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La malattia che ha colpito Berlusconi

Leucemia mielomonocitica, l'esperto: «Cronica e non guaribile, colpita un persona su 100mila»

Parla l’ematologo direttore dell’Unità di Ematologia e Centro Trapianto di Midollo osseo dell’Aoui Mauro Krampera
Il policlinico di Borgo Roma
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Cronica e rara. Sono gli aggettivi che il primario dell’Ematologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, dottor Mauro Krampera, usa per definire la forma di leucemia contro cui combatte Silvio Berlusconi nella terapia intensiva del San Raffaele di Milano: la «mielomonocitica». E’ un tumore del sangue che colpisce le cellule staminali del midollo osseo, insorge in età avanzata, dopo i 70 anni in media, ed ha un decorso lento che permette di condurre un’esistenza pressochè normale, fino a quando (e se) non evolve in acuta, con previsioni ben più severe. 

 

Cronica e non guaribile

«È cronica perché non è guaribile», spiega l’ematologo direttore dell’Unità di Ematologia e Centro Trapianto di Midollo osseo dell’Aoui, «ed è rara perché ha un’incidenza annuale stimata in una persona ogni 100mila. Il rischio più grande», ripete, «è appunto la progressione della patologia: se si trasforma in mieloide acuta la prognosi è infausta, perchè», aggiunge, «è meno controllabile con le terapie e, non avendo altri strumenti di contenimento perchè il trapianto negli anziani è impossibile, l’esito fatale arriva nel giro di poco tempo».
A caratterizzare questo tipo di leucemia cronica è l’aumento anomalo dei monociti, un tipo specifico di globuli bianchi. «Può presentarsi in una forma displasica», entra nel dettaglio il primario, «con anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa con numero elevato dei bianchi. In ogni caso», evidenzia Krampera, «ci sono diversi elementi da valutare per una prognosi corretta, da cui poi dipende anche la valutazione dell’evoluzione del tumore: si studiano i valori dell’emocromo, il numero di cellule immature nel sangue e nel midollo alias blasti, si contano i bianchi, si considera la citogenetica e, da ultimo, si analizza la mutazione di alcuni geni specifici. Ogni caso è a sè e, come sempre in medicina», ricorda il primario, «generalizzare e dare una ricetta unica che vada bene a tutti, nel bene e nel male, è sbagliato. L’unica via di fuga davanti alle forme croniche come quella che ha colpito Berlusconi», si sbilancia il medico «è il trapianto allogenico di staminali, l’unica cura per poter guarire, ma dopo i 70 anni non si fa, sarebbe solo controproducente (lui ne ha 86 e ha già subito un intervento a cuore aperto, ndr). E nemmeno è indicato nei più giovani che abbiano altre comorbilità». 

 

Come si cura la Leucemia mielomonocitica

I protocolli di cura indicano, sempre se le condizioni generali dei malati lo consentono, una blanda chemioterapia, «un trattamento minimamente invasivo per non appesantire, tornando a parlare della situazione di Berlusconi in base a quello che si legge sulla stampa e che dichiarano i colleghi che lo curano, un quadro clinico già difficile per la presenza della polmonite: su quella bisogna invece intervenire con tempestività con dosi massicce di antibiotico, perchè facciano effetto in fretta». 
Per assurdo, è il ragionamento del dottor Krampera, in questo momento preoccupa di più l’infiammazione polmonare che la leucemia. Ad aggravare le condizioni di salute del presidente di Forza Italia infatti, tanto da rendere necessario il suo ricovero in terapia intensiva per supportare le funzioni vitali, «è proprio la polmonite, tipica infezione nei soggetti immunodepressi trattati con chemioterapici», sottolinea il primario, «che va stabilizzata e guarita prima di pensare a bloccare l’evoluzione del tumore del sangue. Solo dopo, se si potrà farlo, si valuterà un trattamento oncologico più incisivo».

Camilla Ferro

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