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Oltre lo schermo

L'isolamento dei ragazzi? Si cura (anche) con la terapia dei videogiochi

Una forma di cura in piccolo gruppo per valorizzare le competenze e le abilità. Poi, le uscite e i laboratori in natura
Sedute collettive di videogame therapy per spezzare l’isolamento sociale
Sedute collettive di videogame therapy per spezzare l’isolamento sociale
Sedute collettive di videogame therapy per spezzare l’isolamento sociale
Sedute collettive di videogame therapy per spezzare l’isolamento sociale

Aiutare i ragazzi che si trovano già in una condizione di isolamento, o che sono a rischio di cadere nella spirale dell'Hikikomori. Farlo attraverso un mezzo vicino ai più giovani: i videogiochi.

E' la finalità del progetto Oltre lo schermo, promosso dall'associazione LiberaMente di Lovere, la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, con il contributo di Regione Lombardia. Un progetto pilota, suddiviso in tre differenti step, il primo dei quali è appunto la videogame therapy.

Una forma di cura da seguire in piccolo gruppo per valorizzare le abilità dei ragazzi

«Si tratta di un percorso lineare – spiega il sociologo Maurizio Salvetti, che coordina il progetto – che però non intende porre paletti fissi. Le iniziative al suo interno sono aperte, e chi vi aderisce, potrà decidere se seguirlo in toto o solamente in alcune parti. La videogame therapy è in particolare una forma di cura da seguire in piccolo gruppo: attraverso la metodologia è possibile fare emergere competenze, abilità e potenzialità che i ragazzi potranno scoprire e mettere a frutto». Importante e strategico, per rendere incisivo il progetto, è stata la mappatura del territorio.

«Abbiamo preso contatti con diverse realtà – racconta invece Maria Bagnis, presidente dell'associazione LiberaMente – come i Servizi sociali comunali, le associazioni di volontariato, le scuole, gli studi di professionisti del settore, le parrocchie. Era importante per noi conoscere questo mondo da vicino, e capire come potere scendere in campo e dare una mano. La nostra associazione si occupa di salute mentale, proponendo iniziative culturali: per questo progetto in particolare abbiamo ottenuto un contributo regionale di 32mila euro, ottenuto grazie al bando SportMusicaArte, volto a contrastare e prevenire i fenomeni di disagio giovanile attraverso la promozione e il supporto di percorsi di crescita, partecipazione e inclusione sociale, utilizzando strumenti innovativi di welfare territoriale». Il costo totale è invece di 42 mila euro.

Secondo step: le uscite sul territorio e i laboratori in natura

«Alle sedute di videogame therapy – annuncia Salvetti - seguiranno in primavera le uscite sul territorio, con una serie di laboratori in natura: per queste iniziative, collaboreremo con due associazioni sebino bresciane: Il Club di Palazzolo e Aperta Parentesi di Ome. Gruppi di professionisti che mettono a disposizione le loro capacità ed il loro tempo in favore dei problemi legati al disagio giovanile».

I laboratori riguarderanno sport, natura, tempo libero, escursioni: «L'obiettivo – conclude il sociologo - è abituare i ragazzi alla vita sociale. Infine, il terzo step sarà relativo al tutoraggio, in rapporto uno a uno, in cui si cercherà di orientare i ragazzi al territorio ed alle risorse che lo stesso territorio offre». Il progetto rappresenta un unicum, nel panorama nazionale: nel caso dia risultati soddisfacenti, sarà utilizzato come esempio da esportare in altri territori e in altri contesti particolarmente complessi. •.

Alessandro Romele

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