzione in grado di spiegare le ragioni di tutte le parti interessate» spiega Amica Chips spa in una nota.

«Vogliamo però ribadire con fermezza che non era - e non è - nostra intenzione, come contestato dallo Iap, offendere le convinzioni morali, civili e religiose. Lo spot pertanto non verrà più messo in onda». «La nostra famiglia, che ha fondato e dirige tutt'oggi l'azienda, non ha mai inteso deridere il senso profondo dell'eucaristia in quanto cattolica e credente» conclude la nota della società di Castiglione delle Stiviere.

Lo spot aveva scatenato i social contro Amica Chips e non solo. Il parroco di Mestre, don Natalino Bonazza, sulla sua pagina Facebook aveva invitato i fedeli a boicottare le patatine Amica Chip. «Non comprate nulla di quest'azienda! Che la paghino cara», ha scritto il sacerdote, ricevendo commenti di appoggio ma anche dubbiosi sull'utilità di fare ulteriore pubblicità all'azienda.

Lo spot delle patatine ritenuto «blasfemo»

10 aprile. Una patatina al posto dell'ostia durante l'eucarestia in un convento di suore. Lo spot di Amica Chips fa discutere: «è blasfemo». L'accusa per la nuova campagna pubblicitaria arriva direttamente dall'Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione), che chiede «l'immediata sospensione dello spot, in quanto offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l'accostamento tra la patatina e la particola consacrata». E fin da subito, il Comitato di controllo di autodisciplina pubblicitaria, dice stop alla diffusione dello spot dello snack. «La comunicazione commerciale  non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose».

Siamo in un monastero e alcune suore sono pronte per ricevere la comunione dal prete all'altare. La prima consorella riceve l'ostia ma subito sgrana gli occhi rendendosi conto di aver ricevuto una croccante patatina invece dell'eucarestia. L’inquadratura successiva svela il mistero: è stata la suora più anziana che sta sgranocchiando un sacchetto di chips ad avercele messe. Lo slogan finale, mentre in sottofondo suonano le note dell’Ave Maria di Schubert, è: «Amica chips, il divino quotidiano».

La segnalazione dell'Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione

Secondo Giovanni Baggio, presidente nazionale dell'Aiart, il messaggio pubblicitario è «penoso». Pertanto ne ha richiesto «l'immediata sospensione». E da qui è partita anche la segnalazione all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria in quanto il messaggio commerciale sarebbe «contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale».

Sempre secondo l'Aiart il messaggio pubblicitario «è la spia di una sensibilità sociale ed indifferenza etica che non contraddistingue soltanto il comportamento di una azienda e di un pubblicitario. Ci si appella al politically correct e alla cancel culture, ma solo contro la religione cristiana (ma solo quella) ci si sente autorizzati a qualsiasi. Poi la chiosa finale: «Strappare, come fa il nuovo spot di Amica Chips, un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante», ha concluso Baggio.

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