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LA FEBBRE CHE SPAVENTA

West Nile, Venezia sollecita i Comuni. L'Ulss9 tranquillizza: «Non c'è una situazione allarmante»

L'’attenzione è alta anche nel Veronese per l’infezione trasmessa dalle zanzare
Una disinfestazione
Una disinfestazione
Una disinfestazione
Una disinfestazione

Nel padovano l’allarme c’è, eccome. Sabato i casi di persone contagiate dal virus West Nile trasmesso dalla zanzara culex erano 68, sei registrati in una sola giornata. E poiché in Veneto in questi giorni si sono contati sei decessi - anche se tutti di persone anziane e con deficit delle difese immunitarie - la Regione alza la soglia di allarme rivolgendosi a Ulss e Comuni.

Nell’accogliere le raccomandazioni che arrivano da Palazzo Balbi, tuttavia, la direzione dell’Ulss 9 Scaligera ci tiene a tranquillizzare i cittadini. Verona non è Padova, i casi accertati di West Nile sul territorio sono un paio, anche se il fenomeno è giudicato in crescita e viene monitorato con molta attenzione. L’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin ripete precise raccomandazioni: «Non voglio fare allarmismo, raccomandiamo ai Comuni di procedere con le disinfestazioni; le nostre Ulss sono allertate e monitorano la situazione; i Comuni che non procedono a questo compito vengono segnalati al prefetto e al nostro dipartimento di prevenzione che è in collegamento diretto con le aziende sanitarie». E a stretto giro Fabrizio Cestaro, medico veterinario direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 9 Scaligera, afferma: «Abbiamo un preciso piano di prevenzione contro le arbovirosi e lo stiamo applicando con la piena collaborazione dei Comuni».

Ecco come funziona: «Abbiamo nove trappole per zanzare sul territorio; la raccolta avviene ogni settimana. Analizziamo se le zanzare sono portatrici di virus. Ebbene, da un mesetto nelle quattro trappole presenti nella zona della bassa, sotto la linea dell’A4, gli insetti positivi al virus West Nile sono presenti e in crescita», prosegue il dottor Cestaro. Per questo i sindaci dei territori interessati sono stati allertati e dove necessario hanno proceduto con ulteriori interventi larvicidi. È poi allertata la rete dei medici di medicina generale, pronta a segnalare le febbri sospette. «Quando la trappola per le zanzare risulta positiva, diventa obbligatoria la ricerca del virus anche in tutte le sacche di sangue donate ai centri trasfusionali», riprende Cestaro. In tal modo si intercettano i casi di avvenuta trasmissione all’uomo. Il virus il più delle volte è asintomatico o determina sintomi lievi. «Molto dipende dalla carica virale», riprende Cestaro, «un conto è una puntura, un conto è se sono tante».

Ecco perché sono importanti le raccomandazioni ai buoni comportamenti che ciascun individuo deve tenere per tutelarsi: indossare di sera abiti coprenti e chiari, utilizzare repellenti, zampironi, zanzariere alle finestre, eliminare i ristagni d’acqua. L’Ulss 9 monitora anche la presenza di larve in caditoie e tombini. «Quando è elevata», spiega il direttore del dipartimento prevenzione, «prevediamo interventi suppletivi di disinfestazione».

Lo stesso direttore generale della Scaligera Pietro Girardi si sente di rassicurare i cittadini. «Questi virus arrivano a ondate, alcune estati sono più presenti e altre quasi per niente. Era stato peggiore il 2018», sottolinea, «ma in queste settimane c’è una sorta di coincidenza: il covid che continua, il West Nile, qualche caso di vaiolo delle scimmie, si sovrappongono problemi e le persone si spaventano, ma in ospedale non abbiamo malati gravi, non c’è una situazione allarmante».

Gli animali serbatoio del virus West Nile sono soprattutto uccelli, passeriformi e corvidi. «Li controlliamo», riprende il dottor Cestaro, «e per ora di positivi non ne abbiamo trovati. Situazione diversa nel padovano o nel veneziano dove le positività sono frequenti. Monitoriamo poi i fatti clinici dei cavalli e non registriamo problemi». La culex del resto è la zanzara tradizionale, presente soprattutto in pianura e con ciclo d’azione notturno. Il veronese, con le sue zone collinari, è più al riparo. Discorso diverso per altri generi di zanzare - come la tigre - che vivono anche ad altitudini più elevate, ma queste sono portatrici di altri virus, a loro volta tenuti sotto controllo.

Più che l’oggi, a preoccupare è la prospettiva. «Un inverno mite come l’ultimo favorisce la resistenza delle zanzare, alcune rimangono in vita anche 12 mesi», spiega Cestaro, «e quindi i virus possono riprendere a circolare più in fretta, anche se quest’anno le prime positività nelle trappole le abbiamo riscontrate a fine giugno mentre nel 2018 era iniziato a fine maggio». Inoltre il riscaldamento della temperatura porta le zanzare a conquistare nuove zone in cui vivere. «Ora arrivano anche a 300 - 400 metri e le tigre anche Cerro, più in alto», prosegue l’esperto. Tali condizioni, infine, favoriscono il diffondersi di generi di zanzare che fino a poco tempo fa qui non c’erano. L’elenco dei virus da tenere potenzialmente sotto controllo si allunga. Quanto alla febbre Dengue, che ha visto 10 casi in Veneto in persone di rientro dall’estero, «non è endemica come il West Nile. Quindi appena si accerta un contagio andiamo subito a eradicare anche con interventi adulticidi», conclude Fabrizio Cestaro.•

Francesca Mazzola

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