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L'allarme

Un giovane su dieci assume farmaci per sballarsi: ecco i rischi per i ragazzi

Spesso i giovani li comprano per strada o li trovano negli armadietti di casa. «Bisogna cercare di prevenire le dipendenze stabilendo un contatto con gli adolescenti»

I ragazzi e lo sballo. Non ci sono solo l’alcol e la droga. Ad allarmare è anche il consumo di farmaci “ricreativi” sottratti in casa o comprati al mercato nero e utilizzati senza alcuna forma di controllo né prescrizione medica. Secondo la Società italiana di neuro-psico-farmacologia (Sinpf), il problema, oggi, riguarderebbe un ragazzo su dieci. Un fenomeno in crescita costante, tra il 15 e il 20 per cento negli ultimi cinque anni, grazie anche alla facilità di reperimento. Si va dagli psicofarmaci agli sciroppi con codeina che, uniti ad altri drink, provocano uno stato di euforia e permettono di “evadere” e di stare meglio. 

La psicologa: «Per alcuni è diventato un business»

«Per alcuni miei pazienti spiega Giulia Disegna, psicologa e psicoterapeuta specializzata in disagio adolescenziale e cofondatrice di No Pasa Nada - i farmaci di tipo ricreativo erano diventati un vero e proprio business».
I giovani che li utilizzano li comprano facilmente per strada (una pastiglia a base di benzodiazepine si trova a cinque euro), oppure fanno la “spesa” negli armadietti di famiglia o ancora, in quelli dei nonni. Anche perché sono molti gli anziani che assumono farmaci per facilitare il sonno e far sparire qualche pastiglia senza che se ne accorgano non è certo difficile. 

Farmaci usati per il pre-party, sballarsi col bere nei locali è costoso

«Spesso - continua Disegna - si usano nei cosiddetti pre party. Bere fino a sballarsi in discoteca ha un costo eccessivo per i giovani quindi ci si “prepara” prima: si comprano alcolici nei supermercati e li si unisce a qualche pastiglia». La motivazione? È sempre la stessa: sperimentare, provare qualcosa di diverso per uscire da una realtà opprimente. Insomma stare bene. «Partire dal presupposto che sia un problema che riguarda i giovani d’oggi è sbagliato - sottolinea Disegna - questo desiderio e questa voglia di evasione c’erano anche in passato. È necessario andare oltre i luoghi comuni. Uno di questi è che l’adolescenza sia il periodo più bello della vita. Per molti, moltissimi ragazzi non è affatto così perché si tratta di una fase estremamente complicata e complessa». Poi, naturalmente, si sono aggiunti il lockdown e la pandemia, che hanno dato un colpo durissimo a molti adolescenti, acuendo situazioni di malessere e fragilità.
«L’aspetto fondamentale è cercare di stabilire un contatto, di parlare con loro andando oltre la dicotomia giusto/sbagliato - prosegue la psicoterapeuta -. Anticipare il problema, spiegando ai ragazzi i cambiamenti che stanno avvenendo non solo nel loro corpo ma anche da un punto di vista mentale. E poi, naturalmente, chiarire le conseguenze di abitudini sbagliate. Perché un consumo non solo di alcol e di droga ma anche di farmaci senza alcun controllo può avere risvolti pesanti sia al momento dell’assunzione ma anche quando si smette. Alcuni antidepressivi, per esempio, se presi senza controllo e poi tolti di colpo hanno effetti molto forti».

Fondamentale l'azione di controllo degli adulti

Fondamentale, poi, resta il controllo. «I genitori devono essere estremamente vigili anche perché, inutile dirlo, i ragazzi che fanno uso di sostanze, qualsiasi esse siano, sono molto bravi a negare, a nascondere, a inventare scuse. Quindi monitorarli è indispensabile, cercando di sapere soprattutto che persone e che luoghi frequentano». 
Sempre in base ai dati nazionali tra i motivi che spingono i più giovani all’assunzione di medicine ci sono il miglioramento della performance scolastica per quanto riguarda l’uso di farmaci per l’attenzione (46,8%) il miglioramento dell’aspetto fisico relativamente al consumo di farmaci per le diete (72,5%), il desiderio di stare meglio con se stessi associato al consumo di farmaci per dormire (36,6%) e per migliorare l’umore (54,6%). 

Claudia Milani Vicenzi

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