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Monteforte e Vestenanova

Cani e anziani, la terapia che sblocca i ricordi e le emozioni

Pet therapy  Un’anziana ospite accarezza uno dei cani portati dagli educatori  FOTO PECORA
Pet therapy Un’anziana ospite accarezza uno dei cani portati dagli educatori FOTO PECORA
Pet therapy  Un’anziana ospite accarezza uno dei cani portati dagli educatori  FOTO PECORA
Pet therapy Un’anziana ospite accarezza uno dei cani portati dagli educatori FOTO PECORA

Terapisti a quattro zampe. Si chiamano Benny, Luna, Darma e Mapi, scodinzolano e si lasciano accarezzare ma non solo. I quattro cani si occuperanno di stimolazione cognitiva e fisica degli ospiti della casa di riposo di Monteforte.

La Fondazione Don Mozzatti d’Aprili ha infatti deciso per la prima volta di proporre agli anziani l’intervento assistito con gli animali, ovvero la «pet therapy». Ad occuparsene, i conduttori cinofili del Centro interventi assistiti con gli animali «Le impronte di Zara» che prima di dar piena operatività alla terapia - partita mercoledì - hanno fatto visita agli anziani della struttura per registrare il loro sentire rispetto ai cani.

«I cani!», ha esclamato la signora Maria, 86 anni: affondando le mani nel pelo del cagnolino ha ricordato di quando, da giovane, il cane era di casa. «Con i cani si verifica una stimolazione cognitiva, un’esperienza che sblocca un ricordo e quindi un’emozione. Se poi si riesce a giocare con una pallina col cagnolino, c’è anche risposta fisica», dice Elisa Faustini, educatrice delle Impronte di Zara. Cosa si farà nel corso delle 10 sedute che coinvolgeranno ognuna un cane, due conduttori e un piccolo gruppo di anziani, lo hanno concordato gli educatori della Fondazione e quelli di «Impronte di Zara»: un’ora di lavoro per sessione, due sessioni a seduta, iniziate il 21 febbraio.

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«Abbiamo deciso di investire in questo progetto per combattere la solitudine, perché il contatto con gli animali aiuta a ritrovare serenità e gioia. Gli animali», dice Rosario Naddeo, presidente della Fondazione Don Mozzatti d’Aprili, «rinforzano la capacità di stare nel presente senza porsi domande sul futuro».

Ecco perché l’intenzione è di estendere l’intervento assistito con animali anche alla Casa San Camillo di Bolca di Vestenanova». Comunicazione e linguaggio non verbale, contatto corporeo ed esperienza tattile, gioco, facilitazione sociale (perché il cane spesso diventa occasione per interagire con gli altri), movimento: al centro c’è l’anziano, con le proprie capacità ma anche il proprio potenziale, che è partecipante e non spettatore. «L’intervento sarà modulato sul singolo anziano, impiegando collaboratori pelosi piccoli o grandi a seconda dei casi», conclude Bruna Cappelletti, responsabile di Iaa-Le impronte di Zara, «esattamente come dal 2005 facciamo lavorando, ad esempio, con le persone disabili, i minori o le persone con autismo». 

Paola Dalli Cani

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