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Viaggio in Africa

Etiopia, dove è nata l'umanità: altipiani e chiese scavate sottoterra

La chiesa Bet Giorgis di Lalibela, scavata sottoterra nella roccia
La chiesa Bet Giorgis di Lalibela, scavata sottoterra nella roccia
La chiesa Bet Giorgis di Lalibela, scavata sottoterra nella roccia
La chiesa Bet Giorgis di Lalibela, scavata sottoterra nella roccia

È intrigante il viaggio in Etiopia. La sensazione è di comporre ogni giorno un pezzo del puzzle alla ricerca delle origini. Si compiono salti millenari nel passare dalle chiese ortodosse etiopi nella roccia al grande lago Tana con i monasteri popolati di angeli dagli occhi enormi e scuri; e poi dai castelli portoghesi di Gondar agli altopiani di vette che raggiungono i 4 mila metri, attraverso pinnacoli rossi di argilla, fino al Ras Dascian, quarta cima d'Africa.

 

L'acrocoro è diviso, tra montagne del nord e del sud, in mezzo la Rift Valley segna l'antichissima frattura tettonica, dal triangolo dell'Afar fino alla depressione del lago Turkana. Qui furono trovati i nostri antenati più antichi. Basta guardarsi attorno e sorgono spontanee domande. Il paese di 106 milioni di abitanti è povero e giovane, ma ogni centimetro è coltivato, terrazzato con ostinazione. Milioni di bovini e di capre invadono dall'alba al tramonto le strade asfaltate e rallentano il traffico, incuranti della fretta di chi corre verso le città.

 

L'Etiopia ha il ritmo lento della vita contadina ma tutto qui sta succedendo velocemente. Il suo premier Abiy Ahmed ha ricevuto in ottobre il Nobel per la pace, un riconoscimento al processo di pace in corso con l'Eritrea, alle riforme, al rilascio di prigionieri politici, alle prime liberalizzazioni dell'economia. Molti imprenditori stanno investendo: spagnoli, italiani, veneti. Si coltivano qui tutte le rose che arrivano in Europa. Nel maggio 2020 ci saranno elezioni libere, si spera non funestate dai disordini che ogni tanto cinturano la capitale.

 

Addis Abeba è caotica e affascinante. Si trova a 2400 metri di altitudine, attorniata da parchi e foreste. Nel centro il Museo nazionale con le ossa di Lucy e altri ominidi, il Museo etnografico racconta di tribù - oltre 80 le etnie - e della storia della pittura nata nel '600 con maestri veneziani; e poi il palazzo di Menelik II, da poco riaperto, il club Juventus dove cenare da Linda Marchetla trattoria Castelli 1957, in zona Piassa, dove ancora per poco saranno visibili i resti del razionalismo italiano del periodo coloniale.

 

Da Addis Abeba un tour crolonogico nella storia della chiesa etiope porta attraverso Makallè nel Tigray all'antica chiesa di S.Giorgio Maikeddu e a quella di Abraha Atsabaha. E da qui al Gheralta lodge, aperto dal veronese Silvio Rizzotti, un balcone di eleganza senza wifi, col radicchietto nell'orto e l'alba più radiosa del mondo. Il Tigray è punteggiato di chiese rupestri, alcune scoperte dopo 400 anni di oblio. Altre necessitano di impegnative salite e rivelano l'antico ventaglio da processione custodito al buio, o croci d'oro e d'argento, prima stilizzate, poi tondeggianti nei secoli gondariani e poi sempre più istoriate nel periodo di Lalibela, fondata da un re santo avvolto tra le api. Qui le chiese sono 12, spettacolari, ipogee, scavate sottoterra nella roccia, opera titanica di una civiltà medievale dal XII al XII secolo. Una nuova Gerusalemme. Che è patrimonio Unesco.

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