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MONITORAGGIO ANTI-COVID

Via ai test salivari sugli studenti. «Sono efficaci come i tamponi molecolari»

Studio del Sacro Cuore di Negar: da un’analisi comparata è emerso che i risultati concordavano al 90% con quelli dei molecolari. La modalità è l’auto-somministrazione
Elena Pomari biologa del Dipartimento di Malattie Infettive a Negrar
Elena Pomari biologa del Dipartimento di Malattie Infettive a Negrar
Elena Pomari biologa del Dipartimento di Malattie Infettive a Negrar
Elena Pomari biologa del Dipartimento di Malattie Infettive a Negrar

Oltre al Green pass, c'è un'altra novità che potrebbe cambiare le cose rispetto allo scorso anno scolastico: i test salivari molecolari per monitorare la diffusione del virus fra i banchi.

 


Il governo ha dato il via libera al loro uso, su base volontaria, nelle «scuole sentinella» del primo ciclo d'istruzione individuate dagli Uffici scolastici regionali in collaborazione con le Asl. Nel Veronese, dove la popolazione studentesca tra i 6 e i 14 anni è pari a 66.586 unità, il campione sarà composto da 540 alunni della primaria e 326 della secondaria di primo grado, a rotazione. Per ottenere gli 866 candidati, verranno invitati 1.444 studenti ogni due settimane. L'obiettivo è tenere a bada i contagi e scongiurare il ritorno in Dad, ma la prospettiva di usare i test salivari a campione ha riaperto il dibattito sulla loro attendibilità nel rilevare la presenza del Sars-Cov-2.

 

Una risposta incoraggiante arriva dall'Ircss Ospedale Sacro Cuore di Negrar, dov'è stata condotta un'attività di ricerca e innovazione per la validazione di kit di analisi molecolare sulla saliva che ha coinvolto 300 persone fra dipendenti, pazienti ricoverati e cittadini che si sono presentati all'ambulatorio dei tamponi per sorveglianza o per sintomi riconducibili al Covid.
«Dall'analisi comparata è emerso che i risultati sul campione di saliva concordavano al 90 per cento con quelli ottenuti con il tampone naso-faringeo», spiega Elena Pomari, biologa del laboratorio di Biologia molecolare del dipartimento di Malattie infettive-tropicali e Microbiologia del Sacro Cuore. Ma allo stesso tempo, dice, la ricerca ha evidenziato un limite: «La sensibilità del test dipende strettamente dall'abbondanza e dall'accuratezza della raccolta del campione, dunque la modalità di raccolta del liquido salivare può incidere sull'attendibilità dell'analisi e rendere il test problematico per i più piccoli», precisa la ricercatrice.

 


Infatti, per ottenere un campione adeguato sono necessarie alcune accortezze: raccogliere la saliva a digiuno e prima di aver lavato i denti, altrimenti non prima di 30 minuti dall'assunzione di cibi o bevande. «Se si rispettano questi requisiti di raccolta, i test molecolari sulla saliva hanno sensibilità e specificità sovrapponibili al tampone molecolare, che è il “gold standard“ dal punto di vista diagnostico», sottolinea Pomari.

 


Il procedimento adottato dai ricercatori di Negrar prevedeva che il tutto avvenisse al mattino presto, a digiuno, appunto, e prima dell'igiene orale, ma soprattutto che la deposizione della saliva in un barattolo sterile e senza conservanti venisse preceduta da una raccolta in bocca (in gergo tecnico definita «drooling», sbavare) in modo tale che il volume fosse di almeno tre millilitri, dunque più consistente rispetto a quello di un semplice sputo.

 


I salivari impiegati in àmbito scolastico saranno invece del tipo «lollisponge», simile a un lecca-lecca da far ruotare in bocca per circa un minuto. La modalità è in autosomministrazione, dunque fai-da-te, ma trattandosi di test molecolari, l'analisi viene effettuata in laboratorio. Della raccolta della campionatura si occuperanno le scuole. Una volta individuati gli istituti «sentinella», alle famiglie verrà distribuito un modulo di adesione e di consenso informato.

Laura Perina

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