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Il caso

Bufera su Sgarbi: sessismo e volgarità con Morgan al Maxxi

I dipendenti del museo hanno protestato con una lettera a Giuli chiedendo di tutelare la dignità dell'istituzione ed esprimendo comunque solidarietà al suo presidente.
Sgarbi e Morgan all'inaugurazione del Maxxi
Sgarbi e Morgan all'inaugurazione del Maxxi
Sgarbi e Morgan all'inaugurazione del Maxxi
Sgarbi e Morgan all'inaugurazione del Maxxi

Bufera su Sgarbi, dopo l'intervento del sottosegretario alla Cultura all'inaugurazione della stagione estiva del MAXXI. Un caso portato alla luce da Repubblica e documentato in un video disponibile su YouTube.

I dipendenti del museo hanno protestato con una lettera a Giuli chiedendo di tutelare la dignità dell'istituzione ed esprimendo comunque solidarietà al suo presidente.

«I 44 dipendenti del MAXXI non ci stanno a veder strumentalizzato quello che era solo un passaggio nel dialogo interno tra governance della Fondazione ed una parte del personale» e rendono nota la lettera del 28 giugno con cui già ribadivano la loro stima nella presidenza. Lo si legge in una nota dei dipendenti del museo alla quale è allegata la lettera redatta il 28 giugno dopo la prima relativa alla serata con Sgarbi. «Gentile presidente - recita la missiva - In aggiunta a quanto espresso nella nota del 22.06 relativamente alla serata inaugurale di Estate al MAXXI, ci teniamo a precisare che in nessun modo le nostre parole erano intese come atto di sfiducia nei confronti della presidenza della Fondazione, piuttosto erano volte a consolidare il dialogo costruttivo e aperto. Nel rinnovarle la piena fiducia, cogliamo l'occasione per ringraziarla del confronto e del tempo che ci ha dedicato».

Il ministro: «Sessismo inammissibile»

 «Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita. Per me essere conservatori significa avere una sostanza, uno stile e anche un'estetica di comportamento». A dirlo è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo le polemiche sollevate dalla serata al MAXXI per le dichiarazioni del sottosegretario Vittorio Sgarbi. 

 

La replica di Sgarbi: «Cancel culture»

Sgarbi replica furioso: «Allora censuriamo anche Petrolio di Pasolini e Dieci ragazze per me di Battisti?». Il Pd parla di «battutacce sessiste gravi e volgari» e chiede che il ministro Sangiuliano riferisca in Parlamento. 

«Se mi dimetto? Ma non scherziamo. Anzi rivendico tutto quello che ho fatto e detto. Se dovessi accettare il ricatto di alcuni dipendenti del Maxxi staremmo freschi». Così al Corriere della Sera il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, commentando le polemiche sull'evento al Maxxi che l'ha visto protagonista.

«Come mai se ne vengono fuori 10 giorni dopo? Questa serata c'è stata 10 giorni fa: io rispondevo semplicemente ad alcune domande di Morgan, che conduceva la serata. Siccome Giuli è di destra, questi signori radical chic ne hanno approfittato per strumentalizzare questa vicenda». Rispetto alle parolacce pronunciate, Sgarbi non chiede scusa: «Era uno spettacolo. C'era goliardia. Allora censuriamo anche Mozart, Lorenzo Da Ponte, Lucio Battisti, Franco Califano... Anche alcune delle loro opere sono piene di riferimenti sessuali e altro».

Rispetto alle richieste di dimissioni da parte dell'opposizione «ho letto di Calenda. Perché la sua politica non è pornografia? Prima ha fatto un accordo con il Pd dandosi bacini e abbracci con Letta. Poi è andato da Renzi, da cui è poi stato ripudiato. Poi con chi mi devo scusare? Con Bonelli? Quello che sostiene la devastazione dell'Italia con tutte queste c... di pale eoliche maledette. E c'è pure il Pd: si fot... pure loro». 

Sgarbi racconta poi di quando al Mart di Rovereto «i dipendenti scrissero una lettera di protesta, perché mi ero espresso con toni forti sul Covid: io mi ero vaccinato, ma rivendicai che le misure erano ingiustamente restrittive. Questa è cancel culture. Chi contesta le mie parole è un ignorante».

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