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Molnupiravir

Pillola anticovid, in poco più di due settimane prescritta a quasi 3mila pazienti: 313 in Veneto

Molnupiravir, la "pillola anti-Covid"
Molnupiravir, la "pillola anti-Covid"
Molnupiravir, la "pillola anti-Covid"
Molnupiravir, la "pillola anti-Covid"

In Italia, al 27 gennaio, ovvero in poco più di due settimane, sono 2.871 i pazienti con Covid-19 lieve-moderato e di recente insorgenza, ma con fattori di rischio per la forma grave, che hanno ricevuto una prescrizione di molnupiravir, la "pillola anti-Covid" di Merck-MSD.

Mentre 1.439 sono stati, al 26 gennaio, i pazienti che, in fase precoce di malattia, hanno ricevuto remdesivir, l’antivirale per via endovenosa di Gilead. È quanto emerge dai risultati del secondo monitoraggio dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) sull’utilizzo degli antivirali per il Covid-19. La determinazione Aifa sulle modalità di utilizzo in fase precoce degli antivirali molnupiravir e remdesivir è in vigore dal 30 dicembre, giorno dal quale è partito formalmente il monitoraggio.

Di fatto però, la distribuzione è stata avviata il 4 gennaio e dopo sono iniziate le prescrizioni e l’inserimento dei pazienti nei registri. Per quanto riguarda Lagevrio (molnupiravir) di Merck-MSD, ovvero il primo antivirale orale specifico contro il Sars-Cov-2, dall’inizio del monitoraggio al 25 gennaio sono avviati i trattamenti per 2.662 pazienti in Italia (il dato ne riporta 209 in meno rispetto a 2.871 aggiornati al 27 gennaio).

Ampie le differenze regionali: 358 sono i trattamenti avviati nel Lazio, 348 in Liguria, 346 in Piemonte, 313 in Veneto, 242 in Toscana, 198 in Lombardia, 164 nelle Marche, 148 in Puglia. Le altre regioni sono sotto i 100 e in Basilicata non ne risulta nessuno. Veklury (remdesivir) di Gilead è un antivirale per via endovenosa, sviluppato per il virus Ebola ma che si è dimostrato efficace contro il Sars-Cov-2.

Il monitoraggio dei trattamenti avviati per i pazienti non ospedalizzati e, anche in questo caso, con Covid lieve di recente insorgenza ma con fattori di rischio per la forma grave, conta 1.439 prescrizioni. In testa, con 370, l’Emilia Romagna, seguita dalla Lombardia (363); le altre regioni sono sotto i 200 mentre non ne nessuno in Basilicata, Molise Sardegna, Valle d’Aosta e nelle Province autonome di Trento e Bolzano.

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