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LA META

Lanzarote, isola
di fuoco tra vulcani
e colate di lava

La splendida spiaggia nera di El Golfo, a Lanzarote
La splendida spiaggia nera di El Golfo, a Lanzarote
La splendida spiaggia nera di El Golfo, a Lanzarote
La splendida spiaggia nera di El Golfo, a Lanzarote

Un avamposto «italiano» nell'Atlantico. Stiamo parlando di Lanzarote. Isola delle Canarie dalle caratteristiche uniche, che è parte di un arcipelago il cui clima oscilla per 12 mesi l'anno fra quelle che sono per noi la primavera e l'estate e che non a caso nell'antichità era considerato un pezzo di paradiso. Se la vicinanza con la costa africana (a 100 chilometri) ha fatto sì che i primi abitanti vi siano arrivati dai territori sahariani, la storia di cui si hanno tracce scritte di Lanzarote mostra invece un sorprendente legame con l'Italia. Il suo nome, infatti, farebbe riferimento ad un navigatore ligure, Lancillotto o Lanzarotto Malocello, sbarcatovi agli inizi del quattordicesimo secolo. Malocello, oltre al nome, non ha cambiato nulla di quella che per gli aborigeni era Tyterogaka. A cambiare tutto è stato, nel 1402, l'arrivo di un conquistatore normanno, Jean de Bethencourt, che ha preso possesso con la forza, per poi donarle al re di Castiglia Enrico III in cambio del diritto a governarle, prima di Lanzarote e poi le isole vicine.Lanzarote, allora, era una terra verde e dalla vegetazione rigogliosa. Dal primo settembre del 1730, giorno dell'ultima eruzione del vulcano Timanfaya, è invece diventata un'isola dominata dal colore nero. Nell'ampia porzione di isola che ospita il vulcano è stata creata una struttura di accoglienza che consente di viaggiare in corriera in mezzo alle colate e di mangiare la carne cucinata grazie al calore che arriva dal sottosuolo. Gli effetti dell'eruzione, però, non hanno impedito a chi era rimasto sull'isola di trovare un modo per convivere con la sua nuova natura. Così l'agricoltura è diventata una forma di coltivazione d'eccellenza - la frutta e la verdura sono particolarmente pregiate e c'è una zona, quella interna di La Geria, in cui per proteggere le vigne che producono l'uva per il pregiato Malvasia è stata creata un'infinita serie di piccoli crateri - e la presenza di un terreno spesso impervio e disagevole non ha impedito lo sviluppo delle attività umane. Così, oggi, viaggiare per il centro di Lanzarote significa conoscere paesi di indubbio fascino, come Yaiza, Nazaret e Haria, vedere paesaggi in cui spiccano anche il marrone e l'ocra, oltre al nero e scoprire luoghi quasi incantati. È il caso di Teguise, che ospita un museo della pirateria e ospita feste molto partecipate (è anche la culla di una sorta di chitarra tipica delle canarie, il «timple»).Se l'entroterra è spazio da viaggiatori curiosi, la costa è luogo da vacanzieri dai buoni gusti. I luoghi turistici più frequentati sono Playa del Carmen e Playa Blanca. Da non perdere, però, anche la spiaggia del Papagayo, Los Hervideros e, verso Est, quelle di Orzola o Costa Teguise. Va vista anche la capitale Arrecife, che ha trasformato le sue due fortificazioni in un museo storico ed un'esposizione permanente di arte contemporanea. Il luogo più bello di tutti? Famara, paesino dove fermarsi a chiacchierare con gli abitanti e a mangiare il pesce fresco: cinque i chilometri di sabbia, dorata e fortunatamente poco frequentata, che gli fanno da contorno.

Luca Fiorin

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