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CHIRURGIA

Rapidità e meno dolore per curare la prostata al Magalini

Introdotto l’uso del laser interstiziale all’ospedale Magalini
Urologia. Giuseppe Pecoraro, terzo da destra, con lo staff in sala operatoria
Urologia. Giuseppe Pecoraro, terzo da destra, con lo staff in sala operatoria
Urologia. Giuseppe Pecoraro, terzo da destra, con lo staff in sala operatoria
Urologia. Giuseppe Pecoraro, terzo da destra, con lo staff in sala operatoria

Interventi alla prostata più rapidi e meno dolorosi all’ospedale di Villafranca. Sono tre residenti nel Villafranchese e nel Mantovano, con un’età tra 64 e 88 anni, i primi pazienti operati nel Triveneto con il laser interstiziale di cui è stato dotato il polo sanitario. Le operazioni in live surgery, ossia trasmesse in streaming ad altri professionisti, sono state eseguite ieri da Giuseppe Pecoraro, primario del reparto di urologia al secondo piano del blocco C del Magalini.

Tutto si è svolto sotto la supervisione di Francesco Sessa, urologo del policlinico fiorentino di Careggi, che ha affiancato con la sua esperienza Pecoraro e il suo staff. Ad assistere anche gli urologi Tommaso Cai dell’ospedale di Trento e Umberto Moro del polo sanitario di Gorizia. Attraverso la tecnica innovativa, gli urologi riusciranno a operare un maggior numero di assistiti colpiti da ipertrofia prostatica, patologia che colpisce la popolazione maschile oltre i 50 anni, dimezzando i tempi di ricovero.

«Con le altre tecnologie», rimarca Pecoraro, «i pazienti dovevano rimanere ricoverati almeno un paio di giorni, mentre con il laser interstiziale, meno invasivo rispetto agli interventi effettuati per via endoscopica, oltre a operare in anestesia locale riusciamo a dimettere i pazienti il giorno stesso dell’intervento. Basti pensare», sottolinea Pecoraro, «che nell’ospedale di Careggi questa pratica è eseguito da un anno in regime ambulatoriale».

Il ricorso all’anestesia locale, inoltre, ha il vantaggio di trattare pazienti con altre patologie, come quelle cardiache, riducendo i rischi collaterali durante il trattamento. «Non ci sarà più bisogno», afferma Pecoraro, «di pre-ricovero e degenza in ospedale, con ricadute positive anche sulla spesa sanitaria». Attualmente l’attesa per operazioni di questo tipo al Magalini è di almeno sei mesi.

«Impiegando il laser interstiziale», puntualizza il primario, «compiremo potremo curare fino a sei persone per sessione, sfruttando in pieno la sala operatoria». Nel periodo maggio-dicembre 2022, da quando il reparto diretto da Pecoraro, è tornato ad operare a pieno regime dopo l’emergenza Covid, al Magalini sono stati operati per via endoscopica 104 pazienti con tecniche Tur-p o green laser. Da inizio 2023», dichiara Pecoraro, «la media di interventi si è alzata passando da 13 a 15 al mese».

Con l’impiego del laser interstiziale, l’unità operativa villafranchese si conferma come centro di eccellenza per le patologie urologiche. «Sia l’impiego di questa tecnica innovativa», commenta Pietro Girardi, direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, «sia la collaborazione con professionisti di prestigio provenienti da fuori Regione, come il dottor Sessa, confermano il ruolo di eccellenza degli ospedali della nostra Ulss, offrendo ai cittadini servizi di maggiore qualità».•.

Fabio Tomelleri

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