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Il progetto

Studenti delle elementari a scuola di manovre salvavita: promossi!

Un «Battito di mani» è il nome del progetto dell'Azienda ospedaliera universitaria di Verona, in collaborazione con il Comune di Verona e l'Ufficio scolastico territoriale che si è concluso oggi con l'ultima prova pratica dell'anno alle scuole Fainelli-Gandhi, Istituto Comprensivo Chievo-Bassona.
Bambini impegnati nelle manovre salvavita su un manichino da esercitazione
Bambini impegnati nelle manovre salvavita su un manichino da esercitazione
Bambini impegnati nelle manovre salvavita su un manichino da esercitazione
Bambini impegnati nelle manovre salvavita su un manichino da esercitazione

Un «Battito di mani» che salva la vita. È il nome del progetto dell'Azienda ospedaliera universitaria di Verona, in collaborazione con il Comune di Verona e l'Ufficio scolastico territoriale che si è concluso oggi con l'ultima prova pratica dell'anno alle scuole Fainelli-Gandhi, Istituto Comprensivo Chievo-Bassona.

Un progetto che ha portato nelle scuole elementari veronesi le manovre salvavita e ha visto la partecipazione di 15 Istituti Comprensivi con 59 classi Quinte, per un totale di 1.150 bambini. L’iniziativa prevede l’inserimento didattico dei fondamenti del Primo Soccorso ed è unica nel suo genere perché, dopo tre mesi, torna a verificare l’apprendimento degli studenti. I risultati sono incoraggianti perché l’82% dei ragazzini si ricorda esattamente cosa devono fare in una situazione di emergenza.

Il progetto

Gli studenti hanno appreso, tramite una lezione teorica e una esercitazione pratica, su un manichino didattico, le manovre di Basic Life Support (BLS). I giovani sono stati  poi sottoposti a un test di verifica delle conoscenze apprese al termine della mattinata formativa, test che è stato ripetuto a distanza di tre mesi. E per gratificarli dell'impegno, a tutti è stato consegnato un attestato di partecipazione.

L'attività, spiegano gli organizzatori, si è rivelata di grande efficacia, specialmente in considerazione dell'entusiasmo manifestato dai giovani partecipanti e dalle loro famiglie. La maggior parte degli insegnanti ha anche espresso la necessità di una formazione al BLS a loro riservata. Gli istruttori di AOUI e gli studenti della facoltà di Infermieristica riportano feedback positivi sia dal punto di vista professionale sia da umano nel contato con i bambini. I re-test eseguiti fino a questo momento mettono  in evidenza dati inequivocabili: oltre l’82% degli studenti ricorda esattamente la sequenza del BLS (agire in ambiente sicuro, saper valutare l'ACC tramite mancanza di coscienza, movimento tosse-respiro, saper allertare il Suem 118, saper iniziare RCP).

Da sinistra Venturini, Bravi, Sebastiani, Maiorano, Goni, Dal Corso, Anselmi, Volpato e Fabene
Da sinistra Venturini, Bravi, Sebastiani, Maiorano, Goni, Dal Corso, Anselmi, Volpato e Fabene

«Imprinting naturale» utile tutta la vita

«Si comincia dai giovani perché certi messaggi restano per sempre», precisa il direttore generale Callisto Bravi. «Faccio sempre l’esempio della lirica, di cui sono appassionato, perché ho cominciato ad ascoltarla alle elementari. L’importante vantaggio per la salute pubblica è la riduzione della mortalità per arresti cardiaci grazie al grande numero di defibrillatori e a una maggiore sensibilità delle persone, grazie anche a questa formazione».

«Le informazioni che i bambini apprendono qui a scuola restano come imprinting naturale, che poi loro diffondono a casa con i genitori. Si stima che ci sia una diffusione da una persona ad altre dieci», aggiunge Simone Sebastiani, medico chirurgo e referente IRC.

Approccio concreto e bambini entusiasti

«La legge del 2021 ha per la prima volta introdotto le manovre salvavita nella scuola», aggiunge l'ideatore del progetto Luca Dal Corso. «Quello che noi facciamo con gli insegnanti delle classi Quinte è di approfondire la lezione sul corpo umano, diamo loro delle informazioni pratiche e un approccio concreto che rende tutto più facile per la loro comprensione».

Soddisfatta la dirigente scolastica, Anna Maria Maiorano: «I ragazzi sono stati entusiasti dell’iniziativa, con questo corso acquisiscono i primi automatismi necessari per intervenire o essere di supporto in situazioni di possibile rischio. Il nostro istituto è in una zona in cui ci sono tante famiglie con i nonni, i bambini ora si sentono più sicuri e utili in caso di necessità. Anche i genitori sono stati contenti dell’iniziativa che ha una buona ricaduta formativa».

 

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