<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
ESCURSIONI IN MONTAGNA

Lassù non esageriamo

Evviva la montagna, ma con giudizio. Non dimentichiamoci mai che l’importante, soprattutto dopo un periodo come questo, è «vacare». Il termine latino, da cui deriva la parola vacanza, esprime pienamente il bello del periodo di ferie. Con un periodo di «vuoto» o almeno di alleggerimento dei pensieri di ogni giorno, diventa più facile ricaricarsi, anche e soprattutto in montagna, dove però bisogna prestare attenzione a non esagerare. Gli sforzi troppo intensi, magari legati ad attività sportive come l’arrampicata o il canyoning nei fiumi, vanno fatti solamente se si è adeguatamente preparati. Altrimenti i rischi possono diventare superiori ai benefici, viste le sollecitazioni che un fisico non allenato può ricevere da esperienze probanti. Il consiglio è reale perchè in montagna, complice anche l’ipossia (cioè la carenza di ossigeno) che si può riscontrare ad esempio sopra i 2.000 metri, a cuore e vasi può essere imposto uno stress significativo. A stare in guardia debbono essere soprattutto le persone che hanno problemi di circolazione, magari sono ipertese e hanno già qualche acciacco al cuore. Ma non solo. Fate attenzione a non considerarvi supereroi se i capelli sono ormai bianchi ed ossa e articolazioni non sono in forma ed elastiche come in gioventù. Il rischio è ritrovarsi con dolori e fastidi vari: proprio per questo, per chi non si sente al top e programma passeggiate ed altro a quote alte, può essere il momento di uno screening, che preveda una valutazione adeguata di cuore e vasi, anche in risposta a stress intensi, apparato respiratorio, muscoli, ossa e articolazioni. Il consiglio è particolarmente valido per chi è in terapia: non bisogna mandare in vacanza anche i farmaci a meno che non sia il medico ad indicarlo. Il consiglio è valido per la pressione arteriosa: è vero che, con il caldo, i valori pressori possono calare, ma in montagna la situazione cambia. E quindi il «fai da te» è sconsigliato, considerando che alle alte quote ci possono essere problemi con l’ossigeno a disposizione. Quando l’ossigenazione del corpo cala, infatti, si aumenta la ventilazione ovvero la quantità di aria che entra nei polmoni, sia facendo respiri molto profondi sia soprattutto accelerando gli atti respiratori e quindi andando incontro ad un’accelerazione della frequenza del respiro. Non dimenticate però che per riempirsi d’ossigeno è più utile fare respiri profondi, piuttosto che aumentare la frequenza degli atti respiratori. Dal punto di vista del cuore, che ovviamente ha il compito di spingere il sangue carico d’ossigeno a tutto l’organismo, finché si rimane a riposo se non si superano i 2.500-3.000 metri il numero dei battiti può salire solo in maniera impercettibile. Ma se ci si stanca, magari per una camminata in salita, la frequenza cardiaca aumenta. Inoltre tende anche ad aumentare la pressione arteriosa, sia massima che minima. Questo può accadere già a partire dai 1.500-2.000 metri, e i valori crescono soprattutto quando si fa attività fisica. Va comunque detto che questo effetto sulla pressione può essere in genere legato alle prime ore dall’arrivo in quota: almeno a riposo, dopo qualche giorno i valori della pressione tendono a ritornare normali. L’importante, in ogni caso, è non dimenticare di programmare le vacanze anche sul fronte della salute. Chiedere troppo all’organismo, specie nei primi giorni in cui è necessario il giusto acclimatamento, può rivelarsi davvero controproducente.

Federico Mereta

Suggerimenti