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L'abbraccio della Nba

Kobe Bryant
Addio al basket
con 60 punti

L'ultima partita di Kobe Bryant, 60 punti e tante emozioni

LOS ANGELES (Stati Uniti). L’ultima notte da Black Mamba. Kobe Bryant gioca la sua partita d’addio e lo fa a modo suo: 60 punti nella vittoria dei Lakers su Utah per 101-96, 23 dei quali nell’ultimo quarto. Era dal febbraio 2009 che il numero 24 gialloviola (per lui anche 4 rimbalzi e 4 assist) non superava quota 50.

«Cos’altro posso dire? Il Mamba è venuto fuori», sorride Bryant, che chiude così nel migliore dei modi una carriera lunga vent’anni, tutti con la maglia dei Lakers. «È dura credere che sia andata così, sono ancora sotto shock», aggiunge Kobe, che manda in visibilio lo Staples Center con una tripla a 59'' dalla sirena e un canestro a 31'', portando i suoi sul 97-96 prima di chiudere con un assist che vale la vittoria, anche se solo la 17esima stagionale in quella che è stata la peggior annata di Los Angeles. «Il finale perfetto sarebbe stato il titolo - aggiunge - ma stasera si trattava di andare là fuori, giocare duro e mettere su il miglior show possibile, sentivo di poterlo fare ancora un’ultima volta».

Terzo miglior realizzatore di sempre nella storia Nba (33.643 punti), il 37enne fuoriclasse di Philadelphia diventa anche il giocatore più "vecchio" a siglare almeno 50 punti in una gara Nba e quella contro i Jazz è la sua miglior performance dai 61 punti contro New York nel 2009. Cinque titoli, 18 volte All Star, Bryant è stato omaggiato dai suoi tifosi prima e dopo la partita.

«Penso che la cosa più importante sia l’essere rimasti uniti per tutto questo tempo - le sue parole rivolte al pubblico - Sarete sempre nel mio cuore, vi amo». E così, con la sua partita numero 1.346, cala il sipario su uno dei più grandi giocatori di sempre.

 

La lettera della Nba.poche ore dalla sua ultima gara la Nba si fa portavoce del basket per rendere omaggio al Black Mamba. «Grazie per la tua passione, per il tuo impegno, per la tua dedizione al basket - è la lettera rivolta a Bryant dalla Lega professonistica statunitense - Grazie per mostrarci che il 24 non è solo il numero sulla tua maglia ma anche il numero di ore che ogni giorno devi dedicare al basket per essere il migliore. Grazie per aver dato e dato ancora, per aver spinto anche quando il tuo corpo urlava «no» mentre la tua mente e il tuo cuore continuavano a dire «si», per le partite che ti sei rifiutato di perdere e per quelle che sei sempre sembrato destinato a vincere. Grazie per la tua spinta infinita, per aver giocato con ambizione spietata ma anche con riverenza e rispetto. Per averci dimostrato che non c’è niente di magico ma solo duro lavoro. Grazie per averci fatto sorridere, urlare, piangere, saltare, per aver giocato come si deve, per averci insegnato a credere in noi stessi anche quando nessun altro lo fa. Grazie per i vent’anni in cui hai dato al basket tutto quello che avevi, per aver amato questo sport, ti siamo eternamente grati».

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