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Malanni di stagione

Pronto soccorso sotto pressione per l'influenza: anche a Verona il picco del contagio sarà a Natale

Solo a San Bonifacio, nei reparti per bambini, si registrano 11 ricoveri al giorno per insufficienza respiratoria e 34 accessi pediatrici al giorno in ospedale
Molti veronesi passeranno il Natale in compagnia della febbre
Molti veronesi passeranno il Natale in compagnia della febbre
Molti veronesi passeranno il Natale in compagnia della febbre
Molti veronesi passeranno il Natale in compagnia della febbre

Pronto soccorso sovraffollati, medici di base sotto pressione, reparti di pediatria pieni e classi a scuola talvolta quasi dimezzate. Effetto influenza. In anticipo sui tempi, il virus influenzale, il cui picco in genere si attende a gennaio, è già in circolazione e la curva di contagio sta salendo tanto che raggiungerà l’apice attorno a Natale.

Le prime avvisaglie sono arrivate dalla scuola dove le assenze per febbre e tosse sono tuttora molto frequenti. Poi sono iniziati gli accessi ai Pronto soccorso per sindromi respiratorie, giunti fino ai reparti di medicina interna, ma soprattutto di pediatria: solo a San Bonifacio, nei reparti per bambini, si registrano 11 ricoveri al giorno per insufficienza respiratoria e 34 accessi pediatrici al giorno in ospedale: «Sono tantissimi», spiega Denise Signorelli, direttrice sanitaria dell’Ulss9. «In internistica, invece, la pressione è forte, ma in linea con la stagione e con i dati dell’anno scorso per lo stesso periodo».

 

Accelerare l'accesso ai vaccini

L’Istituto superiore di sanità, attraverso la rete sentinella, ha campionato 717 tamponi, provenienti da tutta Italia e anche da Verona, rilevandone 275 positivi al virus influenzale: il 38 per cento. Tuttavia oltre il 95 per cento dei ceppi rilevati sono contenuti nell’attuale vaccino che ha quindi una copertura ampia. Da qui l’invito dell’Ulss9 a ricorrere alla vaccinazione: «Le dosi le abbiamo e la somministrazione è in corso. Si può ancora accedere. Facciamo anche un appello agli operatori sanitari perché si vaccinino: vediamo un accesso lento», continua Signorelli.

All’apertura della campagna vaccinale sono arrivate 170.000 dosi di antinfluenzale. Poi l’Ulss9 ha provveduto a ordinarne altre. Finora sono state oltre 180.000 quelle inoculate. «Siamo partiti dalle Rsa e poi siamo passati alle categorie fragili». L’88 per cento delle dosi sono state somministrate dai medici di base e dai pediatri. Il 4,7 per cento dalle farmacie che hanno aderito alla campagna. Il 3 per cento sono state distribuite nelle case di riposo. Anche gli ambulatori gestiti dall’Ulss9, per chi non ha il medico, continuano la campagna.

 

Restano valide le buone abitudini

Oltre alla prevenzione vaccinale, Signorelli caldeggia le buone prassi: non uscire se si ha febbre, usare la mascherina, lavarsi le mani. Per i bambini c’è un sistema semplice, ma molto efficace, ricorda Mauro Cinquetti, direttore dell’area materno infantile dell’Ulss9: i lavaggi nasali. «Le infezioni dei bambini sono frequenti», spiega, «e ci sono metodi da adottare per prevenzione ma anche in terapia. Fare frequenti e ripetuti lavaggi nasali al bambino riduce i sintomi respiratori e anche le complicanze che derivano dall’annidarsi di batteri sul ristagno del muco».

Il vaccino è utile e gratuito per la popolazione ultrasessantenne. Oltre 210.000 veronesi hanno più di 65 anni. Di questi 98.699 si sono vaccinati. Altri 12.152 sono quelli vaccinati tra i 60 e 64 anni su 64.325 vaccinabili. 

Maria Vittoria Adami

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