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Nuovo record

L'ospedale di Negrar è il primo centro trainer Eras italiano per la chirurgia colo-rettale e bariatrica

Il Dipartimento di Chirurgia Generale ha ottenuto la certificazione internazionale di Centro formatore ERAS per la chirurgia colo-rettale e per il trattamento dell’obesità.
L'equipe ERAS dell'Irccs di Negrar
L'equipe ERAS dell'Irccs di Negrar
L'equipe ERAS dell'Irccs di Negrar
L'equipe ERAS dell'Irccs di Negrar

Nuovo primato italiano per l’Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Il Dipartimento di Chirurgia Generale ha ottenuto la certificazione internazionale di Centro formatore ERAS per la chirurgia colo-rettale e per il trattamento dell’obesità. Il traguardo, che catapulta l’ospedale in Valpolicella nella cerchia di soli 20 centri trainer al mondo, è stato raggiunto dopo l’ottenimento della certificazione di centro qualificato avvenuto un anno fa.

ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) è il protocollo chirurgico che ha come obiettivo la migliore ripresa del paziente dopo l’intervento, riducendo i giorni di ricovero e le complicanze. Si basa su un approccio innovativo e multidisciplinare, spiega l’Irccs di Negrar in una nota, che mette al centro il paziente anche nella fase pre e post-operatoria del suo percorso.

Elementi chiave del protocollo sono, oltre alla scelta di un approccio chirurgico mini-invasivo: utilizzo ridotto di cateteri e drenaggi, gestione ottimale del dolore e della nausea che permette la precoce ripresa della mobilizzazione e dell’alimentazione dopo l’operazione. Ora le due équipe chirurgiche del Dipartimento potranno formare altri centri europei ed italiani in merito all’applicazione e implementazione del protocollo ERAS.

Calano i giorni di degenza e le complicanze

«Grazie a ERAS all’Irccs di Negrar la degenza media è passata da 8,5 giorni a 4,6 per quanto riguarda la chirurgia colo-rettale, mentre per quella bariatrica la media attuale è di due giorni contro i quattro di prima», afferma il dottor Giacomo Ruffo, direttore della Chirurgia Generale. «In calo significativo anche le complicanze post-intervento che sono passate dal 33 al 19,5%. Rilevanti anche i dati relativi al dolore e alla nausea dopo l’operazione, il cui controllo è fondamentale per la ripresa della mobilizzazione e dell’alimentazione precoci: si è passati rispettivamente dal 12% al 2% e dal 4% all’1,5%».

La certificazione di centro formatore, continua il primario, «è il risultato di un lavoro complesso di più specialisti, non solo chirurghi, che ha portato ad un’adesione al protocollo superiore al 95%, grazie alla quale sono stati ottenuti significativi miglioramenti a vantaggio di tutti i pazienti, ma in particolare per quelli fragili e per coloro che subiscono interventi ad alta complessità».

E si punta al riconoscimento di centro di eccellenza

Il prossimo obiettivo? «Il riconoscimento di centro di eccellenza, di cui si avvalgono una trentina di ospedali in tutto il mondo», risponde Ruffo, «raggiungibile con il mantenimento dei risultati ottenuti e implementando ulteriormente il protocollo ERAS con percorsi virtuosi, come l’attivazione di un centro antifumo e un percorso peri-operatorio per il paziente anziano».

Il protocollo ERAS è stato adottato ufficialmente dalla chirurgia colo-rettale nel settembre 2021, quando sono stati inseriti i primi pazienti aderenti al percorso sulla piattaforma mondiale della società scientifica. Oggi i pazienti sono 713, ai quali si aggiungono i 228 della chirurgia bariatrica.

Continua la dottoressa Elisa Bertocchi, chirurgo colo-rettale: «Di fondamentale importanza è la fase pre-operatoria, che si basa sulla preparazione ottimale del paziente attraverso un piano nutrizionale e un percorso di pre-abilitazione appositamente creati da nutrizionista e fisiatra. Diagnosticate eventuali carenze, si interviene con specifici integratori e, in caso di anemia, viene corretta la causa che la genera».

La fase operatoria, infine, non si limita alla chirurgia mini-invasiva, ma prevede una serie di procedure anestesiologiche, come la somministrazione di pochi liquidi e l’uso limitato di farmaci oppioidi.

Poi c’è la chirurgia bariatrica, ambito in cui «ERAS facilita la gestione del paziente, molto spesso giovane e con l’esigenza di tornare al più presto alle attività quotidiane», afferma la dottoressa Irene Gentile, chirurgo bariatrico. «Inoltre, il coinvolgimento attivo è ancora più importante per il paziente affetto da obesità grave per quanto riguarda l’aspetto dell’alimentazione e dell’attività fisica: il calo ponderale è fondamentale sia per la candidabilità all’intervento sia per la sua buona riuscita». 

 

Camilla Madinelli

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